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Le avventure grafiche sono diventate un genere di nicchia, dopo aver quasi rischiato di scomparire completamente, quando Sierra e Lucas Arts smisero di produrne (la prima perché fallì, la seconda perché si dedicò al franchise di Star Wars).

Fortunatamente le case di sviluppo minori e, soprattutto, gli sviluppatori indie sono riusciti a colmare tale vuoto, attraverso la pubblicazione di veri e propri gioiellini. Questo revival ha spinto diversi publisher a pubblicare le versioni remastered in alta risoluzione di numerose perle del passato, tra cui possiamo citare Monkey Island 1 e 2, The day of the Tentacle, Full Throttle.

Anche gli sviluppatori indie italiani sono riusciti a creare diverse ottime avventure (Tales, Dentures And Demons, ad esempio), acclamate in tutto il globo, rinverdendo una tradizione italica di vecchia data (chi non ricorda The big red adventure e Tequila & Boom Boom della Dynabyte?).

Oggi siamo qui per recensire l’ultima fatica di Stefano Mazzotta, già da noi intervistato: Moth Lake è un’avventura grafica in parte atipica, in quanto integra anche alcune componenti Arcade e Stealth, sulla falsariga di quanto in passato si è già visto in Zak Mckracken e Full Throttle.

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Come per gli altri giochi di Stefano, anche in questo caso i protagonisti sono dei bambini. In Moth Lake, sei ragazzini si lanceranno alla ricerca di un bambino scomparso in un’ambientazione horror ben studiata, in cui potremo trovare sia delle situazioni Gore splatter, sia momenti di tensione più sottili. Ad enfatizzare l’ottimo lavoro svolto dal punto di vista grafico e della storia ci pensa una colonna sonora semplice, ma di estrema efficacia. Vi consigliamo davvero di giocare Moth Lake al buio e con il volume a palla!

La trama mi riporta alla mente il racconto The body di Stephen King, da cui è stato tratto il film Stand by me.

Un'oscura notte un ragazzino scompare dalla sua famiglia adottiva e sei adolescenti suoi coetanei (o giù di lì) decidono di andarlo a cercare. Questi sognano, anche avidamente, di ricevere una grande ricompensa nel caso dovessero riportarlo a casa sano e salvo. Non passerà molto tempo quando scopriranno cosa sta realmente accadendo a Moth Lake, una piccola città piena di misteri, segreti, luoghi spaventosi, personaggi ignobili e molto altro. Durante questa storia i giovani protagonisti dovranno affrontare le proprie paure, e fare i conti con il proprio passato. 

Interessante, vero?

Come in Dentures & Demons, anche in questo caso i ragazzi cercheranno di catturare sia le problematiche che sono costretti a vivere i giovani di oggi, sia le loro speranze. Il tutto è condito dalla classica dialettica giovanile, fatta anche di insulti, canzonature e citazioni che forse i più attempati faranno fatica  a cogliere.

Il giocatore potrà scegliere il proprio personaggio preferito con cui giocare, ma non mancheranno momenti in cui sarà necessario giocare con un altro ragazzo, in quanto dotato di skill particolari per superare certe situazioni. Siamo comunque certi che il giocatore riuscirà ad affezionarsi a tutti e sei, in quanto incarnano una sfaccettatura della nostra anima giovanile.

Ciliegina sulla torta, il gioco prevede diversi finali, ed alcuni potrebbero trovarli malinconici. State quindi ben attenti a prendere le decisioni durante il gioco, perché le vostre azioni determineranno la conclusione. 


Le precedenti avventure grafiche di Stefano sono state studiate per i dispositivi Mobile, in particolare gli Smartphone, così da essere giocate anche in viaggio o nei momenti di pausa, grazie anche all’ottima idea di suddividere i giochi in brevi capitoli dal salvataggio automatico.

Con Moth Lake, al contrario, Stefano cerca di attirare anche gli utenti PC grazie ad un sistema di controllo sfruttabile anche da tastiera e ad una serie di minigiochi che richiamano molto i vecchi successi di Lucas Arts (chi si ricorda, ad esempio, le botte in moto in mezzo a canyon in Full Throttle, o alcune sezioni di Maniac Mansion?).

Non ci troveremo, quindi, soltanto a dover risolvere i classici enigmi che normalmente affollano le Avventure Grafiche, ma anche diversi sottogiochi. Questi varieranno di genere e difficoltà, e sicuramente ad alcuni faranno venire il nervoso, poiché porteranno alla morte del nostro personaggio! Ma non preoccupatevi, non sono assolutamente impossibili, e grazie a vari walkthrough disponibili su YouTube li potrete superare senza problemi.

Lo svolgimento della storia richiederà di impersonare i vari personaggi, così da sfruttare le loro caratteristiche peculiari. Da un certo punto di vista mi ha ricordato The Day of the Tentacle e il già citato Maniac Mansion.


Il titolo può essere giocato, grazie alla sua natura multipiattaforma, sia con la classica combo mouse+tastiera, sia con un gamapad (utile nelle sezione stealth), sia con un più esotico monitor touchscreen. Personalmente, comunque, essendo un giocatore di vecchia data, consiglio il sempreverde mouse.

Come avrete sicuramente osservato, la grafica in pixel art, in grande spolvero da diversi anni, grazie a titoli quali Meat Boy e Terraria, è un chiaro richiamo ai classici del passato di Lucas Arts, Sierra, Westwood Studios e via discorrendo. Nonostante la sua relativa semplicità, ben si sposa con l'ambientazione horror, grazie anche ad un'ottima colonna sonora.

Il mio consiglio, dopo averlo giocato per diverse ore, è di gustarselo al buio, magari con le cuffie. A volte potrete anticipare l'arrivo di un mostro grazie ad alcuni flebili rumori in avvicinamento ... e questo non farà altro che aumentare la tensione, hehe!

La colonna sonora, in ultimo, è ben scritta, risultando piacevole. Comprando il gioco avrete la possibilità di ascoltarla quando vorrete, ed alcune tracce sono sicuro che finiranno nella vostra play list sullo smartphone o sul PC.


Non c'è che dire, Stefano ha realizzato davvero un'ottima avventura grafica. Gli ingredienti per renderla godibile ci sono tutti (grafica, soundtrack, gameplay, storia), ma quello che a mio parere la rende davvero imperdibile è l'atmosfera di rievocazione di un tempo che purtroppo per me (e probabilmente anche per Stefano) non tornerà più: quello dell'infanzia, con i suoi misteri, i suoi sogni e le sue paure.

Per questo motivo, a mio parere, questo è un perfetto videogame da fare giocare agli adolescenti di oggi, sia a quelli che non leggono nulla, sia a quelli che consideriamo secchioni. Un gioco per tutti, in grado di farci pensare con leggerezza, confrontando il mondo in cui viviamo con quello in cui vivono i vari protagonisti di Moth Lake. Scommetto che, pensandoci anche solo pochi secondi, troverebbero più di un punto in comune, nel bene e nel male.

Beh, siete ancora qui a leggere queste conclusioni? Andate a giocare la Demo, e nel caso vi piaccia (cosa di cui sono certo), compratelo e giocatelo tutto. Non ve ne pentirete.