Ecco come SUSE vede l’open source per il 2013
Inviato: mercoledì 23 gennaio 2013, 17:31
Riporto un interessante comunicato stampa.
3 tendenze da tenere in considerazione per il nuovo anno appena iniziato
Milano, 23 gennaio 2013 – L’anno appena concluso è stato decisamente il periodo in cui l’open source ha registrato il suo maggiore sviluppo. Percepito inizialmente come un modello per risolvere le quotidiane questioni delle infrastrutture IT, è sbocciato grazie alla capacità di gestire questioni tecnologiche importanti come cloud, Big Data, gestione dei database e supercomputing solo per nominarne alcuni. L’esercizio dei sistemi IT è sempre più strettamente legato a variabili quali flessibilità, consumi e scelta, l’open source si è evoluto da alternativa low-cost a leva fondamentale del business aziendale.
Cosa ci si deve aspettare quindi per il 2013? Seguono le tre direttive chiave a guidare la comunità Linux e i relativi effetti sulle imprese viste da SUSE.
Trend 1: l’Open Cloud è ormai una realtà
L’open source è cresciuto enormemente nel mercato del cloud computing nel 2012, in particolare con OpenStack, il progetto studiato per aiutare le aziende a sviluppare le proprie soluzioni cloud-based. Iniziato con la partecipazione di poche centinaia di sviluppatori oggi ne conta oltre 1.400 e l’Openstack Summit di ottobre ha registrato il record di presenze da parte dei vendor. Nel corso del 2012 si è assistito anche alla prima generazione di aziende che hanno implementato soluzioni basate su OpenStack, tra cui SUSE Cloud, Inktank, Mirantis e B1 Systems, emergendo come una comunità consolidata ed energica di contributori allineati e congiunti.
Nel 2013 si prevede che questo trend continuerà a protrarsi e l’open source troverà sempre maggiore applicazione negli ambienti cloud data la sua flessibilità e capacità di adattamento ad infrastrutture IT complesse pre-esistenti.
Trend 2: Big Data – dai dati empirici ai fatti concreti
Come il cloud, l’area dei Big Data ha ricevuto un’enorme attenzione nell’ultimo periodo, guarda al 2013 come il momento per accrescere l’enfasi sui risultati, anche se ancora in fase iniziale di adozione e su progetti non ancora maturi. Nel regno dell’open source, Linux contribuisce all’affermazione dei Big Data attraverso la sua struttura in quanto soluzione ottimale per supportare il carico di lavoro di un numero elevato di processori e gestire efficientemente attività di computing su larga scala distribuite su progetti estesi come SAP HANA e Teradata.
Con il supporto dei maggiori operatori del mercato, l’open source è destinato a gestire una mole sempre maggiore di dati, in modo più veloce ed efficiente. Con il migliorare delle performance, il punto chiave per il prossimo anno sarà il livello di conoscenza che un’azienda potrà estrarre da queste massive piattaforme analitiche. Siamo ad un punto in cui si sta solo iniziando a conoscere ciò che non si conosce; in altre parole il livello di spunti che si ottengono da progetti Big Data è ancora minimo. Ma tutto ciò cambierà presto. L’open source, infatti, fornendo scalabilità e flessibilità alle aziende, farà in modo che le aziende comincino a tradurre tutti i dati analitici in reale conoscenza a supporto del business.
Trend 3: sviluppatori sofisticati cercasi
Dato il numero crescente di partecipanti, di tecnologie e un mercato altamente competitivo, lo sviluppo della comunità open source sta diventando sempre più complesso. Sviluppare soluzioni per ambienti cloud, ad esempio, richiede professionisti costantemente flessibili e pronti e i sistemi devono essere approvvigionati e gestiti tramite risorse già esistenti con tempistiche estremamente ridotte. Per fare tutto ciò c’è bisogno di uno sviluppatore più intraprendente e preparato.
Inoltre, la scalabilità degli ambienti IT di oggi richiede sviluppatori abili a lavorare con gli algoritmi e capaci di supportare carichi di lavoro in continua crescita. Più aumenta, infatti, il livello di complessità degli ambienti di lavoro esistenti, più diventano intricati i processi di scalabilità. Se non si possiedono le caratteristiche per elaborare questi algoritmi, un promettente progetto IT può trasformarsi in un vero e proprio fallimento. Oltre a questo, gli sviluppatori devono avere un nuovo livello di maturità e accettazione dell’ignoto. Quando si verificano alcuni processi senza premessa, gli sviluppatori devono essere in grado di riallocare le risorse velocemente, senza che il server vada in downtime. SUSE è sempre alla ricerca dei migliori sviluppatori, anche perché questi sono la chiave per guidare le sempre più complesse infrastrutture IT.
“La comunità open source ha avuto origine – e continua a essere animata – da un forte impeto. Quando si registra un anno come il 2012, dove la partecipazione e il contributo sono cresciuti in numerosi progetti, non si può che essere entusiasti per il prossimo livello di adozione e innovazione che ci attende” ha dichiarato Gianni Sambiasi, Sales Manager, SUSE Italy. “Qualunque professionista IT che voglia applicare le ultime tendenze in tema di cloud o Big Data non può non tenere conto delle possibilità offerte dall’open source. E’ un’opzione decisamente meno costosa e costituisce un’alternativa. Il 2013 è appena iniziato ma siamo convinti che ci riserverà delle grande soddisfazioni” ha concluso Sambiasi.