La corsa di TSMC non sembra rallentare, ed anzi pare proprio inarrestabile. I limitati slot produttivi dei 28nm, l'ingente contratto per i 20nm firmato con Apple e l'arrivo dei 16nm FinFET stanno portando nelle casse della fonderia pure-play taiwanese più liquidi di quanto ci si potesse aspettare. Il fatturato di TSMC cresce così del 35% YoY (da 55,38 mld di Dollari di Taiwan a 74,85 mld) e del 8% su base mensile sequenziale (da 69,28 mld a 74,85 mld).
Non aveva tutti i torni Morris Chang, CEO e fondatore di TSMC, quando lo scorso luglio ha affermato che i 16nm FinFET potevano aspettare: gli ordini per i 28 e 20 nm sono anche troppi! Molte aziende Fabless, infatti, sono disposte a pagare un pizzo del 5% sul prezzo di acquisto pur di produrre presso TSMC.
Perché questo? Perché TSMC, a parte qualche caduta, si è rivelata la fonderia più affidabile, e soprattutto perché ha una roadmap di sicuro realizzo (se escludiamo la cancellazione dei 32nm che tanto ha fatto infuriare nVidia). GlobalFoundries e Samsung, troppo vaghe nelle roadmap e poco concrete nella produzione, non sembrano poter impensierire TSMC, ma soprattutto non ispirano fiducia alle aziende Fabless. STMicroelectronics, d'altro canto, sta cercando di favorire l'utilizzo della tecnologia FD-SOI (sembra con un discreto successo), ma è una strada che porterà via diverso tempo.
A questo punto il quadro è chiaro: se si vuole essere sicuri di vedere un proprio prodotto in commercio bisogna rivolgersi a TSMC. Anche AMD, secondo le nostre fonti, questa volta non vuole correre rischi rivolgendosi alla sola GlobalFoundries.