A mente fredda, dopo aver pubblicato una breve news nella sezione Inglese sulla scaletta dei nostri leak poi rivelatesi veritieri (Giusto per puntualizzare quanto le nostre fonti siano attendibili e zittire i detrattori di B&C), vediamo di analizzare quanto ha presentato Lisa Su, CEO di AMD, nella giornata di ieri.
Personalmente la cosa che più mi ha colpito è stata l’enfasi posta sulla nuova unità di Branch Prediction e Instruction Prefetch. AMD ha dedicato a questa uno spazio espositivo notevole, e le ha dato anche un nome: Smart Prefetch. È dai tempi del 6x86 (M1) di Cyrix (1996) che non vedevo posta tanta enfasi in questo ambito: la Branch Prediction Unit del 6x86 era capace di gestire più ramificazioni/opzioni (branches) del Pentium (Il quale era limitato ad una sola opzione) ed aveva una logica di predizione (Speculative execution) molto più avanzata rispetto ai prodotti di Intel ed AMD. La Branch Prediction Unit di Cyrix era così avanzata che Intel la copiò, ed in seguito perse la causa in tribunale con la rivale per appropriazione indebita di tecnologie altrui (Utilizzate nei Pentium Pro. Sì, anche Intel ha sfruttato il Reverse Engineering).
L’unita di prefetch di AMD, secondo quanto detto durante le presentazione, è co-partecipe per almeno il 25% dell’aumento di IPC di Zen rispetto a Excavator, e questo dimostra quanto il team di Suzanne Plummer abbia lavorato in maniera innovativa, grazie soprattutto alla libertà d’azione lasciata dalla dirigenza (All’epoca il CEO era Rory Read).
Sempre durante la presentazione si è fatto cenno al mercato di riferimento di Zen prima ancora che venisse avviato lo studio della uArch: il mercato High End, sia Desktop sia Server, contrariamente a quanto fatto da Intel, la quale con Skylake ha deciso di proporre una uArch adatta a tutti i tipi di mercato, da quello Mobile a quello Enterprise. Si tratta di una differenza di vedute notevole, che va ad impattare in maniera considerevole sul prodotto finale, in quanto AMD ha potuto sviluppare una uArch tagliata su misura per dare il meglio di sé attorno ai 90-100W di consumo nella variante Octa Core. Al contrario la uArch di Intel andrà a perdere necessariamente efficienza al salire della frequenza e/o del TDP. Questo spiega il perché Zen, nonostante i 14nm di GloFo siano inferiori ai 14nm di Intel, risulta più efficiente di Broadwell-E (Non è un miracolo, è stata una scelta progettuale ponderata).
In ultimo, tutte queste scelte hanno permesso ad AMD di poter creare una uArch sia dall’elevato IPC, sia dall’elevata frequenza. Per molti si trattava di una missione impossibile, ma va ricordato che, al contrario degli anni passati, ora i processi produttivi FinFET permettono una gestione della tensiona di funzionamento molto più granulare ed efficiente. Al pari di quanto accade in altri ambiti, oggi abbiamo assistito alla convergenza di ben tre fattori: un team di sviluppo motivato e capace, una tecnologia produttiva adatta, e una richiesta di mercato per il prodotto. Non è un caso, infatti, che moltissimi grossi clienti Enterprise stiano guardando con notevole simpatia a Zen.