Torniamo a parlare di FreeSync vs. G-Sync grazie ad un bell'editoriale pubblicato da Damien Triolet su Hardware.fr.
Come noto a metà ottobre dello scorso anno Nvidia ha presentato la tecnologia G-Sync come soluzione definitiva ai problema di stuttering, tearing e lag nei videogiochi. Tale soluzioni si compone di un modulo hardware - da installare fisicamente nel display - che permette di sincronizzare il refresh rate del pannello con il rendering delle immagini in uscita della GPU. Poche settimane fa, all'International CES 2014 di Las Vega, AMD ha mostrato una tecnologia (ancora in fase sperimentale) simile al G-Sync ma che non richiede hardware aggiuntivo: FreeSync.
Da quel momento in poi il dibattito su quale delle due tecnologie fosse la migliore ha tenuto banco sui principali forum di appassionati di hardware e di videogiochi, alimentato anche da alcune punzecchiatine fatte dalle due aziende protagoniste: Nvidia contesta ad AMD l'aver mostrato FreeSync solo su un display per notebook, a causa della necessità della connessione eDP (Embedded DisplayPort), mentre AMD prova ad ergersi come paladina delle tecnologie "open". La verità è che di queste tecnologie conosciamo i principi di funzionamento ed i benefici ma, per il momento, sia Nvidia (che ha un prodotto finito e che è già in commercio) che AMD (che per ora ha solo una soluzione sperimentale) non hanno svelato tutti i dettagli, anzi adesso si sono chiuse quasi in un silenzio stampa.
Sicuramente a Nvidia va il merito di essere stata la prima ad interessarsi ai problemi di stuttering e tearing con questo nuovo approccio. Anche se AMD ha dichiarato di lavorare da più di un anno al "FreeSync", Damien ha scoperto che solo il 25 novembre 2013 (circa un mese dopo la presentazione di G-Sync) la casa di Sunnyvale ha depositato una SRC (Specification Change Request) per far integrare il supporto al refresh rate dinamico anche sullo standard DisplayPort 1.2a. Ad AMD va riconosciuta l'abilità di aver "scovato" un modo più semplice per farlo. Ricordiamo che all'atto pratico G-Sync e FreeSync funzionano alla stessa maniera: entrambi sfruttano gli intervalli VBLANK (cioè lo spazio tra due "immagini" sul segnale video) per mettere in stand-by il refresh del monitor in attesa della nuova immagine renderizzata dalla GPU. Il modulo G-Sync sostituisce completamente lo scaler del display, quindi risolve il problema alla radice, ma non è chiaro perchè necessiti dell'integrazione di costosi chip RAM su package FPGA (per un totale di 768MB) che inevitabilmente fanno lievitare il prezzo. I maligni parlano di limitazioni hardware sull'attuale generazione di GPU GeForce che hanno spinto Nvidia a sviluppare un dispositivo esterno così complesso e vedono in G-Sync solo una soluzione temporanea. All'opposto le GPU Radeon, e a detta di AMD anche i driver Catalyst, sono già compatibili/pronti per la gestione degli intervalli VBLANK.
Ma c'è dell'altro: in questa "battaglia" AMD sostiene di aver ricevuto l'appoggio di buona parte dei membri dell'organizzazione VESA (Video Electronics Standards Association) i quali hanno storto il naso non appena hanno visto Nvidia annunciare una tecnologia proprietaria per il refresh dinamico, spacciandola per innovativa, quando in realtà tale funzione era già contemplata nello standard eDP 1.0 del 2008. Precisiamo solo che sullo standard eDP 1.0 il refresh dinamico nasce come opzione per il risparmio energetico sui portatili (refreshare il monitor sempre al massimo della frequenza alza i consumi), mentre Nvidia utilizza il refresh dinamico per uno scopo completamente diverso.