Tips & Tricks
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Re: Tips & Tricks
Scrivo questa breve guida per tutti coloro che si preparano alla loro prima installazione di un sistema Unix-like, ovvero Linux. Spero, che sia utile anche per tutti gli altri.
La prima domanda da porsi è:"Quanti SO intendo installare su questo disco?".
Il motivo di questa domanda è basato sul fatto che per come il Master Boot Record è strutturato non è possibile fare più di 4 partizioni primarie. Allora il consiglio è:
1) se uso un solo SO, allora uso tutte e quattro le partizioni primarie per la distribuzione xyz;
2) se devo usare n SO, allora devo utilizzare le partizioni secondarie (anche dette logiche).
Prendiamo in esame il primo caso: "unico sistema operativo sul disco".
La struttura, che consiglio per la vostra distribuzione è:
1) una partizione primaria, su cui montare /boot, con file system ext2, da circa 800MB. (Ad esempio per chi deciderà di usare Fedora in tale partizione vengono salvati i pacchetti del comando "preupgrade", per saltare da una release all'altra, e se troppo piccola si incorre in problemi post-aggiornamento)
2) una partizione primaria, su cui montare "swap", con file system dedicato (swap appunto), consigliato sui 2GB.
Questa partizione serve per allocare su disco file che su RAM non servono più. Rimando a wikipedia per una migliore comprensione. La dimensione di questa partizione dipende da cosa fate sul pc. Solitamente la faccio di circa 1GB. Più grande non mi serve.
3) una partizione primaria, su cui montare /home, con file system ext4.
In questa partizione verranno salvati tutti i vostri dati personali. Nel caso in cui deciderete di formattare il sistema (montato su /), facendo questa partizione, i vostri dati non verrano toccati. La grandezza è a vostra discrezione: varia da utente ad utente, da quanto sono grandi i vostri dati (se sono film, *.iso o semplici file di testo).
4) partizione primaria, su cui montare /, con file system ext4.
Qui verrà installato il vostro sistema. "/" è la radice di tutto il vostro sistema! La dimensione sarà data da tutta la capienza del vostro HDD meno quella dedicata a /boot, swap e a /home. Ovvio.
Prendiamo in esame il secondo caso: "più sistemi operativi sul disco".
Essendovi più sistemi operativi dobbiamo fare alcune premesse:
1) Posso usare la stessa "swap" per tutti i sistemi linux che desidero installare?
La risposta è SI, tranne se ibernate il vostro sistema. La partizione di swap, viene utilizzata dal sistema per liberare RAM e per salvare i file in caso di ibernazione. Quindi se ibernate il sistema A e avviate il sistema B, B trova i file di A e il risultato non è noto. (Non ho mai provato!)
2) non potete utilizzare la stessa /home per le diverse distribuzione e nemmeno per stesse distribuzione ma diverse release.
3) non potete utilizzare la stessa /boot per ovvie ragioni
Fatte queste premesse, il mio consiglio è quello di installare eventuali sistemi Windows in partizioni primarie (o logiche, tenendo conto che sono sempre quattro massimo le partizioni primarie possibili), di utilizzare una partizione primaria per la swap (soprattutto se utilizzate più sistemi e non ibernate) e di rimarchiare una partizione primaria in "volume logico esteso" creando qui dentro (mediante partizioni logiche) la strutta esposta nel primo caso.
Per ulteriori chiarimenti, postate pure sul forum!
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Re: Tips & Tricks
Quante volte ci è capitato di dover inviare, o ricevere, un file di grosse dimensioni da un amico/parente o semplicemente da un nostro sistema "allocato" fuori dal sistema in uso? Questi pochi passaggi vi permetteranno di fare copie sicure e veloci (Ndr:non quanto i sistemi FTP), tra macchine componenti una rete locale o tra sistemi su rete remota.
Il comando a cui si fa riferimento è scp: deriva da Secure Copy e usa il protocollo SSH, ovvero Secure Shell.
Incoraggio a guardare:
Codice: Seleziona tutto
man scp
per ulteriori informazioni.
Per far si che il comando funzioni dobbiamo fare alcune premesse:
1) il demone SSHD deve essere avviato, sia sulla macchina server che sulla macchina client. E' possibile controllare lo status, ad esempio, con il comando:
Codice: Seleziona tutto
chkconfig | grep sshd
2) il vostro firewall di sistema deve avere una porta aperta. Solitamente scp, e quindi ssh usano la porta 22; ma nessuno ci vieta, anzi è meglio per una ragione di sicurezza, di utilizzare un'altra porta, a nostro piacere (da scegliere tra il numero 1025 e 65535).
Specificheremo al comando scp la porta utilizzata mediante l'opzione -P con la sintassi:
Codice: Seleziona tutto
-P <numero_porta>
NdR:l'opzione -p è diversa da -P: la shell di linux è case sensitive!
3) eventuali router e quant'altro dovranno avere la porta 22, o quella prescelta, aperta.
Si può provare con:
Codice: Seleziona tutto
netstat -anp | grep 'LISTEN ' | grep 22
Se nello stabilire la connessione si hanno problemi, è molto probabile che sia saltata una di queste tre premesse.
La sintassi è molto simile a quella del comando cp, usato per fare copie in locale.
Codice: Seleziona tutto
scp path1 nomeutente@nomehost:path2
Codice: Seleziona tutto
scp nomeutente@nomehost:path2 path1
Dove:
path1: percorso del file sul nostro sistema.
path2: percorso del file sul sistema locale/remoto al quale siamo collegati.
nomeutente: è il nome utente del sistema locale/remoto al quale siamo collegati (non il nostro).
nomehost: è l'hostname del sistema locale/remoto al quale siamo collegati (non il nostro).
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Re: Tips & Tricks
Questo suggerimento vi permetterà di creare "pochi" comandi concatenati, in modo tale da automatizzare alcune operazioni.
Come tutti sanno "alias" significa "altrimenti detto" e nel caso di linux viene utilizzato per racchiudere in un unico "comando" vari comandi con le relative, ed eventuali, opzioni.
Creiamo un esempio di "alias" per meglio spiegare.
Prima di tutto va detto che gli alias si trovano nel file /home/utente/.bash/rc e nel file /root/.bashrc.
Per visualizzare il loro contenuto:
Codice: Seleziona tutto
cat /home/<nome_utente>/.bashrc
Codice: Seleziona tutto
cat /root/.bashrc
Ritornando all'esempio che volevamo creare, possiamo scrivere alcuni comandi - forse inutili - del tipo:
inserendoli nel file /root/.bashrc, quindi modificandolo in qualcosa di simile a:alias aggiornamento='yum check-update && yum -y update && yum clean all'
perchè saranno lanciati da root.[root@localhost ~]# cat /root/.bashrc
# .bashrc
# User specific aliases and functions
alias rm='rm -i'
alias cp='cp -i'
alias mv='mv -i'
alias aggiornamento='yum check-update && yum -y update && yum clean all'
# Source global definitions
if [ -f /etc/bashrc ]; then
. /etc/bashrc
fi
Riavviamo il sistema.
Ora proviamo a dare il comando aggiornamento e il sistema eseguirà in esecuzione quei tre comandi impostati (controllo aggiornamento, aggiorna, pulisci cache).
È ovvio che per cose più complesse è consigliabile l'uso degli script bash.
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Re: Tips & Tricks
Il DNS (domain name service) è un servizio che permette di passare dal nome di un dominio al suo indirizzo IP, o viceversa.
Il file di configurazione principale dei servizi di rete è:
Questo file è scritto per determinare in che modo si intendono risolvere i nomi di dominio. Solitamente è cosi composto:/etc/host.conf
La riga order indica l'ordine dei servizi. In questo caso si fa riferimento prima al file /etc/hosts e quindi si interpella BIND che è il server DNS più usato su Internet, dai sistemi UNIX-like.order hosts,bind
multi on
Le voci attribuibili a "multi" sono "on" e "off", usare o non usare la "libreria" in "/etc/hosts". Lasciatela cosi com'è di default a meno che vi serve cambiarla.
Il file:
permette di definire i nomi degli elaboratori abbinati al loro indirizzo IP, senza fare uso di un server DNS./etc/hosts
Il file:
attribuisce i nomi agli indirizzi di rete./etc/networks
Il file
è quello in cui si settano i DNS. Viene usato per conoscere l'indirizzo o gli indirizzi dei servizi di risoluzione dei nomi di competenza della rete cui si appartiene. Se non si vuole gestire questo servizio nella propria rete locale, se ne deve indicare almeno uno esterno per accedere a Internet. Solitamente questo indirizzo è fornito dal proprio ISP, o dalla rete a cui siamo loggati (Esempio: ufficio, università, reti pubbliche, etc...)/etc/resolv.conf
Ndr: se non vi sono vincoli imposti dalla vostra rete consiglio di modificare il file /etc/resolv.conf secondo i valori di OpenDNS (molto più sicuro, veloce e "democratico"...), quindi modificandolo nelle sole righe:
Ndr: in /etc/resolv.conf è possibile inserire fino a tre nameserver in contemporanea!nameserver 208.67.220.220
nameserver 208.67.222.222
Per rendere non modificabile il file /etc/resolv.conf da processi come "networkmanager" si può usare la sintassi:
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chattr +i /etc/resolv.conf
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chattr -i /etc/resolv.conf
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Re: Tips & Tricks
Lanciamo il comando:
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cat /dev/urandom | tr -dc '[:upper:] [:lower:]' | fold -w XXX | head -n YYY
XXX è quanto lunga deve essere la password;
YYY è quante password vogliamo generare;
e se la voglio più complessa aggiungo la stringa [:graph:] al comando tr trasformandolo in:
Codice: Seleziona tutto
cat /dev/urandom | tr -dc '[:upper:] [:lower:] [:graph:]' | fold -w XXX | head -n YYY
per coloro che non vogliono installare nulla!
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Re: Tips & Tricks
In questa mini-guida differenziamo i link hard (o fisici) dai soft-link (o simbolici).
In Linux, come ogni altro sistema basato UNIX, il comando per creare i link è:
Codice: Seleziona tutto
ln <nome_file_1> <nome_file_2>
Codice: Seleziona tutto
ln -s <nome_file_1> <nome_file_2>
Ora vediamo la differenza tra i due comandi.
Visulizziamo il comando e l'output seguente:
Notiamo le informazioni che ci interessano al momento:[user@localhost ~]$ ls -il Video/Webcam/Video.wmv
6291458 -rwxrw-rw- 1 user user 533528 19 ott 2009 Video/Webcam/Video.wmv
1) il primo numero (6291458) è l'inode di riferimento del file Video.wmv;
2) si tratta di un file regolare: viene indicato con la il carattere '-' (trattino);
3) la sfilza "rwxrw-rw-" indicano i permessi che si hanno per quel file;
4) il numero prima del proprietario, 1 in questo caso, indica quanti riferimenti ha il file. In questo caso ha l'unico riferimento a se stesso.
5) dimensione del file "533528".
Creiamo un link fisico di Video.wmv con:
Codice: Seleziona tutto
[user@localhost Webcam]$ ln Video.wmv Video_LF.wmv
Vediamo l'output di ls -il:
Evidenziamo cosa è successo creando il link fisico:[user@localhost Webcam]$ ls -il
6291458 -rwxrw-rw- 2 user user 533528 19 ott 2009 Video_LF.wmv
6291458 -rwxrw-rw- 2 user user 533528 19 ott 2009 Video.wmv
1) il file ha lo stesso inode: quindi il file è lo stesso! Video_LF non è la copia di Video. Editando il file Video si edita anche il file Video_LF e viceversa. Se fosse una copia editando uno non si editerebbe l'altro.
2) entrambi sono file regolari. Hanno il carattere "-" prima dei permessi.
3) eredita i permessi: è lo stesso file!
4) il numero prima del proprietario è 2, e non più 1, perchè ora sono due i riferimenti allo stesso file: Video.wmv e Video_LF.wmv.
5) stessa dimensione fisica: è lo stesso file!
Il vantaggio del link fisico è che per cancellare il file definitivamente devo cancellare entrambi (Video.wmv e Video_LF.wmv) i riferimenti. Se cancellassi uno solo dei due, l'inode resterebbe intatto quindi il file sarebbe comunque raggiungibile dal riferimento esistente, cioè quello non cancellato.
Lo svantaggio del link simbolico infatti è che se cancelliamo il file/directory puntato, il link punta a qualcosa che non esiste!
Creiamo un link simbolico di Video.wmv con:
Codice: Seleziona tutto
ln -s Video.wmv Video_LS.wmv
Vediamo l'output di ls -il:
Evidenziamo cosa è successo creando il link simbolico:[user@localhost Webcam]$ ls -il
6293190 lrwxrwxrwx 1 user user 9 31 dic 17.41 Video_LS.wmv -> Video.wmv
6291458 -rwxrw-rw- 1 user user 533528 19 ott 2009 Video.wmv
1) il file ha inode diverso: allora non è lo stesso file!Se cancellassi il file puntato, cioè il file Video_LS.wmv, il file Video_LS.wmv punterà ad un file inesistente.
2) Video.wmv è un file regolare (ha il "-"), mentre Video_LS.wmv è un collegamento (ha il carattere "l" prima dei permessi).
3) I permessi del file Video_LS.wmv sono sempre "permessevi con tutti", tanto quelli che poi contano sono i permessi del file puntanto (Video.wmv in questo caso).
4) il numero dei riferimenti è 1: non creo un "nome aggiuntivo", ma creo un altro file che contiene il puntatore al file o alla directory.
5) la dimensione è diversa: il file Video_LS.wmv è un "collegamento"!
6) Ai file di tipo "l", come nel caso di Video_LS.wmv, viene inserito il file/directory puntato.
Il vantaggio del link simbolico è che posso creare un link ad un file/directory e soprattutto quando si vuole creare un link ad un file/directory che si trova all'interno di un dispositivo diverso o addirittura in un filesystem diverso.
A fronte di quanto su detto possiamo dire che introdurre o no l'opzione -s, crea un nuovo file mentre il comando ln senza opzioni crea un secondo nome ma non un secondo file.
NdR: il suffisso *_LF e *_LS gli ho usati solo a scopo di diversificare i file da quello originario.
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Re: Tips & Tricks
Questa mini-guida vi potrà essere utile, soprattutto se siete alle prime armi, per gestire i permessi riferiti a file e directory.
Come sappiamo Linux, a differenza di Windows, ha una, concedetemi di dire, "vera" gestione degli utenti: cioè ha la capacità di attribuire a ogni file e directory chi è il suo proprietario, chi può leggerlo, scriverlo ed infine eseguirlo.
Il comando per visualizzare gli attributi è ls con l'opzione -l (è una elle!).
Ad esempio:
Si ricorda che il carattere indicato prima dei permessi indica il tipo di file, che possono essere:[user@localhost Webcam]$ ls -l /home/user/Video/Webcam/
-rwxrw-rw- 1 user user 533528 19 ott 2009 Video.wmv
Gli altri 9 caratteri (nel nostro caso "rwxrw-rw-") indicano i permessi di accesso al file. I file possono essere acceduti o meno da tre categorie di utenti: il proprietario del file, il gruppo di utenti a cui appartiene il proprietario ed infine tutti gli altri utenti che posseggono un account sul sistema.- file regolare
d directory (esatto: la directory è un file che contiene le informazioni sui file contenuto nella directory)
l link (collegamento)
b periferica a blocchi con buffer
c periferica a caratteri con buffer
u periferica a caratteri senza buffer
p pipe FIFO
s socket
NdR: il proprietatrio del file è il primo "nome" indicato sulla stringa, in questo caso "user"
Il gruppo di appartenenza del proprietario è il secondo "nome" indicato nella stringa: in questo caso "user".
Cioè nel nostro caso, user è un utente del gruppo user!
I permessi di accesso al file sono 9 caratteri suddivisi in blocchetti di 3. I primi 3 caratteri sono relativi al proprietario del file, i successivi 3 sono relativi al gruppo al quale appartiene il proprietario e gli ultimi 3 sono relativi a tutti gli altri utenti del sistema. Ogni terna puo' contenere i caratteri '-', 'r', 'w' o 'x'. Il carattere '-' disabilita un permesso, ovunque esso si trova. Il carattere 'r' indica la possibilita' di leggere il file (r sta per read, cioe' lettura). Il carattere 'w' indica la possibilita' di scrivere il file (w sta per write, cioe' scrittura). Il carattere 'x' indica la possibilita' di eseguire il file (x sta per eXecute, cioe' esecuzione).
Quindi si ha:
- prima terna: per il proprietario -> lettura - scrittura - esecuzione;
- seconda terna: per il gruppo del proprietario -> lettura - scrittura - esecuzione;
- terza terna: per i restanti utenti del sistema -> lettura - scrittura - esecuzione.
Quindi se osserviamo la prima terna allora stiamo considerando i permessi di accesso al file posseduti dal proprietario, se osserviamo la seconda terna stiamo considerando i permessi posseduti dal gruppo a cui appartiene il proprietario ed infine, se osserviamo la terza terna, stiamo considerando i permessi di accesso posseduti da tutti gli altri utenti su tale file.
Nel nostro caso i pemessi sono "rwxrw-rw-" quindi:
- prima terna: si riferisce al proprieatario che può leggere, scrivere ed eseguire;
- seconda terna: si riferisce al gruppo del proprieatario: che può leggere, scrivere ma non eseguire;
- terza terna: si riferisce ai restanti utenti del sistema: che possono leggere, scrivere ma non eseguire;
Quando creiamo un file, questo eredita i permessi che possiede la directory.
È possibile cambiare tali permessi mediante il comando chmod. L'utente root e' il proprietario di tutti i file del sistema, pertanto puo' leggere, scrivere ed eseguire qualsiasi file. Inoltre l'utente root puo' modificare i permessi dei file in modo da allargare o restringere l'accesso ad alcuni file agli altri utenti del sistema. Generalmente l'utente possiede una propria directory (/home/user1 /home/user2 ...) all'interno della quale potra' creare, modificare eseguire e leggere qualsiasi file.
Esistono vari modo per cambiare i permessi. Unico è il comando "chmod".
Un primo modo è quello di elencare le variazioni di permessi ed un elenco di file sui quali agire. Per abilitare un permesso occorre usare il simbolo '+' affianco al tipo di permesso che si desidera modificare. Ad esempio la stringa '+w' abilita il permesso di scrittura mentre la stringa '+x' abilita il permesso di esecuzione. Al contrario per disabilitare un permesso occorre usare il simbolo '-'. E' possibile usare una qualsiasi combinazione di questi simboli. Ad esempio, il comando:
Codice: Seleziona tutto
chmod +w-x Video.wmv
Codice: Seleziona tutto
chmod g+w-x Video.wmv
Per specificare tutte le categorie si puo' usare anche il simbolo 'a', tale simbolo infatta sta per all, cioe tutti. E' da notare che tra i vari simboli non esiste alcuno spazio, occorre infatti scrivere tutti i simboli uno affianco all'altro senza interporre spazi.
Il modo più semplice utilizza le cosidette maschere binarie. È possibile specificare i permessi per ogni categoria di utenti singolarmente usando il metodo simbolico ma e' anche possibile specificare tutti i permessi di tutte le categorie di utenti contemporaneamente usando le maschere binarie. Il vantaggio delle maschere binarie e' la possibilita' di cambiare tutti i permessi usando un solo comando.
In una maschera binaria le tre categorie di utenti ossia le tre terne di simboli diventano 3 cifre in formato ottale, nel senso che ciascuna categoria e' rappresentata da un numero in base 8. Ogni numero ottale e' equivalente ad un numero di 3 cifre binarie:
Considerando ciascuno di questi 3 numeri binari come uno switch, cioe' possiamo abilitare o disabilitare un permesso. Il primo numero corrisponde al permesso di lettura, il secondo al permesso di scrittura ed il terzo al permesso di esecuzione.0 - 000
1 - 001
2 - 010
3 - 011
4 - 100
5 - 101
6 - 110
7 - 111
Il numero zero corrisponde ad un permesso disabilitato, mentre il numero 1 corrisponde ad un permesso abilitato.
Ad esempio osserviamo come la cifra ottale 5 ad esempio, corrisponda alla cifra binaria 101, cioe' significa lettura abilitata, scrittura disabilitata ed esecuzione abilitata. Cosi' 000 disabilita tutti i permessi mentre 111 al contrario li abilita tutti. Tradotto in base ottale significa che 0 disabilita tutti i permessi mentre 7 li abilita tutti, 4 abilita solo la lettura, 1 solo l'esecuzione e cosi' via. Ecco la corrispondenza con i simboli visti precedentemente:
A questo punto risulta evidente che per rappresentare le 3 terne corrispondenti alle tre categorie di utenti sono sufficienti 3 cifre ottali. La prima cifra ottale infatti e' relativa al proprietario del file, la seconda al gruppo a cui appartiene e la terza a tutti gli altri utenti del sistema. Quindi ad esempio, usando questo sistema con 000 disabilitiamo tutti i permessi a tutti gli utenti proprietario compreso (non consigliabile), mentre con 777 abilitiamo tutti i permessi a tutti gli utenti (altamente non consigliabile).0 - 000 - ---
1 - 001 - --x
2 - 010 - -w-
3 - 011 - -wx
4 - 100 - r--
5 - 101 - r-x
6 - 110 - rw-
7 - 111 - rwx
Ora evidenziamo un piccolo trucco e teniamo a mente
queste cifre ottali.4 - 100 - r--
2 - 010 - -w-
1 - 001 - --x
La cifra ottale 4 abilita il permesso in lettura, la cifra 2 il permesso in scrittura e la cifra 1 il permesso in esecuzione.
Bene, a questo punto per ricavare tutte le combinazioni di permessi possibili è sufficiente sommare queste 3 cifre ottali. Ad esempio, per abilitare lettura e scrittura occorre sommare 4 e 2 per ottenere 6 (che come si puo' osservare nella tabella precedente corrisponde proprio alla stringa 'rw-' cioe' lettura e scrittura abilitate ed esecuzione disabilitata). Per abilitare lettura ed esecuzione è sufficiente sommare 4 ad 1 per ottenere 5 (cioe' 'r-x').
Quindi per ottenere i permessi ('rwxrw-rw-') che il nostro file Video.wmv ha, bisognava dare:
Codice: Seleziona tutto
chmod 766 Video.wmv
Usiamo il comando "chown", con la sintassi
Codice: Seleziona tutto
chown nomeproprietario:nomegruppo nomefile
Codice: Seleziona tutto
chown user:suser nome_file
Sostituendo nome_file con nome_directory e se aggiungiamo il parametro opzionale -R lo applichiamo in modo ricorsivo a tutte le sottodirectory.
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Re: Tips & Tricks
Quante volte è successo di conoscere il comando, studiarsi le varie opzioni per meglio utilizzarlo e poi non usarlo per un po'... e dimenticarsene la sintassi esatta? A me capita spesso!
NdR: ricordo che i comandi dati vengono salvati in un file nascoto denominato ".bash_history", presente in ogni directory utente, anche in root.
Esiste un comando che ci fa visualizzare quel che cerchiamo molto velocemente. Il comando è:
Codice: Seleziona tutto
history
Una cosa che faccio spesso è montare in chroot Gentoo da Fedora...cosi posso sperimentare/compilare su Gentoo usando i programmi che normalmente uso su Fedora, ma non ricordo mai (esempio) la sintassi per montare in bind i device o in proc i processi e allora ricordo che posso utilizzare history:[root@localhost ~]# history | tail -n 10
993 /boot/exit
994 exit
995 history | grep mount
996 mount /dev/sda5 /mnt/gentoo/ && mount -t proc none /mnt/gentoo/proc && mount -o bind /dev/ /mnt/gentoo/dev && chroot /mnt/gentoo/
997 poweroff
998 grub
999 mount /dev/sda5 /mnt/gentoo/ && mount -t proc none /mnt/gentoo/proc && mount -o bind /dev/ /mnt/gentoo/dev && chroot /mnt/gentoo/
1000 history
1001 history | tail -n 10
..solo una parte...[root@localhost ~]# history | grep mount
934 mount -t proc none /mnt/gentoo/proc
935 mount -o bind /dev/ /mnt/gentoo/dev
938 mount /dev/sda5 /mnt/gentoo/
939 mount -o bind /dev/ /mnt/gentoo/dev
940 mount -t proc none /mnt/gentoo/proc
943 mount /dev/sda5 /mnt/gentoo/
944 mount -t proc none /mnt/gentoo/proc
945 mount -o bind /dev/ /mnt/gentoo/dev
955 mount /dev/sda5 /mnt/gentoo/
956 mount -o bind /dev/ /mnt/gentoo/dev
957 mount -t proc none /mnt/gentoo/proc
983 history | grep mount
984 mount /dev/sda5 /mnt/gentoo/
985 mount -t proc none /mnt/gentoo/proc
986 mount -o bind /dev/ /mnt/gentoo/dev
995 history | grep mount
996 mount /dev/sda5 /mnt/gentoo/ && mount -t proc none /mnt/gentoo/proc && mount -o bind /dev/ /mnt/gentoo/dev && chroot /mnt/gentoo/
999 mount /dev/sda5 /mnt/gentoo/ && mount -t proc none /mnt/gentoo/proc && mount -o bind /dev/ /mnt/gentoo/dev && chroot /mnt/gentoo/
1003 history | grep mount
Noto che i vari che mi servono sono:
e allora posso lanciare, in questo caso da root, il comando:984 mount /dev/sda5 /mnt/gentoo/
985 mount -t proc none /mnt/gentoo/proc
986 mount -o bind /dev/ /mnt/gentoo/dev
Codice: Seleziona tutto
!984 && !985 && !986
Codice: Seleziona tutto
!984 && !985 && !986 && chroor /mnt/gentoo
NdR: potevo benissimo fare direttamente:
Codice: Seleziona tutto
!996
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Re: Tips & Tricks
Scrivo questo suggerimento per chi avesse intenzione di vendere il proprio HDD e quindi vorrebbe cancellare definitivamente i dati senza ovviamente distruggerlo. Molti diranno: non basta formattare l'intero disco? La risposta è certo che no.
Formattare un disco significa reimpostare il file system e quindi verranno "resettate" le informazioni che permetteranno l'accesso ai dati desiderati, ma non i dati stessi (che quindi ci sono ancora!).
Quindi, anche se si è formattato un disco, si ha sempre la possibilità di ricreare le "informazioni" e ricostruire il file system.
Allora dobbiamo sovrascrivere i dati per "cancellare" i nostri dati. (NdR: la memoria può solo essere scritta e letta!).
Allora da root, preferibilmente da una distribuzione live, possiamo dare il comando:
Codice: Seleziona tutto
dd if=/dev/zero of=/dev/sda bs=1M
Per migliorare il comando precedente possiamo dare:
Codice: Seleziona tutto
dd if=/dev/urandom of=/dev/sda bs=1M
Inoltre se volessimo cancellare qualsiasi tipo di informazione dal MBP (Master Boot Program) contenuto nel MBR (Master Boot Record), cosi da non lasciare traccia anche su come era partizionato il disco e altre informazioni a basso livello, possiamo dare:
Codice: Seleziona tutto
dd if=/dev/zero of=/dev/sda bs=446 count=1
È ovvio che potete "estendere" questo metodo alle singole partizioni - non so per quale motivo - specificando al parametro of la partizione da raggiungere (sda1, sda2,..., sdb1 o quel che si voglia).
Ovviamente vi suggerisco sempre di guardare:
Codice: Seleziona tutto
man dd
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Re: Tips & Tricks
Riporto qui i vari codici che possiamo aggiungere alla riga del kernel che vogliamo avviare settando la risoluzione e i colori.
Va riportato l'opzione vga seguita dal numero.
Esempio: scrivere vga=792, se volessimo settare una risoluzione di 1024x768 con colori da 24bit!
_______800×600___1024×768__1152×864___1280×1024__1600×1200
8 bit ___vga=771____vga=773___vga=353____vga=775____vga=796
16 bit __vga=788____vga=791___vga=355____vga=794____vga=798
24 bit__vga=789____vga=792_____###______vga=795____vga=799
Spero vi sia utile
NdR: per editare il kernel basta selezionarlo, premere il tasto e, scrivere in fondo l'opzione desiderata, premere il tasto invio per dare conferma delle modifiche effettuate e avviare premendo il tasto b con le modifiche effettuate.
Nulla vieta di inserire la modifica editando il file xorg.conf!
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