Secondo le nostre fonti, le medesime che ci hanno riportato in anteprima lo sviluppo di Zen ben due giorni prima della presentazione ufficiale di AMD, anche Intel starebbe studiando una nuova uArch x86 al fine di sostituire le ormai vetuste uArch odierne per Desktop e Server.
Tigerlake (2019) sarà l’ultima iterazione dell’attuale generazione Core, partita con l’uArch Sandy Bridge (Sviluppata dal team Intel di Haifa, Israele). Possiamo infatti affermare che le varie uArch seguenti, come Haswell, Skylake e Cannonlake non siano altro che delle evoluzioni con miglioramenti più o meno marginali (Skylake, ad esempio, è la prima uArch Intel espressamente pensata per concorrere in tutte le fasce di mercato, da quella Mobile a quella Enterprise).
La prossima uArch di Intel sarà molto simile a Zen come approccio, in quanto si cercherà il perfetto bilanciamento di consumi, prestazioni e costo, ma con una grossa novità: al fine di salvare spazio fisico (Die più piccolo) e di migliorare il rapporto prestazioni/consumi, Intel abbandonerà finalmente alcune vecchie SIMD ed altre vecchie componenti hardware (MMX e x87 su tutti).
Per la prima volta dopo decenni, una uArch x86 perderà la piena retro-compatibilità, caratteristica che tra gli anni ‘90 e 2000 ne aveva decretato il il successo. Comunque si tratta di un difetto che sarà facilmente aggirabile, o tramite software di emulazione o tramite servizi di Cloud Computing. Oggigiorno, infatti, moltissime software house sviluppano codice sia per ARM sia per x86, e per evitare spreco di tempo e denaro tendono ad integrare il minor numero di differenze possibile. Per questo moltissime istruzioni x86 non sono implementate, e si scende a dei compromessi al ribasso.
Intel sarà così in grado di sviluppare una uArch x86 agile e veloce, ma non solo. L’ICC dovrebbe essere in grado, in futuro, di ottimizzare il codice C++ tanto per x86 quanto per ARM. La nuova uArch dovrebbe essere pronta tra il 2019 e il 2020.
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