Una notizia da far tremare i polsi, per chiunque segua il mercato IT e dei semiconduttori con un certo interesse. La grande Intel, la Regina dei Processi Produttivi, potrebbe far produrre un proprio processore da una fonderie esterna (non si conosce il nome).

 

 

Da anni riportiamo come le fonderie Intel siano un costo non da poco, sia nel mantenimento sia nell'aggiornamento, come la stessa Intel sia costretta a vendere a prezzi stracciati i propri SoC, vanificando qualsiasi possibilità di utile, di come i prossimi nodi produttivi saranno antieconomici, rispetto ai 28nm planari, per la produzione di chip a basso costo (ss. SoC Mobile).

Ina Fried, di All Things D, riporta alcuni frasi di un'intervista a Brian Krzanich, CEO di Intel, e mano a mano che la discussione prosegue, in un continuo climax, si giunge tuono finale: “Krzanich also talked about two upcoming chips. Broxton, due in mid-2015, is aimed at the high end of the market. Sofia, due in the second half of 2014, is aimed at the value end of the market. Sofia integrates more features, but is made outside Intel’s factories. The following year the company will aim to bring production in-house using a 14-nanometer chipmaking process”.

Krzanich, enfatico, afferma riguardo Sofia: “Three months ago this wasn’t on the roadmap”.

In un editoriale di alcuni giorni fa abbiamo scritto come Intel in questo momento sia schiacciata sia da ARM, architetturalmente, sia dalle fonderie pure-play, dal punto di vista produttivo. La corsa a SoC sempre più economici, unita alla corsa spasmodica a nuovi processi produttivi stanno lentamente logorando la casa di Santa Clara: “The PC market is beginning to see signs of stabilization. What we need to watch is the emerging market” ha affermato sempre Krzanich.

Intel, alla fine, dovrà piegarsi alle logiche di mercato, e non più alla così detta legge di Moore: “We’re paying a price for that right now” ha detto Krzanich, riferendosi melanconicamente proprio a quella legge. Il successo dei terminali Mobile (Smartphone e Tablet) ha messo in crisi un sistema in cui ogni singolo processore doveva generare utili mostruosi, così da ripagare gli investimenti nelle FAB. Ora, i SoC generano utili irrisori. Gli utili si fanno con volumi di vendita immensi. Volumi che Intel non possiede.

Ecco quindi che Intel, proprietaria delle FAB più moderne al mondo, deve chiedere alle mediocri fonderie pure-play di produrre un proprio processore: i propri processi FinFET sono troppo costosi per produrre chip così economici.