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Conclusioni

La scelta di utilizzare un controller "fatto in casa" porta sicuramente ad alcuni vantaggi in termini di controllo del prodotto e di possibilità d'azione. OCZ ha pensato esattamente questo in occasione dell'aquisizione di Indilinx, ottenendo di fatto tutto il know-how per sviluppare in proprio non solo gli algoritmi di gestione dei dati delle celle di memoria flash ma anche la piattaforma hardware stessa. In questo modo la sinergia aumenta a dismisura: è possibile realizzare un algoritmo che si adatti perfettamente al chip hardware e, di converso, realizzare un progetto hardware che possa soddisfare in pieno tutte le necessità software.

Il disco Vector è il risultato di questa sinergia. Una soluzione che effettiavamente riesce a colmare tutte quelle lacune ch ein passato avevamo incontrato su altri SSD provati come la dipendenza delle prestazioni dal tipo di file, il decadimento delle stesse dopo i primi momenti di utilizzo o nel momento in cui lo spazio di storage comincia a scarseggiare. Tutte situazioni che non appartengono alle soluzioni della famiglia Vector.

Le prestazioni nel complesso sono in taluni casi ottime, come nelle operazioni di copia di file e cartelle, in altri buone, allineate alla media degli altri modelli concorrenti SATA 3.0. Lo spazio di storage effettivamente a disposizione dell'utente, per il modello da 256GB ammonta a poco meno di 240 GB (238,5GB), un valore tutto sommato interessante.

 

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Infine il prezzo: rispetto ai modelli concorrenti Corsair Force GS, A-Data SX900 ma anche lo stesso OCZ Octane o il Kingston HyperX, l'OCZ Vector costa di più. Siamo circa sui 270 Euro contro una media di 220 Euro per lo stesso taglio.