Sta sollevando un certo scalpore la notizia secondo cui Nintendo utilizzerà un SoC di NVIDIA prodotto a 8nm. Più in particolare, molti utenti sembra si stiano stracciando le vesti in quanto il SoC, montato in una console che sicuramente sarà venduta a peso d'oro nel 2025, utilizzerà un nodo del 2020. I concorrenti (Sony, MS, Valve, ecc.), nel mentre, utilizzeranno nodi dai 5nm in giù per i propri futuri SoC.
Eppure non ci si dovrebbe meravigliare di ciò. Da sempre Nintendo vende un'esperienza ludica fatta di storie ed emozioni, non di grafica sbrilluccicosa. Lo stesso primo Switch uscì nel 2017 con un SoC già vecchissimo, un Tegra X1 del 2015, riciclato da NVIDIA dopo aver fallito in altri settori. NVIDIA, saggiamente, lo portò sui 16nm FinFET, così da renderlo meno "caldo" (la versione originale era sui 20nm di TSMC ed era un vero e proprio forno). Oggi, chi gioca con la Switch, non fa minimamente caso al SoC montato. Gioca ai giochi di Nintendo, e basta.
La casa Giapponese, quindi, farà benissimo a mantenere la retrocompatibilità con la prima Switch, e se questo vuol dire vendere un prodotto "vecchio" garantendosi margini utili mostruosi, buon per lei. Lo fa Apple, lo fa BMW, lo fa Coca Cola. Se questo modus operandi non piace non ci resta che fare una cosa sola: non comprare la Switch 2.