Ci sono rumor che vanno pubblicati perché spesso sono talmente irreali da divenire realtà. Questo è uno di quelli. Pochi si sarebbero aspettati che 3DLabs venisse acquisita da Creative Labs e chiudesse il reparto delle GPU professionali, dopo aver dettato legge per anni in tale settore. Ancora meno persone si sarebbero aspettate che 3Dfx dovesse essere acquisita da nVidia, dopo aver spopolato tra i videogiocatori. Sulla stessa falsariga, la vendita del reparto PC (con annessi gli immortali ThinkPad) di IBM a Lenovo, la vendita delle fonderie da parte di AMD ad ATIC, ed altri eventi simili, furono difficilmente immaginabili, fino a qualche mese, se non settimana, prima dell’annuncio ufficiale. Ma ci fu, comunque, chi li previde con un certo anticipo. Allo stesso tempo, c’era, e c’è ancora, chi spara corbellerie per farsi notare, ma potrebbe non essere questo il caso.
Chi afferma quanto andremo a scrivere non è il solo Ed McKernan su SemiWiki, certamente non l’ultimo arrivato, avendo ricoperto il ruolo di Direttore del Marketing per Trasmeta, ad esempio, ma la supposizione è al vaglio anche di Nomura Corporation, agenzia finanziaria giapponese.
Intel in questo momento è in grave difficoltà, ma ha ancora una parte molto sana ed ambita, che potrebbe generare notevoli profitti: quella delle fonderie. Attualmente sono le più avanzate al mondo, e molte aziende Fabless, se potessero, produrrebbero presso queste. Soprattutto chi ha in listino SoC ARM. Ma cosa accadrebbe, in Borsa, se Intel producesse chip per i propri concorrenti? Sarebbe il Caos.
Una soluzione per salvare capra e cavoli sarebbe quindi la divisione di Intel in tre società distinte. Quella che si occupa delle fonderie, quella dei processori x86 e quella relativa ai software. In questo modo, oltre ad ottenere una capitalizzazione totale più elevata (sommando quella delle tre possibili società), rispetto a quella attuale, le fonderie potrebbero finalmente cominciare a macinare utili da record, non dovendo più solamente lavorare per Intel stessa. Attualmente si stima che le fonderie Intel siano occupate a circa il 50/60%. Uno spreco di risorse immane. TSMC avrebbe un concorrente da far rabbrividire.
Ma chi potrebbe portare questo piano in atto? Andy Bryant, Executive Vice President e Chief Administrative Officer presso Intel. McKernan a tal proposito afferma: “There is no doubt in my mind that there have been foundry discussions between Intel and Apple, Qualcomm, Broadcom and even nVidia. My guess is that Bryant has led this side of the business while Otellini focused on Intel’s traditional business. Now that the PC market is shrinking, Intel is at 50% Fab utilization at 22nm and the company’s valuation has dropped to $100B, below that of Qualcomm, there was a need to change the business model. There is little time to waste for Intel to leverage its assets”.
Intel, quindi, si potrebbe muovere sullo stesso modello di Business delle aziende Fabless, ma con un doppio vantaggio: avere delle fonderie “vicine” e dalle ottime qualità, ed una cassa ancora pingue. E grazie a questa mossa non sarebbe neppure impossibile che il CEO della divisione x86 fosse una persona esterna ad Intel.