GlobaFoundries, dopo un periodo abbastanza prolungato di silenzio (oltre un anno!), torna a parlare della tecnologia FD-SOI, e lo fa attraverso un workshop in quel di Grenoble, città di riferimento di STMicroelectronics. A parlare è stato Gerd Teepe, Director and Design Engineering presso GlobalFoundries.

 

 

Durante questo workshop non sono mancate le sorprese, la più grande delle quali è la conferma dello sviluppo del nodo FD-SOI a 22nm, il quale, come abbiamo già avuto modo di scrivere, vuole offrire le prestazioni di un nodo a 14nm FinFET, ma con prezzi simili ai 28nm BULK: “We are developing 22nm FD-SOI process technology right now. We are using STMicroelectronics’ 14nm FD-SOI in our frontend, while using 28nm FD-SOI in the backend”.

Si tratta di una soluzione ibrida, destinata principalmente alla produzione di chip a basso consumo e basso costo, ma che può essere adattata senza eccessivi sforzi anche per la produzione di soluzioni High Performance (pensiamo alle APU di AMD). Sempre al medesimo workshop è intervenuto un'altra nostra conoscenza, Kelvin Low, Senior Director of Foundry Marketing presso Samsung Electronics, il quale ha affermato che la produzione, in caso di necessità, potrebbe essere spostata dalle FAB di STM a quelle di Samsung (e, conseguentemente anche a quelle di GloFo), e viceveresa, con relativa facilità: “You can transfer a single Process Design Kit (PDK) from ST to Samsung. That works”. Teepe, conseguentemente, ha confermato che anche il passaggio dai 28nm FD-SOI ai 22nm FD-SOI è praticamente indolore: “If you’ve done FD-SOI before, it’s not difficult to move to 22nm”.

Sebbene per molti addetti al settore l'FD-SOI possa sembrare una soluzione di comodo solo per quelle aziende non eccessivamente danarose (uno di questi addetti è Daniel Nenni, di SemiWiki), l'FD-SOI potrebbe però sorprendere tutti grazie alla propria polivalenza: in grado di essere utilizzato tanto per dispositivi ad alte prestazioni, quanto per dispositivi dedicati all'IoT, e con costi concorrenziali, nel caso potesse contare su un nome di spicco tra gli utilizzatori (Apple, ad esempio), tale tecnolgia potrebbe conoscere una vera e propria età dell'oro, richiamandò a sé tutti gli altri produttori fabless.