Nei mesi passati ci siamo occupati del settore delle fonderie e di come i produttori fabless vogliano muoversi nel prossimo futuro in un mondo, quello IT, ormai pervaso da crescenti incertezze.
Questo approfondimento non vuole essere un semplice aggiornamento di quelli precedenti, ma vuole addentrarsi ad un livello superiore, sempre citando firme affidabili e siti conosciuti per cercare di mettere in relazione gli accadimenti attuali così da dare un quadro più completo della situazione, anche per l'immediato futuro.
Naturalmente non ci faremo emuli di Nostradamus o di altri portatori di profezie, tuttalpiù cercheremo, nei limiti dell'umano, di dare una ragione a molti dei movimenti che si sono delineati, si stanno delineando e si delineeranno nel mercato informatico.
Più è grosso, più si fa male quando cade
Pochi giorni fa Rory Read di AMD ha affermato, nuovamente, che la casa di Sunnyvale si dedicherà non più alla realizzazione della CPU più veloce sul mercato, ma alla creazione di un sistema equilibrato in quanto, ormai, vi è potenza da vendere per quasi ogni esigenza attuale: “That era is done. There’s enough processing power on every laptop on the planet today”.
Questo teorema, seppure sembri campato per aria, ha una certa solidità di pensiero. Guardando i listini hardware attuali notiamo che la differenza di prezzo tra vari componenti non è realistica, se confrontata con le prestazioni. La CPU Intel i7-3960X da 900 euro ha prestazioni inferiori, in certi ambiti, alla CPU Intel i7-3770K da 330 euro.
Lasciando da parte il differente socket utilizzato dalle due CPU, le differenti caratteristiche e quindi i differenti ambiti di impiego per cui sono studiate, e il fatto che AMD oggi non abbia nessun processore in grado di competere nelle prestazioni assolute con queste, vi è comunque una costatazione da fare, seguendo le parole di Read: spendere tanto, oggi, non equivale ad avere le prestazioni migliori, o le prestazioni richieste.
Un esempio ne è il recente lancio della APU Trinity mobile, da parte di AMD, la quale riesce spesso a garantire, nei giochi e nei programmi multimediali, prestazioni migliori delle top di gamma Intel con grafica integrata, a prezzi decisamente inferiori. La stessa cosa è accaduta con Llano e Brazos, nelle rispettive fasce di commercializzazione.
Tale visione l'ha ora capita molto bene Intel, la quale sta cercando di aumentare le prestazioni della GPU integrata in maniera massiccia, attraverso il raddoppio della potenza di calcolo della stessa ad ogni generazione di CPU. Con Haswell la storia, molto probabilmente, si ripeterà. In linea teorica, quindi, la potenza di calcolo della GPU aumenterà percentualmente in modo più marcato rispetto alla potenza di calcolo della CPU.
Alla luce di queste constatazioni non deve sorprendere che ARM, nei giorni scorsi, abbia affermato, attraverso il proprio CEO Warren East, che entro il 2015 punterà al 20% del mercato dei portatili, ed in maniera alquanto sicura: “It's going to be quite hard for Intel to be much more than just one of several players. But they'll be a perfectly credible player”.
I produttori di notebook, infatti, possono avere un prodotto meno costoso, che consuma meno, e quindi permette di utilizzare batterie più economiche, e che richiede la realizzazione di PCB meno complessi, aumentando ulteriormente gli utili per pezzo.
Con l'ultimo rapporto trimestrale Dell ha messo bene in chiaro una situazione difficile per tutti, di cui si parla spesso in news e articoli, ma sempre senza dati vivi, quelli provenienti dalle aziende effettivamente coinvolte: il mercato PC è effettivamente in crisi nera.
Intel continua a macinare utili su utili, anche l'ultimo trimestre fiscale è stato un trionfo, eppure alcune nuvole si raddensano all'orizzonte, soprattutto quando il proprio principale partner non è per nulla in forma. Effettuando un rocambolesco calcolo, Dell acquista circa il 15% della produzione di CPU di Intel, e poiché l'85% del fatturato di Intel si basa sulla vendita delle CPU x86, possiamo affermare che gli introiti di Intel derivino per il 12.75% da Dell.
Dell, in data 22 maggio, ha comunicato un fatturato di 14.4 mld di dollari per il primo trimestre dell'anno, in calo del 4% rispetto al fatturato del primo trimestre del 2011, ma la notizia più devastante è stata la diminuzione degli utili del 33% prendendo a confronto il medesimo periodo.
Intel ha venduto a Dell i propri prodotti allo stesso prezzo dell'anno precedente, ma Dell ha dovuto vendere i propri PC ad un prezzo minore, erodendo così la quota di utili. Intel continua a guadagnare, mentre i propri partner, tra cui Dell, il più importante, vedono i propri margini assottigliarsi.
Nel capitolo precedente si è accennato ad ARM ed alla sua possibile gloriosa cavalcata nel settore dei notebook, ed anche alle parole di Read di AMD. Perché quindi i produttori di PC, fino ad ora così ossequiosi nei confronti di Intel, non potrebbero rivolgersi verso altri lidi?
Dell ha visto sprofondare sia il settore consumer sia quello professionale, e non è un caso che già da mesi stia studiando soluzioni server basate su ARM. Questo passo potrebbe essere il primo di tanti che porterà a notebook basati su SoC ARM
Lenovo, Asus ed altre case sono al lavoro nella medesima direzione. Paul Jacobs, CEO di Qualcomm, ha affermato che i SoC Snapdragon saranno una piattaforma ideale, sia perché potenti, sia perché la stessa Qualcomm sta lavorando a stretto contatto con Microsoft per lo sviluppo di Windows 8: “We’re going to see some interesting stuff going on. Windows 8 on ARM is a big opportunity”.
Molti utenti ed appassionati, però, potrebbero storcere il naso per via delle prestazioni assolute dei SoC ARM, in ambito consumer, eppure le CPU Atom sono utilizzate senza problemi, seppure siano inferiori: ancora un residuo del markting Intel?
Il gioco delle quattro fonderie
Chissà se qualcuno di voi ha mai giocato ai quattro cantoni da piccolo. Per giocare bisogna essere almeno in cinque, ed uno di questi deve stare in mezzo. Quattro si distribuiscono a quadrato attorno al giocatore centrale, in posizioni dette “cantoni”. La distanza tra loro deve essere la medesima e lo stesso spazio deve esserci tra loro ed il giocatore centrale. In poche parole, tutti devono essere egualmente distanti. Lo scopo del gioco è scambiarsi di posizione (come nel baseball), evitando però che chi è al centro rubi un cantone. Chi rimane senza cantone va al centro.
Oggi Intel è quel giocatore al centro. Ha le fonderie migliori, il sistema produttivo più avanzato, ma produce solo per sé stessa, o quasi. Se il proprio business va in crisi, non c'è nulla con cui pareggiare il bilancio.
Ecco quindi l'idea geniale, capace di diradare quelle nubi precedentemente citate: produrre per altri, magari proprio per il futuro cavallo vincente.
Ad oggi Intel produce per tre, relativamente, piccole realtà fabless, Achronix Semiconductor, Tabula e Netronome, specializzate nella produzione di chip relativamente semplici, legati al settore embedded industriale.
Il vantaggio di Intel sui rivali visto da Netronome
Queste partnership serviranno ad Intel per fare esperienza quale produttore conto terzi, come accennato nell'approfondimento sulle fonderie, così da poter diventare produttore per aziende ben più blasonate. Il CEO di nVidia, Jen-Hsun Huang, ha apertamente dichiarato che Intel sarebbe un partner perfetto.
Se Intel è il giocatore centrale, le altre fonderie sono i giocatori nei cantoni. Queste accolgono le commesse di Qualcomm, Texas Instruments, Freescale, nVidia, STMicroelectronics e molte altre per la produzione di SoC basati su ARM, ma a volte alcuni problemi sopraggiungono.
TSMC, di cui abbiamo abbondantemente parlato, è ora alle prese con gravi problemi relativi alla produzione a 28nm, UMC sta modernizzando velocemente le proprie FAB per sfruttare la situazione, ed anche la cinese SMIC è duramente sotto ristrutturazione. GlobalFoundries sta ormai puntando sui SoC, e l'abbandono del sistema produttivo SOI ne è una conferma. Samsung, inoltre, sta cavalcando l'onda, arrivando addirittura ad affermare che entro fine anno produrrà senza problemi SoC a 20nm.
Queste fonderie hanno una posizione ben consolidata all'interno del panorama dei produttori conto terzi, ma cosa potrebbe accadere se Intel prendesse il posto di uno di questi?
In medio stat virtus
Posticipando di qualche riga la risposta alla domanda precedentemente posta, sarebbe il caso di fare maggiore chiarezza riguardo l'affermazione di Read: “That era is done”.
Oggi chi utilizza prodotti con capacità multimediali (smartphone, tablet, notebook) non vuole un mero strumento per scrivere un paio di righe con il word processor o per guardare un video su youtube; si vuole divertire a 360°. E questo lo vogliono i bambini di 10 anni come gli adulti di 50.
I videogiochi per smartphone e tablet, seppure di qualità infima (opinione personale), hanno aperto un nuovo mondo all'utente finale, il quale è sempre più catturato da animazioni in alta definizione con colori brillanti. Questo cambio di rotta ha portato ad un ripensamento dei processori generici e grafici, e tale cambiamento è sotto gli occhi di tutti: i SoC.
Spesso è la GPU a dover sobbarcarsi i calcoli più pesanti, lasciando alla CPU meri processi di routine. Lo stesso avviene nei notebook. Con l'allargamento del mercato la percentuale di utenti che ha un effettivo bisogno di certe caratteristiche si sta sta assottigliando. Fare encoding video, conversioni, grafica vettoriale ed altre attività simili è sempre più raro, percentualmente parlando. E' vero, si è tentata questa strada con i netbook basati su Atom, ma il problema, in quel caso, era proprio il processore.
Perché allora i produttori di notebook, e PC in generale, dovrebbero ancora fornire hardware utile ad una minoranza della “popolazione informatica”?
Un caso eclatante è quello degli utenti Apple, di notebook in particolare, i quali oggi in molti casi non riescono a godersi un gioco relativamente leggero come Diablo III, nonostante abbiano pagato il proprio portatile oltre 1500 euro poco più di un anno fa. Prodotto scadente o mancanza di equilibrio?
Non la prima, ma la seconda. Ecco perché le affermazioni di East e Read andrebbero soppesate attentamente, e non bollate come farneticazioni di pazzi. La stessa Intel, indirettamente, sta dando loro ragione, come precedentemente puntualizzato.
Ed ecco perché le varie fonderie si stanno attrezzando in questo senso. Perché TSMC ha dato priorità a nVidia e a Qualcomm, non a AMD o alle altre case produttrici di SoC? Perché GF sta puntando pesantemente sui SoC? Perché Samsung si è inserita in prima persona in questo settore?
Lo stesso motivo per cui Intel sta cercando di diventare una seria fonderia conto terzi.
Il wafer è tratto
Intel non è azienda che si accontenta di essere una comprimaria, lo ha dimostrato dismettendo la produzione delle Dram, un mercato eccessivamente saturo e competitivo, e diventando una delle più importanti produttrici di NAND Flash e SSD. Il trionfo di Intel significherà la sventura per un altro. E' vero, questo mercato non è un gioco a somma zero, se in espansione, ma sfortunatamente non siamo in questa situazione. Siamo in recessione, in molti settori informatici.
Ad oggi non è ancora possibile definire il ruolo che giocherà Intel in questo settore, ma una cosa è alquanto certa: l'ingresso della casa di Santa Clara ha scaldato gli animi dei contendenti, a vedere le spese sostenute in aggiornamenti e R&D.
E' notizia recente che Intel abbia scelto l'Irlanda quale paese dove far sorgere la prima FAB a 14nm, dedicata ai SoC Atom, la quale sarà pronta per il 2014. Otellini sta cercando di velocizzare i passaggi per avere un certo margine di sicurezza nei confronti di ARM, così da eroderne il market share nel mercato mobile, ma l'impresa è quasi disperata. Il fallimento attuale degli Ultrabook, probabilmente l'ultima speranza di un muro anti-ARM, ne è più che una prova.
Mooly Eden al CES 2012 parla degli Ultrabook
Se davvero avessero raggiunto il market share sperato, attorno al 40% (oggi siamo sul 3%), ARM avrebbe avuto meno chance per imporsi. Gli Ultrabook sono sì un prodotto costoso, non certo popolare, ma sono anche l'idea di un mondo informatico ormai superato: quello composto da computer con super processori, ma dalle capacità multimediali limitate.
Questo mondo informatico oggi è praticamente morto, ed Intel lo sta comprendendo. AMD lo ha capito grazie a Rory Read l'anno scorso, ma non è detto che abbia fatto in tempo. Nvidia è quella che lo ha capito prima, tra le grandi, ed è quella che ne sta acquisendo i maggiori vantaggi.
Conclusioni
Tra i produttori, ARM, al momento, è l'unica che può permettersi una certa sicurezza; i propri prodotti sono all'apice della notorietà e Microsoft, con Windows 8, le sta dando una grossa mano in ottica futura.
AMD, al contrario, deve costruirsi una nuova nicchia di mercato, compressa tra ARM e Intel. La vittoria della filosofia di ARM potrebbe portare nuova linfa alla casa di Sunnyvale, ma vi è anche da considerare il lato negativo: perché gli OEM dovrebbero comprare APU AMD invece di SoC basati su ARM? Read deve giocare molto astutamente la partita, con il supporto della neo assunta LaForce, e le recenti parole di Papermaster ne sono un presagio: AMD non perdonerà nulla a nessuno.
Qualcomm, nel caso si avverasse la profezia di Warren East, potrebbe diventare la seconda forza dopo Intel. I pripri SoC Snapdragon godono di un’ottima considerazione presso gli OEM e l’arrivo dell’ex AMD Eric Demers a capo del reparto grafico potrebbe darle un boost notevole, dal punto di vista multimediale.
In questo articolo non abbiamo toccato l'argomento Server, e il settore Business in generale, ma ci sarà tempo per farlo in futuro: le novità sono molte.