Correva l'anno 1891 quando Sir Arthur Conan Doyle scrisse in una lettera di voler uccidere il personaggio che lo aveva reso famoso in tutto il mondo, oltre che ricco, cioè Sherlock Holmes: "Sto pensando di uccidere Sherlock Holmes. M'impedisce di pensare a cose migliori". Perché scrisse ciò? Perché l'investigatore che abitava al numero 221B di Baker Street stava diventando troppo invadente, tanto che molti sapevano chi fosse Sherlock Holmes ma non il suo autore. I lettori, inoltre, volevano godersi continuamente nuove avventure, senza soluzione di continuità, e questo stava stressando notevolmente Conan Doyle, il quale invece avrebbe voluto dedicarsi ad altri generi letterari. Quando finalmente Sherlock Holmes morì, per mano del malvagio Professor Moriarty, Doyle pensò di essersi finalmente liberato da questa sua fastidiosa creatura. Ah, finalmente avrebbe potuto scrivere altri romanzi, soprattutto di genere storico! Non fu così. I lettori di Sherlock Holmes, venuti a sapere dei proponimenti di Doyle, alla fine lo costrinsero a ravvedersi due anni più tardi. L'investigatore tornò dalla "morte" per continuare le proprie avventure insieme all'inseparabile Watson.

La medesima sorte di Conan Doyle sembra inseguire gli sviluppatori del videogioco Terraria, come fa sapere Andrew Spink, uno dei fondatori di Re-Logic: "il team vorrebbe iniziare a lavorare su un nuovo videogioco, ma la situazione attuale non lo permette". Pubblicato nel 2011, Terraria ha venduto oltre 44 milioni di copie ed ancora oggi è perennemente in cima alla classifica dei videogiochi più venduti su Steam. Con una comunità così ampia risulta quindi difficile abbandonare Terraria, soprattutto perché porta una gran quantità di denaro nelle casse della società. Riuscirebbe a fare lo stesso un eventuale prossimo gioco? Come si suol dire, "chi lascia la via vecchia per la nuova, sa quel che lascia ma non quel che trova".  E l'attuale via, come detto, è lastricata d'oro.