Ieri è stato il giorno del debutto della scheda Radeon R9 Fury X, la proposta top di gamma di AMD basata sulla nuova GPU Fiji e dotata di memorie HBM. La scheda è stata anticipata da AMD la settimana scorsa, in occasione dell'E3 di Los Angeles, ma solo ieri l'azienda americana ha dato il via libera alla pubblicazione delle prove prestazionali effettuate dalle principali testate.
C'era molta attesa per questa soluzione segnalata da AMD come la scheda che avrebbe dato il via ad "Una nuova era per il PC Gaming". In effetti Fiji è la prima GPU di fascia high-end sviluppata dalla casa di Sunnyvale esclusivamente per l'utilizzo in ambito gaming, tralasciando così gli scenari più impegnativi delle workstation grafiche, che invece hanno caratterizzato le precedenti generazioni di GPU Tahiti e Hawaii. In pratica AMD ha fatto con Fiji quello che Nvidia ha fatto con la nuova GPU GM200. Il motivo di questa scelta è lo stesso per entrambe le aziende americane e riguarda il limite raggiunto dalla tecnologia produttiva a 28nm di TSMC che ormai non consente di aggiungere altre unità funzionali per il computing senza sforare in consumi esorbitanti, ma nel caso di AMD c'è anche l'ostacolo del ridotto quantitativo di memoria on-package disponibile con la prima generazione della tecnologia HBM.
Alla luce delle analisi prestazionali emerge un quadro che vede la Radeon R9 Fury X leggermente dietro alla diretta rivale GeForce GTX 980 Ti di Nvidia, ma il divario si azzera quando la risoluzione dei test sale a 4K. Ancora una volta la sensazione dei recensori è quella di avere tra le mani una scheda estremamente competitiva ma che non riesce ad esprime tutto il proprio potenziale a causa di driver non ancora al top (basandoci sull'attuale generazione di giochi DX11, per i titoli DX12 le speranze sono migliori).
A nostro avviso AMD ha sbagliato a puntare tutto sulla potenza bruta delle HBM senza affinare anche l'architettura GCN e senza ottimizzare altri meccanismi (come la tecnica di color compression). Probabilmente a Sunnyvale hanno pensato che avere un bus da 4096-bit avrebbe risolto tutti i problemi di bandwidth ma non è stato così. Da questo punto di vista Nvidia è stata più concreta realizzando un'elegante ed efficiente soluzione di frame-buffer compression e continuando ad utilizzare le GDDR5. Detto questo è indubbio che le HBM rappresentino il futuro delle memorie per le schede grafiche (nVidia stessa le adotterà sulle GPU Pascal) e che AMD ancora una volta si è dimostrata pioniera in questo campo (ricordiamo che è stata anche la prima ad introdurre le GDDR4 e le GDDR5, nDA) correndo tutti gli inevitabili rischi dettati dal loro utilizzo prematuro.
L'unico punto su cui tutte le recensioni della R9 Fury X concordano riguarda il notevole impatto visivo della scheda e l'efficienza del suo sistema di raffreddamento CLLC. Dopo anni d'inseguimenti e tentativi, AMD è riuscita finalmente a presentare un prodotto reference di grande effetto che non sfigura con l'estetica imposta da Nvidia e le generazioni di GTX Titan.
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