Alla base di RIDE 4 vi è come di consueto un alto livello di personalizzazione sia per la moto che per il protagonista, potrà essere sia uomo che donna. Al primo avvio potremo scegliere lo stile di guida, se conservativo o con le spalle in fuori, quanti e quali piedi tenere a terra in partenza, con quante dita utilizzare freno/frizione e così via.
Per quanto riguarda la parte meccanica, ogni moto potrà essere personalizzata utilizzando i crediti vinti ad ogni gara secondo le componenti basilari, ossia motore, sospensioni, sistema di scarico, sistema frenante e così via. Modifiche che "si sentono" il giusto pad alla mano, spesso e volentieri necessari se si vuole affrontare il tutto seguendo il giusto spirito di competizione, ovviamente in base alla difficoltà selezionata.
Per quanto riguarda la parte estetica, ogni utente avrà la possibilità di scegliere tra le livree predefinite oppure realizzarne una propria, sfruttando le proprie capacità oppure scaricando dalla community sticker/grafiche oppure interi set. La stessa cosa vale anche per il vestiario del pilota, con la possibilità di registrare vari preset da utilizzare a seconda dell'occasione.
A parte le classiche modalità online che vanta server dedicati, le cui lobby si riempiranno via via con il passare del tempo, il cuore del gioco è come sempre la modalità Carriera, ampliata a dismisura in questo titolo rispetto al predecessore.
Questa comprende inizialmente tre leghe suddivise per continenti, ossia lega Americana, Asiatica ed Europea, le quali proporranno al giocatore diverse sfide opportunamente geolocalizzate. Ogni lega prevede una sorta di "patente", ossia un determinato numero di ostiche sfide (Sezioni a tempo e/o a cancelli da superare a certa velocità, time attack, track day con l'obiettivo di compiere un certo numero di sorpassi) da superare senza fare alcun errore (Pena il riavvio immediato della stessa senza chiudere alcun occhio), che se completata con l'oro regalerà una specifica moto.
All'inizio dovremo scegliere a quale specifica lega partecipare, e successivamente raggiungere gli obiettivi necessari per sbloccare le restanti due oltre alla Lega Mondiale, anch'essa con la sua "patente". Il ventaglio delle competizioni - suddivise per eventi dedicati a specifiche categorie e/o annate - aumenta così a dismisura. Tra le altre cose, raggiungendo specifici obiettivi con alcuni marchi, verremo chiamati a correre in alcuni eventi come tester ufficiali.
A conclusione di ciò troveremo la World Superbikes Leauge e, novità, la World Endurance League.
Come già anticipato, RIDE 4 introduce gli eventi di tipo Endurance, ossia delle corse di lunga durata - da 20 minuti a 24 ore - dove alla partenza i piloti devono raggiungere le proprie moto in corsa, le quali prevedono pit-stop animati da sfruttare al meglio in base alla propria strategia (Relativamente al consumo di carburante e degli pneumatici). Insomma, il modo migliore per sfruttare il nuovo ciclo giorno-notte e le condizioni metereologiche dinamiche!
Il tutto ci porterà a correre su di un totale di 30 circuiti ufficiali e non sparsi per il mondo, molti dei quali caratterizzati da diverse varianti, e salire in sella a ben 176 moto di varie annate, cifra alla quale bisognerà aggiungere altri 81 mezzi che verranno introdotti dai successivi DLC gratuiti ed a pagamento. Ognuna di queste sarà ben categorizzata (Sportiva, Naked, Motard, da Corsa e così via), e caratterizzata da un coefficiente numerico che va da 1 a 999, utile a suggerirne le prestazioni complessive (Numero che ovviamente aumenta se si apportano migliorie meccaniche).
Rispetto al precedente capitolo troviamo dunque un numero inferiore di modelli, in quanto sono stati ricreati da capo e non "ricopiati" dal precedente capitolo. Per la gioia di molti sono state eliminate le moto da turismo, insieme sfortunatamente alle 125cc 2 tempi, ed al loro posto introdotte per la prima volta le Harley Davidson (Che per carità saranno pure bellissime da "vedere e guidare", ma "correrci" è tutta un'altra storia!).
Per quanto riguarda il modello di guida, questo segue chiaramente le fondamenta della serie, alle quali sono stati effettuati gli aggiornamenti del caso. Utilizzando la fisica realistica possiamo notare diversi miglioramenti, i quali lasciano chiaramente intendere che sviluppatori hanno deciso di spostare l'ago della bilancia verso la simulazione e non l'arcade, ma senza esagerare.
Pad alla mano, la differenza di peso e potenza da moto a moto si sente abbastanza. Bisogna imparare a conoscerle nei minimi dettagli per sfruttarle al 100% (Da qui il "livello di affinità" suggerito in gioco) e saper riparare gli errori effettuati, ma ancor di più bisogna realmente dare peso al proprio stile di guida per far si che il consumo degli pneumatici non diventi un serio problema (Entrare in curva derapando, così come uscirci sfruttando al massimo il controllo di trazione non li farà durare più di tre o quattro giri.. la differenza si avverte un giro dopo l'altro!), sopratutto con le moto di grossa cilindrata che tendono a strapparli in paio di curve.
Per raggiungere i migliori risultati servirà dunque scegliere la mescola giusta, effettuare una messa a punto accurata, comprendere come e quanto velocemente scendere in piega o aprire il gas e saper gestire la gara, sopratutto nel caso di pioggia e/o meteo dinamico (L'asfalto bagnato è una rogna come nella realtà, fidatevi!).
Dulcis in fundo, la difficoltà di gioco. L'introduzione dell'intelligenza artificiale A.N.N.A. ha colmato quel vuoto che c'era nel precedente capitolo, offrendo un elevato livello di sfida - anche ai settaggi medio/alti - e la naturalezza di avversari che non sembrano correre su rotaie, ma "piuttosto umani" e capaci spesso di sbagliare (E che diamine, non posso perderlo sempre e solo io l'anteriore quando oso in curva!).