Circa 10 anni fa scrissi una trilogia di articoli in cui criticavo fortemente l'utilizzo massivo dei Tablet e delle App in ambito scolastico e pronosticavo un gigantesco fallimento nel caso questi strumenti fossero stati dati in mano ad insegnanti (italiani, inglesi, o svedesi poco importa) impreparati a sfruttarli.
Letture di interesse:
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Sebbene sia cresciuto a pane e PC ho sempre visto nella didattica tradizionale e nella scrittura in corsivo dei capisaldi fondamentali della nostra educazione scolastica. Naturalmente, essendo un buon conoscitore sia della didattica tradizionale sia del mondo informatico, in classe mi sono spesso permesso di creare attività molto particolari. Non fine a sé stesse, naturalmente, ma in grado di far mettere in pratica agli studenti quanto avevano imparato nel metodo tradizionale (la creazione di una Graphic Novel attraverso l'App Comica, ad esempio). Naturalmente i miei colleghi più ignoranti (non ho timore a dirlo) vedevano in queste attività dei semplici giochi, e non delle attività costruttive. Qualsiasi cosa non fosse un PowerPoint o un documento Word è visto come prodotto inutile. E lasciamo perdere il fatto che questi stessi miei colleghi facciano fatica ad accendere un PC o a collegare un mouse USB ...
Questa introduzione vuole semplicemente confermare come non basti dare ai docenti dei moderni mezzi informatici per fare della didattica innovativa (tutti, anche i più inetti, son capaci di creare un quiz con Kahoot! o una presentazione animata), ed è qui che si inserisce il fallimento della proposta svedese (che presto sarà raggiunta dall'Italia, da quello che vedo).
Si è pensato ai mezzi digitali come ad uno strumento in grado di sopperire alla sempre maggiore difficoltà del corpo docente di relazionarsi con una contemporaneità informatica, banalizzando in questo modo la trasformazione della nostra società. Essere nel terzo millennio non significa semplicemente realizzare un testo Word. Significa capire come sfruttare al meglio gli strumenti che ci vengono forniti. Il recente timore per l'arrivo dell'Intelligenza Artificiale è a questo punto normale, se pensiamo al nostro corpo docente: al 99% una massa di insegnanti che non sa sfruttare, adattandosi, quello che viene loro fornito. I docenti non sono mentalmente fluidi, ma dei mattoni. Invece di far capire agli studenti come trarre vantaggio dall'IA (es. ChatGPT), la si vieta loro. Perché fanno ciò? Questi strumenti sono qui per restare, non ci abbandoneranno più. Compito dell'insegnante, allora, è proprio quello di far capire agli studenti come sfruttare questi strumenti.
Mi ricordo quando fecero la propria comparsa i primi PC presso la mia scuola media. Una manciata di insegnanti ci insegnò ad utilizzarli (ed io ebbi la fortuna di avere un'insegnante di Italiano mentalmente aperta). Altri miei compagni i primi PC cominciarono ad utilizzarli dopo le superiori.
Neil Selwyn, Professore presso la Monash University di Melbourne, descrive così il fallimento della proposta svedese: "The Swedish government does have a valid point when saying that there is no evidence for technology improving learning, but I think that’s because there is no straightforward evidence of what works with technology. Technology is just one part of a really complex network of factors in education".
Esiste una battuta vecchia come l'informatica, e che gira presso tutti i Call Center: "Il principale problema, quando chiamano, si può ritrovare tra il Monitor e la sedia". A scuola, invece, si può trovare tra la cattedra e la sedia.