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Scuola Digitale: i terminali ed il loro utilizzo
Inviato: venerdì 7 giugno 2013, 7:45
da Fottemberg
Re: Scuola Digitale: i terminali ed il loro utilizzo
Inviato: venerdì 7 giugno 2013, 10:09
da Fottemberg
L'articolo è più lungo dell'altro, quindi armatevi di pazienza se vorrete leggerlo.
Re: Scuola Digitale: i terminali ed il loro utilizzo
Inviato: venerdì 7 giugno 2013, 10:12
da Sasha
fatto, penso il secondo tempo avrà luogo dopo pranzo
Re: Scuola Digitale: i terminali ed il loro utilizzo
Inviato: venerdì 7 giugno 2013, 13:29
da Mitch
Proporrei anche una versione audio-book di quest'articolo
Ottima esposizione che condivido in tutti i punti.
Potrei aggiungere il mio pensiero ma lo conoscete già (e non lo approrvate XD): io nelle scuole darei un PC super-potente ad ogni alunno e non un tablet. La creatività non la stimoli con un terminale...
PS. Fotty ma perchè scrivi "born
mobol" ?
PPS. Il paragone con la mitralietta mi ha aperto gli occhi
Re: Scuola Digitale: i terminali ed il loro utilizzo
Inviato: venerdì 7 giugno 2013, 19:50
da Fottemberg
P.S. Perché è una presa per il culo.
P.P.S. Aver studiato storia militare per anni in certi frangenti paga. Ho scritto la tesi della triennale a riguardo, titolo "Fortuna e sfortune della storia militare: dalla ricerca all'insegnamento", in collaborazione con West Point, mica pizza e fichi.
Era basata sul fatto che la storia militare non è solamente lo studio di guerre e battaglie, ma di un vero e proprio progresso trasversale che poi si incontra anche in ambito civile. Sfortunatamente dalla maggior parte dei professori di Bologna sono stato visto come un guerrafondaio. Ah, la miopia.
Re: Scuola Digitale: i terminali ed il loro utilizzo
Inviato: sabato 8 giugno 2013, 14:10
da dino
Complimenti per la ricerca e la dovizia di particolari
. Io prenderei in seria considerazione la realizzazione di un libro
Re: Scuola Digitale: i terminali ed il loro utilizzo
Inviato: sabato 8 giugno 2013, 20:33
da Fottemberg
Mi piacerebbe pubblicare un saggio sull'argomento, ma i contro sono numerosi:
- 1) attualmente lavoro 40 ore settimanali, mentre per pubblicare un saggio di questo tipo dovrei dedicarci almeno due mesi senza far altro. Il rischio, in caso contrario, sarebbe quello di concludere il lavoro per poi scoprire che un altro saggio simile al mio è stato pubblicato prima, vanificando quanto fatto;
- 2) causa punto 1), dovrei avere qualcuno che mi mantenga nel mentre;
- 3) il ricavato del libro sarebbe comunque miserabile, rispetto al tempo dedicatoci;
- 4) osservando il punto 3), si capisce perché in Italia nel 99% dei casi sono libri pubblicati da professori universitari, aka glieli finanzia l'ateneo.
In conclusione, non accadrà mai.