Fino ad oggi, o almeno fino ai 28nm, le aziende più importanti si sono potute permettere il lusso di sviluppare chip per poi eventualmente cancellarli qualora non fossero risultati più utili. Il mercato cambia, così come cambiano le richieste degli OEM, e quindi prodotti il cui sviluppo è iniziato sperando in notevoli vendite, è in seguito rallentato per poi fermarsi definitivamente. Pensiamo, tra i progetti di Intel, a Tejas, il successore di Prescott, o a Broadwell, la cui commercializzazione è ancora oggi un enigma per quanto riguarda i volumi.

 

 

Nel prossimo futuro, cioè dal nodo produttivo da 10nm in poi, tale modus operandi molto probabilmente cesserà di esistere, anche per aziende ciclopiche come la casa di Santa Clara. Come ci spiega Ed Sperling su Semiconductor Engineering, i costi di design e produzione con tali nodi saranno così elevati che la non commercializzazione del prodotto si potrebbe tradurre in perdite monetarie faraoniche. I margini di errore consentiti diminuiscono sempre più velocemente, ed allo stesso tempo le pratiche di tape out (realizzazione fisica del chip per i test reali) divengono sempre più costose, rendendo di fatto indispensabile una perfetta realizzazione virtuale del chip stesso (e case come Mentor Graphics e Synopsys cresceranno di importanza). Cose ciò non bastasse, in contemporanea, si stanno presentando diverse problematiche:

 

Il costo del Design dei chip crescerà in maniera esponenziale a partire dai 16/14nm.

 

Sempre a partire dai 14nm, anche il costo di produzione (processo litografico) subirà un'impennata incredibile.

 

 

Per questi motivi, attualmente, le uniche case realmente in grado di poter produrre chip a 10nm sono Intel e Apple. La prima perché vende i propri prodotti (Xeon i particolare) con un margine utile elevatissimo, la seconda perché li inserisce in prodotti (iPhone e iPad) dal margine utile altrettanto elevato. Entrambe, almeno teoricamente, possono assorbirne i costi di sviluppo e produzione. Non v'è da meravigliarsi se UMC, GlobalFoundries e SMIC, tra le fonderie, e Altera e Xilinx, tra i produttori Fabless, hanno affermato che il nodo a 28nm sarà il principale processo produttivo di questo decennio, l'ultimo nodo ad offrire un ottimo rapporto costo/performance.