Giusto qualche giorno fa, in una news dedicata all'imminante phablet con display flessibile G Flex di LG nato per contrastare il Samsung Galaxy Round, abbiamo fatto un piccolo resoconto di come è variata negli anni l'evoluzione degli attuali smartphone Android.
- anno 2010 - SoC con CPU single-core da 1GHz, 512MB di RAM e display da 4"
- anno 2011 - SoC con CPU dual-core, 1GB di RAM e display da 4,3"
- anno 2012 - SoC con CPU quad-core, 2GB di RAM e display HD 720p da 4,7"-4,8"
- anno 2013 - SoC con CPU quad&octa-core, 2&3GB di RAM e display FHD 1080p da 5-6"
L'anno 2014 sembra invece il palcoscenico ideale per i SoC a 64-bit con istruzioni ARMv8 (come già visto sul recente Apple A7), 4GB di RAM e display flessibili con risoluzioni oltre il FullHD.
Ad alimentare questa tesi ci pensa l'azienda Cinese Vivo, la quale ha da poco pubblicato una interessante immagine teaser.
Questo suo nuovo phablet Android, denominato Xplay 3S, sarà a quanto pare il primo ad adottare la risoluzione QHD 1440p, una ingente quantità di Pixels presumibilmente spalmata su di un presunto display con diagonale da 6" (489 PPI); ben 587 PPI nel caso di un 5".
Il lavoro sporco di gestire tale risoluzione sarà altresì affidato al SoC Qualcomm Snadragon 800 nella variante MSM8974AB, la quale differisce da quella più comune ed attualmente sul mercato grazie ad una frequenza maggiorata della GPU Adreno 330.
(schema di confronto delle risoluzioni sopra citate)
Attualmente la risoluzione HD (1280x720p) è più che sufficiente per display da 5" (293 PPI), mentre quella FHD (1920x1080p) è attualmente il massimo che si può richiedere a pannelli con diagonali da 5" (440 PPI) e 6" (367 PPI).
In entrambi i casi è difficile distinguere i singoli Pixel ad occhio nudo e, bisogna ricordare che una maggiore risoluzione impatta negativamente ed in maniera più che evidente l'autonomia degli attuali smartphone.
Considerando quanto scritto sopra, voi credete che questo step evolutivo sia necessario ma sopratutto utile?