Parole dure, molto dure, dette da una persona che forse non ha neppure capito come funziona internet, se diamo uno sguardo a quello che scrisse il 19 febbraio del 2010, per L'Espresso. Nell’articolo, scritto per la rubrica Quinto Potere, si fa presente come cercando con un motore di ricerca la parola Gesù ci si imbatta in 4.830.00 siti, mentre se si cerca la parola porno se ne trovino ben 130.000.000 milioni. Al che, il Prof. Eco scrive: “Pensando che porno fosse troppo generico rispetto a Gesù, ho deciso di paragonare porno a religione: religione dà poco più di nove milioni di siti, certamente più del doppio di Gesù, il che mi pare politicamente corretto, ma pochissimo rispetto a porno”.
Il Prof. Eco, però, seppure stimatissimo semiotico, non ha pensato che Internet è uno strumento, o luogo, dove si parla prettamente inglese, e che la parola “porno” è molto simile a “porn”. I motori di ricerca, senza stare a complicare il discorso ed utilizzare termini sconosciuti ai più, tendono ad associare parole molto simili, soprattutto se quella cercata compone altre parole di segno praticamente uguale, con un significante simile. E’ il caso di porno e porn: sono segni praticamente uguali. Anche Religione e Religion sono simili, si chiederanno alcuni: è dunque vero che i siti che trattano di porno sono più di quelli che trattano di religione? No, perché quando si crea un sito si può dare a ciascuna pagina anche delle parole chiave (Meta Tag), parole chiave che verranno utilizzate dai motori di ricerca per mostrare i risultati all’utente (e questo è il metodo principale che utilizzano i motori di ricerca per indicizzare i siti). Religion è spesso giudicata troppo neutra da chi realizza tali siti, e quindi scartata. I Webmaster che realizzano siti Porno, al contrario, sono molto attenti ad inserire le Meta Tag in più lingue, così da avere un numero maggiore di visitatori. Cosa che non accade cercando Gesù, perché Jesus è un segno decisamente diverso e perché i webmaster di questi siti non hanno ragione ad inserire un Meta tag in altre lingue. Lo stesso discorso riguardo i Meta Tag vale anche per Religion.
Appurato ciò, e rifacendo la ricerca con Google, si scopre questo:
- Porn: 365.000.000 siti
Jesus: 658.000.000 siti
Religion: 494.000.000 siti
Il Prof. Eco, non conoscendo il mezzo, e non facendosi neppure le domande più scontate su di esso, giunge a conclusioni completamente inesatte, affermando che Internet è ricettacolo di vizi e malefatte. Molte persone, basandosi sulla autorevolezza di Eco avranno sicuramente preso per buone le sue affermazioni, senza farsi troppe domande.
Il Prof. Eco ha inoltre affermato che internet “ha promosso lo scemo del villaggio a portatore di verità”, ma il nostro si basa solo sui Social Network per fare questa affermazione, evidentemente non comprendendo che Internet è anche molto altro, ad esempio forum e portali di indiscussa qualità. Come in precedenza non aveva compreso che Internet è prettamente anglofono, ora restringe la propria tesi ai soli Social Network.
Sempre Eco afferma che “C'è un ritorno al cartaceo. Aziende degli Usa che hanno vissuto e trionfato su internet hanno comprato giornali. Questo mi dice che c'è un avvenire, il giornale non scomparirà almeno per gli anni che mi è consentito di vivere. A maggior ragione nell'era di internet in cui imperversa la sindrome del complotto e proliferano bufale”. Forse la carta stampata è immune alle bufale? Porta verità indissolubili e incontrovertibili? Chi si informa su quotidiani o libri di parte, è più intelligente di chi si informa su Internet? Non credo proprio, basta citare l'esempio Montanelli – Del Boca per smentire i punti avanzati più sopra: Indro Montanelli (simpatizzante fasciata anche in età repubblicana) offese per diversi anni a più riprese lo storico Del Boca (sia sul proprio quotidiano sia in TV) affermando che mai l'Italia ebbe ad usare gas tossici in Libia (rafforzando l'immagine post-guerra degli Italiani Brava Gente, del tutto falsa), per poi doversi cospargere il capo di cenere una volta venuta fuori la verità (La pagina Wikipedia di Angelo del Boca è ben realizzata su questo punto).
Il Prof. Umberto Eco, continuando, ha combattuto varie battaglie mediatiche a favore della televisione, anche attraverso il saggio “Apocalittici e integrati” (1964), difendendola da coloro che la vedevano come un mezzo svilente per la cultura. Ora, dopo 50 anni, Eco è passato dalla cerchia dei Progressisti, a quella dei Conservatori, oppure, citando il suo libro, da una via di mezzo tra Apocalittici ed Integrati (auspicata dallo stesso Eco), è passato ad essere un Apocalittico puro.
Il Prof. Eco, in conclusione, incolpa della “monnezza” che si pubblica su Internet non gli utenti O non tutti), ma Internet stessa. Eppure sono gli utenti a decidere quali contenuti hanno successo, attraverso le visite: se una cosa di infimo livello viene visualizzata più di un'altra “elevata culturalemnte” appare evidente che i primi a fallire sono stati le Famiglie e la Scuola, incapaci di educare la Persona (vedesi il successo di FaviJ). Il Prof Eco, essendo Docente Universitario e membro dell'elite culturale italiana, se in 50 anni non è riuscito a migliorare la situazione in cui versa le penisola, forse un po' di autocritica dovrebbe farsela (insieme ai suoi colleghi). Troppo facile buttare secchiate di merda su Internet. E lo scrive uno che è assai critico sull'utilizzo dei Tablet e delle LIM nelle scuole.