È lontano, se parliamo di tempi informatici, il periodo in cui i SoC di Qualcomm erano prestazionalmente i migliori in ambito Mobile, oltre che dal punto di vista delle funzionalità integrate.
Introdotta nel 2012, l'architettura proprietaria Krait fu un enorme passo avanti rispetto ai core ARM Cortex-A9 standard utilizzati da tutti gli altri produttori di SoC. Krait aveva 11 stati di pipeline contro 9, integrava Cache L1 ed L2 associative condivise (come le CPU x86 di Intel), le istruzioni NEON, l'avanzata unità FP VFPv4 in pipeline e, in ultimo, era stata progettata fin da subito per il nuovo (all'epoca) processo produttivo a 28nm HKMG di TSMC.
Eppure, in questi tre anni circa, Qualcomm ha visto ridursi drasticamente il proprio vantaggio prestazionale, fino ad essere superata prima da Apple e poi da Samsung. Da Apple con la prima architettura custom ARM a 64 Bit, Cyclone (basata su ARMv8-a), da Samsung attraverso l'utilizzo di processi produttivi più avanzati (prima i 20nm HKMG, quindi i 14nm FinFET).
Nell'arco di questi anni, infatti, Qualcomm non ha saputo rinnovare la propria architettura ARM custom, e proprio per questo è entrata in una specie di "Panic Mode" che l'ha portata a prendere velocemente diverse scelte che, sommate, hanno provocato un disastro. Questo disastro prende il nome di Snapdragon 810.
Qualcomm, sorpresa da Apple e dalla sua architettura a 64 Bit custom, e spaventata dall'arrivo in massa dei SoC low cost a 64 Bit dalle case asiatiche (RockChip, MediaTek, HiSilicon, ecc), decise di sviluppare in fretta e furia un SoC in grado di colmare il gap con le rivali, in attesa della nuova architettura custom a 64 Bit. Si decise allora di utilizzare quando di meglio era possibile accorpare in quel frangente: core ARM Cortex-A57 e Cortex-A53, processo produttivo 20SOC di TSMC e GPU Adreno 430. Ma, come si dice, “la gattina frettolosa fece i gattini ciechi”.
Il SoC Qualcomm Snapdragon 810 è ormai universalmente conosciuto come il parente Mobile del mai dimenticato Prescott, e sebbene la casa statunitense abbia cercato di mettere una pezza attraverso la realizzazione di diverse revisioni (ora siamo alla v2.1), il SoC è rimasto sempre quello: una stufetta propensa al throttling selvaggio.
Con il nuovo Snapdragon 820, presentato in pompa magna sebbene alla data della reale commercializzazione manchino oltre sei mesi, Qualcomm spera di mettere finalmente la parola fine a questa agonia, che tra l'altro le sta procurando una contrazione delle quote di mercato non di poco conto, soprattutto nella fascia alta di mercato.
Il nuovo SoC integrerà un numero imprecisato di core di tipo custom, basati cioè sulla nuova architettura ARM proprietaria "Hydra" a 64 Bit. A questo punto sarà interessante osservare se Qualcomm avrà privilegiato l'elevato IPC, come ha fatto Apple con i core Cyclone, o se invece avrà privilegiato la frequenza a scapito dell'efficienza. Anche la GPU sarà completamente nuova, in quanto si tratta dell'Adreno 530, secondo alcune voci compatibile con le DirectX 12 (le API Vulkan saranno sicuramente supportate). Attualmente, comunque, Qualcomm ha tenuto la bocca cucita a riguardo.
Ultima importante novità di questo SoC, rispetto a quelli precedenti, riguarda il processo produttivo utilizzato. Qualcomm dovrebbe utilizzare i 14nm FinFET di Samsung e questa scelta, oltre migliorare notevolmente l'efficienza energetica del SoC, ci proporrà un interessantissimo confronto: il prossimo anno, per la prima volta, potremo osservare i SoC di punta dei tre leader di mercato (Apple, Qualcomm e Samsung) sul medesimo nodo produttivo, i 14nm FinFET di Samsung. Potremo quindi constatare con un certo grado di accuratezza quale delle tre case avrà prodotto il SoC migliore (Ricordiamo che anche Samsung nel 2016 potrebbe presentare un'architettura ARM a 64 Bit custom).