Con questo titolo vogliamo porre la nostra attenzione principalmente sulla trasformazione commerciale che sta vedendo protagonista il gigante di Santa Clara, ormai sempre più impossibilitato a seguire la strategia che l'ha caratterizzato sino ad oggi: vendere i propri prodotti con margini utili astronomici (Il Gross Margin di Intel, attualmente al 59,3%, è superiore anche a quello di Apple!). L'accerchiamento che sta subendo da più parti, unitamente alla crisi del mercato PC, sta mettendo in difficoltà il classico modus operandi dell'azienda, che deve necessariamente trasformarsi per evitare di perdere mordente non solo tra i consumatori, ma anche tra gli investitori di borsa.

 

 

Il 1Q16 di Intel fa segnare un fatturato di 13,7 mld di dollari (+7% YoY, e -8% QoQ). Gli utili, invece, sono pari a 2mld di dollari (+3% YoY, e -43% QoQ). Ancora una volta, come già accaduto nel recente passato, è la divisione Data Center Group a far segnare i migliori risultati, con un fatturato di 4 mld di dollari ed un utile i 1,76 mld di dollari. La divisione Client Computer Group, sebbene abbia un fatturato di ben 7,55 mld di dollari, riesce a generare utili per soli 1,88 mld di dollari. Questo confronto rende bene l'idea di quale dei due mercati (Enterprise e Consumer) sia quello più profittevole nel breve periodo, senza dimenticare che il primo è dato in ascesa, mentre il secondo in pesante contrazione.

Il Client Computer Group, in particolare, mostra come le vendite dei PC di fascia bassa siano in costante diminuzione, mentre la componentistica di fascia media e, soprattutto alta, sembrano riscuotere un buon successo:

 

 

Non per contrastare, ma per assecondare questo trend di mercato, Intel ha recentemente presentato la piattaforma Apollo Lake, destinata ai PC Low Cost, sperando così di contenere l'emorragia di vendite, attualmente favorevoli ai Tablet. Questa strategia si scontra con il pensiero comune degli utenti PC più smaliziati, presenti anche nella nostra community, e cioè che se si realizzassero PC a buon prezzo degni di essere acquistati (Schermo Full HD da 15,6”, SSD di base, e Processori che non siano ATOM nella fascia attorno ai 500 Euro), forse in molti si sentirebbero invogliati ad acquistare un nuovo Personal Computer. Attualmente, per avere un PC del genere, si devono spendere oltre 1000 Euro! Intel, a quanto pare, sembra credere che il problema risieda negli acquirenti, e non nell'attuale offerta.

Cambiando argomento, il 2015 ha visto l'acquisizione di Altera, e proprio la chiusura dell'accordo ha determinato la cospicua variazione dei liquidi in cassa, passati da 15,3 mld di dollari ad appena 3 mld di dollari. I debiti a lungo termine, invece, sono aumentati da 20 mld di dollari a 21,8 mld di dollari.

Questo radicale cambiamento sta già producendo i primi risultati: oltre 10.000 licenziamenti, che serviranno per trovare quei soldi necessari a ripagare i prestiti attualmente in corso, e l'abbandono di alcuni dirigenti. L'outsourcing di diverse altre attività (Disegno dei SoC Mobile a Spreadtrum e RockChip, centri di ricerca a Shenzhen, ecc) serviranno ugualmente a limitare le spese fisse, evitando al contempo di esporsi ulteriormente economicamente (La medesima cosa l'ha fatta AMD sempre nel 2015). La débacle del dei Tablet di Intel dimostra come la casa di Santa Clara debba necessariamente far fruttare  segmenti dove è realmente forte (CPU x86, NAND 3D Xpoint e Server/HPC), evitando mercati ad alta concorrenza ed alto rischio. Riuscirà, in ultimo, Intel a mantenere la leadership nel settore delle fonderie? Bella domanda!