"La Giornata mondiale del Backup" è un'occasione per ricordare alle aziende l'importanza di eseguire il backup dei dati e di avere tempi di reazione più rapidi, dato che gli attacchi ransomware continuano ad evolversi a livello globale. Storicamente, i backup non sono stati progettati per gestire o proteggere da azioni dolose, come gli attacchi informatici o l'eliminazione intenzionale dei dati. I backup, infatti, sono stati creati come strumento di recupero in caso di perdita accidentale di dati, guasti hardware e altri eventi imprevisti.
I gruppi criminali organizzati che operano attraverso la distribuzione di ransomware, adottano ogni possibile escamotage per impedire alle loro vittime di ripristinare i dati crittografati. Stiamo assistendo a un aumento degli attacchi che prendono di mira le copie shadow del volume o che infettano i backup nelle fasi successive della campagna. Un backup infetto può portare gli amministratori IT a ripristinare inavvertitamente l'accesso dei criminali informatici ai sistemi precedentemente attaccati.
Le soluzioni tecnologiche più recenti, come l'Extended Detection and Response (XDR), aiutano a rilevare precocemente gli attacchi complessi correlando gli eventi e i comportamenti delle minacce in più ambienti, per aiutare a bloccare i criminali prima che possano crittografare i dati a scopo di riscatto e/o esfiltrarli a scopo di estorsione.
Si tratta di una soluzione di sicurezza a più livelli, che riduce al minimo la superficie di attacco e che utilizza controlli automatizzati per bloccare la maggior parte degli incidenti di sicurezza. La gestione dell'accesso alle identità (IAM) continuerà a svolgere un ruolo altrettanto critico. Un solo account utente dirottato può compromettere tutti i backup, indipendentemente dalla loro ubicazione.
Sebbene sia raccomandato seguire la classica regola del 3-2-1, che prevede tre copie dei dati su due supporti diversi e una copia off-site per il ripristino di emergenza, questa non può sostituire una solida soluzione di sicurezza informatica.