Scrivo questo perché mi ricorda troppo la situazione in cui si trova al momento nVidia. Sembra la riproposizione 20 anni dopo.
Era un uggioso giorno di ottobre, nel 1994, quando un indaffarato centralinista del supporto tecnico di Intel sollevò la cornetta per rispondere, come probabilmente era lecito aspettarsi, ad una delle tante richieste di aiuto, spesso anche stupide, che giungevano.
Quel giorno andò diversamente. Dall'altra parte del filo vi era Thomas Nicely, del dipartimento di matematica del Lynchburg College (Virginia), il quale chiamava perché un suo programma sul calcolo dei numeri primi, che girava su un PC nuovo fiammante equipaggiato con una recentissima CPU Pentium, stava dando risultati del tutto fuori di testa (solitamente più bassi del previsto).
Nicely spiegò, molto cortesemente, che in un primo momento pensava ad un proprio errore di programmazione, ma dopo aver controllato e ricontrollato il codice del proprio programma, dopo aver riformattato il PC, dopo aver disinstallato i software non necessari ed aver riavviato il tutto un'infinità di volte, era giunto ad un'unica conclusione: il problema risiedeva nella CPU. Sì, proprio quel Pentium costosissimo, fiore all'occhiello di Intel.
A quel tempo l'assistenza tecnica di Intel era suddivisa su tre livelli. Il primo livello, formato da qualche migliaio di centralinisti preparati sui concetti informatici base, si occupava delle richieste più semplici e/o stupide, spesso non correlate direttamente con i prodotti di Intel (un esempio è la domanda: “Where is the any key?”). Dietro questa prima linea di supporto vi erano circa 250 persone tecnicamente preparate per risolvere i problemi più tecnici. Nel caso il problema si fosse rivelato più serio del previsto, ci si rivolgeva direttamente agli ingegneri Intel, i realizzatori fisici dei progetti della casa di Santa Clara. Questi ultimi formavano la terza linea.
“What seems to have appened to Nicely is that his call should have been routed immediately to a specialist inside the Pentium team. All the warning signs were there. He was a math professor, not a teen-ager playing computer games. He identified his problem clearly as being related to the processor itself. And he had done enough corroborative testing to support, at least initially, the view that there was a bug inside Intel's flagship chip. Yet instead of treating Nicely's call as a high priority that required careful handling, the Intel staff member who spoke to him gave him the brush-off. He was told that there wasn't a problem with the chip, that it must be some other part of his computer system that was responsable, and that the company would get back to him. It didn't”, scrive Tim Jackson nel libro Inside Intel (Pag. 354).
In poche parole, il professor Nicely fu del tutto ignorato dal servizio assistenza di Intel, nonostante avesse speso un migliaio di dollari di sola CPU. Nicely, infatti, aspettò sei giorni una telefonata da parte di Intel per chiarire la faccenda, ma non si fece vivo nessuno.
Il professore, comunque, non rimase con le mani in mano, ed attraverso una fitta corrispondenza per email, contattando diversi sui colleghi in giro per gli Stati Uniti, informò la comunità matematica ed informatica più professionale dei problemi incontrati. Nacque così il gruppo di discussione “comp.sys.intel”, il quale andò raccogliendo tra i lettori non solo professori, ma anche tecnici, appassionati e clienti Intel curiosi.
Il successo di questo gruppo fu tale che la storia venne raccontata sulle prime pagine della rivista Electrical Engineering Times, il 7 novembre. Si venne allora a sapere che Intel sapeva del bug fin dall'agosto di quell'anno, e che una versione corretta del Pentium sarebbe entrata in produzione di lì a poco. Le parole dei PR di Intel non bastarono per placare l'onda montante della stampa specializzata, ed anche gli utenti comuni cominciarono a prendere in giro il gigante di Santa Clara.
Un esempio è dato da questa barzelletta:
“An Intel Pentium engineer goes into a bar and orders a drink. The bartender serves him and says: - That'll be five dollars – The Engineer splash a five-dollar bill on the counter and says – Keep the change!”.
Volete sapere come va a finire (questo è solo l'inizio)?
Comprate questo libro: http://www.amazon.it/Inside-Intel-World ... el+jackson
Ci sono una miriade di altri aneddoti sulla storia di Intel
Quando Intel, per una telefonata ... (nVidia related)
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