Nel Febbraio 2011 NVIDIA ha presentato il progetto Kal-El (nome di chiara ispirazione Smallvilliana), per tutti noto come Tegra 3, un SoC (System on a Chip) con processore mobile quad-core, evoluzione del Tegra 2. Apparentemente, tutti i produttori di chip mobile furono concordi nel dire che la direzione intrapresa da NVIDIA fosse quella più giusta, ma effettivamente, a distanza di un anno e mezzo, esemplari di tablet e smartphone quad-core si contano ancora sulla punta delle dita. E le piattaforme quad-core sono ancora meno: oltre a Tegra 3, esiste la piattaforma Exynos del nuovo Samsung Galaxy S III, mentre siamo ancora in attesa di vedere sul mercato le prime implementazioni di Qualcomm SnapDragon S4 Pro. Complice di questa "pochezza" anche la nuova ondata di soluzioni dual-core, parecchio ottimizzate nell’architettura e disponibili a buon prezzo. Si pensi ad esempio all’accoppiata Cortex A9 e GPU Mali 400MP che Sony e Samsung hanno deciso di piazzare su telefoni dal costo accessibile o alle CPU Qualcomm S4 Krait che non temono il confronto con la concorrenza a quattro core.
Tegra 3 rimane dunque l’attuale piattaforma mobile più potente in assoluto, grazie al numero di core ed alle frequenze di funzionamento della CPU ed alla GPU collocata all’interno del SoC, nettamente più potente di quella utilizzata in Tegra 2 (che a sua volta continua ad essere, almeno sulla carta, più potente di tutta la concorrenza in circolazione).
I core a disposizione della CPU Tegra 3, volendo essere precisi, non sono quattro, bensì cinque, quattro Cortex A9 che funzionano, a seconda delle specifiche del rivenditore, a frequenze superiori al GHz e che vengono sfruttati per applicazioni intensive che richiedono l’interazione dell’utente, abbinati ad un Cortex A9 “singolo”, che viaggia a frequenze nettamente più basse (circa 500 MHz), utilizzato invece durante lo stand-by inattivo e attivo (sincronizzazione mail, social network, musica, etc.).
Le premesse sono parecchio buone, e apparentemente pure i risultati. O almeno così dovrebbe essere, perché, per quanto NVIDIA di promesse con Tegra 2 ne abbia fatte molte e molto rumorose, alla fine dei conti molto è rimasto solamente nei numeri dei benchmark, con scarsa ottimizzazione del software ed una politica nella distribuzione dei sorgenti dei driver è diametralmente opposta al concetto Open Source di Android. Questo si è tradotto in cellulari molto costosi, facilmente svalutabili, clienti insoddisfatti ed in un repentino abbandono della più potente piattaforma dual-core da parte della comunità dei modders, che non avendo materiale sul quale potersi concentrare per lo sviluppo software sono stati costretti ad alzare bandiera bianca.
La gestione di Tegra 3 per ora pare stia procedendo su binari diversi. Nel frattempo ci apprestiamo a fare un’analisi delle sue caratteristiche e delle sue innovazioni.