All'inizio dell'anno con la presentazione degli Opteron 'Seattle', i primi processori ARM a 64bit per il mercato micro-server, AMD ha gettato le basi per portare la "strategia ambidestra" ad un nuovo livello.
Il piano, fortemente voluto dal CEO Rory Read per consentire alla casa di Sunnyvale di offrire differenti soluzioni sia nel mercato dei sistemi ARM che in quello x86, passa per la nuova roadmap che prevede tre progetti in ambito computing:
SkyBridge: si tratta di una nuova famiglia di SoC a 20nm, disponibile a partire dal 2015, caratterizzata da una compatibilità pin-to-pin tra processori ARM e x86. Questo significa che sarà possibile installare indistintamente su una sola piattaforma (mainboard) un SoC basato su design x86 + GCN oppure uno basato su ARM + GCN. Entrambe le soluzioni permetteranno di sfruttare i vantaggi dell'HSA (Heterogeneous System Architecture) che unifica l'approccio di programmazione tra CPU e GPU. La CPU x86 avrà una Core-Compute-Unit di generazione Puma+ mentre la CPU ARM si appoggerà al core Cortex-A57.
K12: parliamo dell'architettura alla base delle prime CPU ARM "custom" di AMD ad alte prestazioni e bassi consumi, che arriveranno nel corso del 2016. AMD ha acquisito il grado più alto della licenza ARM e sta progettando un proprio core (a differenza di Seattle o Project SkyBridge che sfruttano dei core ARM già esistenti).
"x86-next ": non si conosce ancora il nome in codice ufficiale, ma da San Francisco sono arrivate alcune conferme sulle indiscrezioni che abbiamo pubblicato nei giorni scorsi a questo indirizzo. AMD è effettivamente al lavoro su una nuova architettura x86, attesa per il 2017, che prenderà il posto della generazione dei core modulari introdotta con Bulldozer e successivamente perfezionata con le varie evoluzioni.