Come abbiamo già avuto modo di osservare, il protagonista di questo nuovo titolo appartenente alla serie "Mafia" è un orfano di colore, dunque non un Italiano come vuole la tradizione. Ciò nonostante, la trama realizzata dagli sviluppatori attorno a Lincoln Clay è piuttosto convincente e, ancora una volta, ci dimostra il vero significato o, meglio, il modus operandi della Mafia.
La trama viene "raccontata" come se fosse una sorta di documentario, sia attraverso diversi filmati che fanno da intermezzo alle fasi di gameplay, sia attraverso la testimonianza di personaggi chiave della trama, come il braccio destro del protagonista denominato "Donovan" oppure "Padre James", facendoci capire che "giocheremo" qualcosa di già accaduto; questo dovrebbe suscitare nel giocatore la curiosità di scoprire il finale della storia (unico motivo per giocare tale titolo, dato che non esiste alcun tipo di multiplayer).
Al fine di vendicare le perdite subite il protagonista tenterà di minare le basi del sistema di "Sal Marcano", il cattivo di turno. Questo ci porterà a conquistare letteralmente i 9 quartieri di "New Bordeaux", ossia una discreta riproduzione di New Orleans di fine anni '60 con tanto di "razzismo a gò gò".
Le mecchaniche risultano più o meno simili durante l'intero gioco, dunque alla lunga un tantine noiose: bisogna prima rovinare i diversi giri criminali (prostituzione, vendita illegale di alcoolici e così via) per poterli poi far propri affidandoli ai propri "picciotti". Inizialmente le scelte saranno obbligate e mirate, ma diverranno in un secondo momento libere (occhio alle possibili "rivolte" ... ma non possiamo dire altro).
A supportarci in questa impresa vi sarà un discreto arsenale, composto da armi più o meno "mortali", che lascia all'utente una vasta serie di opzioni per completare i propri compiti.
Mafia III dispone inoltre di una componente "stealth" ben studiata, da sfruttare tramite movimenti furtivi e fischi per attirare l'attenzione - oltre che sfoderando armi silenziate - nel caso in cui la modalità "spacco tutto", supportata comunque da un buon sistema di coperture, non sia di vostro gradimento; non manca la possibilità di spostare i corpi, magari nascondendoli, o nel caso in cui sia possibile lanciandoli nella palude (così che diventino un caldo pasto per gli alligatori).
Inizialmente potremo utilizzare le armi che ci vengono fornite o che troveremo durante il corso delle missioni, mentre raggiunto un determinato punto della storia potremo chiamare un "corriere" che ce le consegnerà "ovunque" ne avremo bisogno.
Una delle componenti che abbiamo apprezzato maggiormente di questo Mafia III è la fisica di guida dei veicoli. Ogni tipo di auto ha un suo "handling" ma, modello più modello meno, ognuno di questi tende a lasciare a terra gli pneumatici ed a "imbarcare" nelle curve, come dovrebbe effettivamente accadere nella realtà. Il tutto viene enfatizzato dalla modalità "simulazione" selezionabile dai menù, che elimina i piccoli aiuti di guida che la rendono molto arcade.
Come per le armi, non avremo un vero e proprio punto di riferimento per conservare le nostre auto (dimenticate i garage). Proseguendo con la storia ci verrà offerta la possibilità di farci recapitare un veicolo, tra 9 modelli disponbili, in qualsiasi posto ci troviamo.
Al contempo non esiste più il consumo di carburante, nonostante siano presenti le stazioni di servizio. Anche la personalizzazione dell'auto risulta limitata ai soli parametri prestazionali (sempre tramite "il corriere delle armi").
Una delle componenti sulla quale personalmente ho molto da ridire è l'AI dei nemici. Questi risultano spesso goffi, prevedibili e talvolta incomprensibili; è capitato più volte che venissi scoperto con il colpo in canna dietro ad un riparo, ma paradossalmente questi prima di fare fuoco contro il mio povero Lincoln ci hanno pensato sù più volte ...
Se non altro questi hanno dalla loro parte un lessico ben colorito da sfoggiare nei nostri confronti, che spesso e volentieri ci strapperà qualche risata, e discrete reazioni nel momento in cui i loro corpi vengano ripetutamente colpiti dalle nostre pallottole. Seppur inermi, nel caso non fossero morti, questi rimangono a terra a lamentarsi, toccandosi nei punti in cui vengono colpiti, e perchè no mostrandoci il dito medio mentre crepano.
La polizia dal suo canto sembra molto poco suscettibile. Sebbene dalle battute iniziali del gioco ci venga suggerito che, oltre a commettere crimini, questi ci daranno sicuramente addosso nel momento in cui attueremo una condotta di guida scorretta, personalmente ho perso il conto di quante volte ho sorpassato le volanti in derapata mentre queste erano ferme ad un incrocio, con il semaforo rosso, senza che facessero nulla.