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Ryzen, da quando si è sciolto l’NDA, è stato testato più che altro in ambito gaming, e questo ne ha messo in mostra il fianco – relativamente – debole. Sono partite così le solite campagne denigratorie da parte dei detrattori di AMD, eppure bisognerebbe tenere ben a mente che l’attuale Die di Ryzen, o sarebbe meglio dire “doppio die”, è di derivazione Server, proprio come lo sono i Die che sono utilizzati per le CPU HEDT di Intel.

I costosi, o costosissimi come nel caso del Core i7-6950X, altro non sono che CPU Xeon rimarchiate (E con qualche feature disabilitata) rivendute nel mercato consumer. Si tratta di CPU eccellenti in tutti gli ambiti, soprattutto quelli Prosumer, ma che spesso faticano a tenere il passo delle ben più economiche CPU mainstream di Intel, quelle per Socket 1151. In altre parole, le CPU HEDT di Intel si trovano nella medesima situazione di Ryzen, seppure costino circa il doppio.

Comunque, non siamo qui a domandarci perché sia partita questa shitstorm – a nostro parere decisamente ingiusta – nei confronti di Ryzen, e di come questa faccenda andrà a finire, in quanto non siamo una community di psicologi. Quello che vogliamo fare oggi, con questo articolo, è analizzare Ryzen sotto il punto di vista dei consumi, e più precisamente su quanto sia efficiente questa uArch prodotta con i 14nm FinFET di GlobalFoundries.

Perché? Perché, come detto qualche riga sopra, Ryzen è un derivato di un prodotto dedicato al mercato Server, ed AMD è lì che farà – come si suol dire – i soldi durante la seconda metà dell’anno. E a giudicare dai risultati ottenuti, Intel non ha da stare troppo allegra.