E' la domanda che si pongono un po' tutti gli addetti al settore, compresi gli appassionati di informatica. Secondo la Roadmap ufficiale Intel del 2012 sarebbero dovuti essere pronti per la fine del 2013, mentre ora si parla addirittura di metà 2015. Come mai questo ritardo imbarazzante? Vediamo di scoprirlo.
E' il 9 novembre del 2012 quando il quotidiano irlandese The Irish Times pubblica una notizia davvero inaspettata: la FAB di Kildare avrebbe posticipato di circa un anno l'aggiornamento ai 14nm. Notizia inaspettata per due motivi. Il primo riguarda il forte aiuto economico che la UE avrebbe dato ad Intel per l'aggiornamento della FAB, grazie a notevoli sgravi fiscali. Il secondo riguarda l'Ego di Intel stessa, in un certo qual modo: i 14nm 3D Tri-Gate avrebbero decretato il quasi doppiaggio dei rivali TSMC, Samsung e GlobalFoundries, ancora fermi ai 28nm planari.
Alcune testate, tra cui l'inglese Electronics Weekly, affermarono che questa rinuncia all'aggiornamento della FAB irlandese era dovuta ad una causa in particolare: Intel non era ancora rientrata nei costi sostenuti per i 22nm, ma soprattutto avrebbe impiegato almeno un altro anno per rientrarvi. Passare ai 14nm sarebbe stato un semi-suicidio, soprattutto alla luce dei risultati finanziari comunicati poco dopo; i fondi cash da dedicare agli investimenti erano diminuiti di un buon terzo nell'arco degli ultimi 12 mesi. Questo ha determinato la richiesta di un finanziamento di 6 mld di dollari nel dicembre del 2012, appena un mese dopo la notizia relativa alla FAB di Kildare.
Come se non bastasse alcune voci, sia occidentali sia asiatiche, riportarono alcune notizie non buone per la casa di Santa Clara. Un utente di EETimes riportò che lo sviluppo del nodo a 14nm di Intel dovette essere abbandonato e poi ripreso ex-novo, con una perdita netta di circa 2 mld di dollari: "0% chance of shipping a single 14nm chip in 2013" (Settembre 2012). All'inizio del dicembre del 2012 la testata cinese Tech163 riportò un'altra notizia incredibile: il nodo a 14nm sarebbe stato rimandato commercialmente a fine 2014/inizio 2015.
Questo si può incastrare molto bene con quanto ha affermato il Professore Asen Asenov, della GSS (acronimo di Gold Standard Simulations) riguardo il processo produttivo Intel a 22nm confrontandolo con i processi SOI, e cioè che Intel avrebbe avuto molti problemi nella miniaturizzazione nell'era post 22nm. Non solo, molti esperti del settore delle fonderie, ed anche IBM, affermarono che i processi litografici attualmente in uso (e che usa anche Intel) sarebbero stati inadatti per i 16/14nm BULK o inferiori. Per questo ASML, primo produttore mondiale di macchinari litografici, ha “chiesto” ad Intel, TSMC e Samsung di comprare delle proprie azioni per supportare i costi di sviluppo di tecnologie più consone.
Intel, vista la situazione non proprio rosea, ha deciso di posticipare l'introduzione di Broadwell, anche qui per una serie di motivi decisamente pragmatici. La voce del rinvio di Broadwell, e del refresh di Haswell, in Cina era già cosa nota da circa un mese e mezzo, in termini ufficiosi, ma solo ora lo sappiamo per certo. Intel si vuole concentrare maggiormente nel campo del mobile, e le ultime alleanze del nuovo CEO ne sono un indizio. Solo ora, infatti, vediamo i SoC Atom @ 22nm (con architettura Out of Order, è bene puntualizzarlo), ed è su questi che Intel punta per il rilancio, non su Haswell o Broadwell. Il fatto che Silvermont equipaggerà le linee Celeron e Pentium desktop conferma tale ipotesi. A Santa Clara, quindi, non punteranno sulle CPU desktop con i 14nm, ma questi saranno pronti quando il nuovo Atom, Airmont, sarà pronto per essere prodotto a 14nm, cioè tra la fine del 2014 e l'inizio del 2015.
Non un processo produttivo a 14nm HP dedicato alle CPU desktop, ma dedicato ai SoC per smartphone e tablet, per massimizzare il risparmio energetico. La strada intrapresa è questa, a quanto pare.