Nelle scorse settimane abbiamo realizzato alcuni articoli sulla digitalizzazione della scuola italiana (Qui il primo), ed in particolare ci siamo soffermati sugli effetti negativi che potrebbero sorgere con una riforma mal pensata e strutturata, anche a causa delle stesse aziende che producono Tablet e PC: queste non sono opere caritatevoli, e per vendere i propri prodotti nascondono efficacemente, dietro una poderosa campagna di marketing, le zone d'ombra che potrebbero spaventare genitori ed insegnanti. La scuola è un mercato potenzialmente gigantesco, che può generare profitti notevoli: possono queste multinazionali agire per puro spirito di bontà?

 

 

Wendy Carlson, un'esperta di grafologia e di documenti forensi, recentemente ha pubblicato alcune considerazioni sull'argomento, per certi versi angoscianti. L'uso degli strumenti informatici, se da un lato ha permesso di velocizzare il lavoro, dall'altro sta facendo perdere agli utilizzatori la capacità di scrivere correttamente in corsivo. Non solo. Tablet e smartphone, privilegiando messaggi brevi e concisi, stanno impigrendo la mente degli utilizzatori, e questo si può osservare dalla lunghezza delle frasi: moltissimi, ormai, non riescono più a sviluppare un pensiero lungo ed articolato, fermandosi a concetti base, quasi elementari.

D'altra parte questi aspetti sono sotto gli occhi di tutti, se si ha un minimo di spirito di osservazione. Io stesso vedo professori che non ricordano più come si scrivono l'H o la F maiuscole in corsivo, ed anzi scrivono principalmente in stampatello: “Typing or texting is just a matter of punching and finger-moving. You don’t have to do much thinking because you are not allowing your brain to form neural processes”, afferma la Carlson.

La CNN, a tal proposito, cita uno studio del 2012, in cui si afferma che ben il 33% delle persone non riesce a leggere la propria grafia. Se si dovesse continuare su questa strada, potrebbe non essere difficile perdere quasi del tutto la capacità di scrivere correttamente in corsivo nell'arco di paio di generazioni. Le stesse istituzioni scolastiche, con la poderosa, e delirante, campagna di digitalizzazione che stanno portando avanti, potrebbero trasformare gli studenti in novelli analfabeti sui generis: saranno in grado di comprendere i testi scritti, ma non saranno in grado di riprodurli con l'ausilio di una penna o una matita. E' il futuro che vogliamo?