Un nuovo NAS è giunto in redazione e questa volta, dopo una discreta serie di dispositivi dual-bay, si tratta del primo quad-bay che andremo a testare. Si tratta, più precisamente, del Buffalo LS441D, un NAS di fascia media destinato al mercato SoHo, e che presenta quali caratteristiche principali l'estrema facilità d'uso e l'eccellente software di supporto.
Come abbiamo già avuto modo di scoprire sia tramite l'intervista ad Ortolachipi Unai di Thecus, sia tramite le nostre puntate al CeBIT di Hannover, il mercato dei NAS è attualmente in rapida espansione e l'utilizzo di questi prodotti si sta allargando tanto presso le piccole aziende, quanto presso le famiglie o i piccoli uffici. Il Cloud è sì in una fase di espansione altrettanto rapida (se non di più), ma il poter godere dei propri file in locale, e non in remoto accedendo ad un server sperduto chissà dove, si presenta oggigiorno come un'opzione del tutto percorribile su larga scala, soprattutto dal punto di vista dell'esborso economico.
Proprio per questo il portfolio prodotti delle varie case che operano nel mercato dei NAS si sta allargando molto velocemente ed in tutte le direzioni, tanto che i NAS quad-bay potrebbero diventare una soluzione alquanto comune anche in ambito casalingo. Il NAS Buffalo LS441D che andremo a recensire, nella configurazione senza dischi costa appena 190 Euro, nella configurazione con 4 dischi da 1TB costa 530 Euro, mentre la versione con 4 dischi da 2TB costa 717 Euro (da ePrice.it). Prezzi sì elevati, ma del tutto abbordabili in considerazione delle funzionalità offerte.
Se non siete ancora convinti del perché un NAS quad-bay possa fare al caso vostro, o del perché questo tipo di NAS stia incontrando un successo tanto eclatante, la lettura di questa recensione potrebbe sollevarvi dai dubbi sopracitati. ;)
Qui la pagina web del sito Buffalo relativa alla LinkStation 441D.
Il NAS di Buffalo giunge a noi in una scatola di cartone riciclabile su cui fanno bella mostra di sé numerose foto, alcune schede tecniche relative al prodotto e la descrizione delle funzionalità più in voga al momento, come ad esempio quella relativa alla creazione di una rete Cloud domestica. Sulla parte alta della scatola troviamo una maniglia in plastica per un più facile trasporto.
Aperta la confezione, ci troviamo di fronte ad un imballaggio realizzato a regola d'arte: il NAS è protetto da un poderoso scheletro di polistirolo piuttosto rigido, capace di attutire anche i più vigorosi colpi. Trovano posto, sopra il NAS, nascoste e protette all'interno di un involucro di cartone, l'alimentatore esterno (Asian Power Devices DA-90C19 da 90W) e il cavo Ethernet, lungo ben 2 metri. Non mancano, naturalmente, le istruzioni (disponibili in italiano), il CD con le utility ed un sacchettino contenenti le viti necessarie all'aggiunta di ulteriori HDD.
Il Buffalo LS441D presenta il medesimo design che abbiamo visto con il NAS dual-bay LS421DE, il fratellino minore. L'unica differenza è riscontrabile nel fatto che l'LS441D è largo quasi il doppio (“Ma va?” Direbbe, giustamente, qualcuno).
Sul frontale dello chassis, che misura 177 x 127.5 x 227 mm, trovano posto il tasto di accensione, i LED di stato di funzionamento, ed una porta USB 3.0. Sul retro, invece, troviamo una porta USB 2.0, una porta USB 3.0 ed una porta Gigabit Ethernet. Sempre sul retro rimane ben visibile la generosa ventola da 12cm, in grado di garantire un buon ricircolo d'aria senza risultare eccessivamente fastidiosa. Gli rpm rimangono sempre piuttosto bassi e, a meno di non avere il NAS estremamente vicino alla postazione di lavoro, difficilmente la sua presenza vi darà fastidio.
In generale possiamo affermare che la qualità dei materiali è decisamente buona, e che l'assemblaggio, estremamente curato, non mostra alcun segno di imperizia. Le plastiche sono ben allineate, i pulsanti non sporgono o non sono incavati, ed anche la verniciatura del coperchio è stata fatta alla perfezione, risultando perfettamente liscia. Anche sul retro la griglia d'areazione della ventola non presenta imperfezioni (es. lamiera tagliente, pericolose linee di taglio, ecc), ed anzi risulta molto ben lavorata, sebbene a prima vista possa dare un'impressione opposta. Basterà toccare con mano per fugare ogni dubbio a riguardo.
Al pari di quanto abbiamo visto per l'esterno, anche l'interno della LinkStation 441D si presenta molto curato, con le lamiere ben lavorate e levigate ed un assemblaggio svolto a regola d'arte. L'acciaio inossidabile utilizzato garantisce una solidità strutturale invidiabile, nonostante il peso del NAS sia tutto sommato contenuto (senza dischi), essendo pari a 2,3 kg.
Invece di utilizzare delle guide adibite all'inserimento e bloccaggio dei cestelli degli HDD, Buffalo ha preferito traforare la parte inferiore e superiore della struttura, anche e soprattutto per migliorare il ricircolo d'aria. I cestelli degli HDD sono in plastica, e questo naturalmente non permette uno scambio di calore diretto tra gli HDD e la struttura metallica del NAS. La dissipazione del calore, quindi, grava completamente sulle spalle della ventola da 120 mm.
In ultimo, andiamo ad analizzare la scheda stampata che integra la componentistica del NAS. Il SoC utilizzato per gestire il tutto è il solito Marvell ARMADA 370, già visto all'opera nella LinkStation 421DE, coadiuvato sempre da 512MB di DDR3 prodotti da Hynix e caratterizzato da una frequenza di funzionamento pari a 1,2 GHz. Si tratta di un SoC Dual Core (ARMv7), integrante un CTRL per due canali SATA II, due porte Ethernet 10/100, due porte USB 2.0 e due canali PCI-E 2.0.
Poiché questo SoC sarà chiamato a gestire fino a quattro porte SATA nel LS441D, Buffalo è stata costretta abbinarlo al Marvell 88SE9215, un host controller in grado di sfruttare un canale PCI-E 2.0 per garantire la presenza di due ulteriori porte SATA II/III. Non supportando neppure le porte USB 3.0, Buffalo ha dovuto aggiungere un ulteriore chip, il Renesas D720202. A gestire la porta Gigabit Ethernet, in ultimo, troviamo un ennesimo chip di Marvell, l'88E1518.
CPU | AMD Sempron 3850 | Intel i3-3227U |
Scheda Madre | AsRock AM1H-ITX | Lenovo Ideapad 400U |
Memoria | 1x 4GB DDR3-1333 SiliconPower | 1 x 4GB DDR3-1333 G.Skill |
Disco del S.O. | SSHD Toshiba MQ02 1TB SATA III | mSATA Mushkin Atlas Value 120GB |
NAS | Buffalo LS441D | |
HDD NAS |
2 x Western Digital Blue 2.5" SATA III LPVT 500GB 2 x Seagate 3.5" Barracuda SATA III ST2000DM001 2TB |
|
Sistema Operativo | Windows 10 x64 Professional | |
Driver | Catalyst 15.7.1 | Intel 10.0.27 |
Programmi | Lan Speed Test 3.50 |
Metodologia di Test
La nostra metodologia operativa prevede quanto segue:
- Sul sistema sono stati installati solo i componenti necessari quali CPU, memoria RAM, scheda video ed hard disk;
- L'hard disk di sistema è stato formattato, sono stati poi installati il sistema operativo, i driver per le periferiche ed i software di analisi;
- Sul NAS viene effettuata una prima serie completa di test al fine di verificarne il corretto funzionamento;
- Ogni test è stato ripetuto per tre volte e nel caso in cui valori di qualcuno di essi mostri una varianza troppo elevata il test stesso viene nuovamente ripetuto ma non prima di aver individuato le cause dell'errore;
- Fra un test e l'altro il sistema viene riavviato.
Poiché in ambito casalingo e nei piccoli uffici il lavoro di un NAS consiste o nel salvare/caricare piccolissimi file Office (un task decisamente leggero), o giganteschi file di lavoro/multimediali, quale tool di benchmark ho deciso di utilizzare Lan Speed Test, un piccolo tool che ci consentirà di ossevare le reali prestazioni velocistiche garantire dal SoC Marvell ARMADA 370.
Come si può osservare dai risultati ottenuti in questo paragrafo, il CTRL SATA del SoC ARMADA 370 non riesce a sfruttare al massimo le configurazioni in RAID 0, le quali si dimostrano solo poco più veloci rispetto a quelle RAID 1. La banda teorica massima garantita dalla porta Gigabit Ethernet, pari a 125 MB/s, non viene neppure lambita!
Sebbene possa sembrare una situazione irrealistica, i nostri risultati sono del tutto comparabili a quelli ottenuti in un'altra recensione del Buffalo LS441D, effettuata dal sito inglese The Register utilizzando il tool CrystalDiskMark (La testata inglese ha recensito la versione dotata di 4 HDD da 4TB).
Essendoci arrivata la versione enclosure del NAS, cioè quella senza HDD in bundle, non siamo stati in grado di effettuare i benchmark con le configurazioni RAID 5, 10 e JBOD, ma pensiamo che i risultati non si sarebbero discostati poi molto. Le due coppie di HDD che avevamo a disposizione sono state in grado di spremere il CTRL SATA della LinkStasion 441D senza problemi.
Utilizzando la LinkStation 441D con le due coppie di HDD si può notare come la banda passante della porta Gigabit Ethernet non venga saturata al 100%, dimostrando come il collo di bottiglia sia probabilmente da ricercarsi nel SoC ARMADA 370. Anche sfruttando due sessioni in contemporanea del Lan Speed Test, con gli HDD in configurazione Raid 0, siamo stati in grado di raggiungere un transfer rate massimo (sommato) pari a soli 110 MB/s. Lo sfruttamento del NAS, in ultimo, dipende anche dal PC che si utilizza: il Sempron 3850 fa segnare valori decisamente inferiori a quelli garantiti dall'i3-3227U sia in scrittura sia, soprattutto, in lettura.
Da sinistra verso destra, con il Sempron 3850 e con l'i3-3227U
Da sinistra verso destra, con il Sempron 3850 e con l'i3-3227U
In linea generale, comunque, le non esaltanti prestazioni velocistiche pure non sono e non saranno un problema per l'utente medio, in quanto il NAS di Buffalo con tutta probabilità verrà utilizzato come unità collegata ad un router Wi-Fi. La connessione 802.11g ha un transfer rate massimo pari ad appena 54Mbit/s (6,75 MB/s), mentre quello della 802.11n è pari a 150 Mbit/s (18,75 MB/s), per cui gli 80 MB/s medi garantiti dalla LinkStation 441D sono più che abbondanti per un utilizzo SoHo (Small Office - Home Office).
Lato consumi il Buffalo LS441D si presenta perfettamente in linea con quanto dichiarato dalla casa, mostrando un consumo totale, in fase di scrittura con 4 HDD, pari a 28W (valore misurato alla presa). Risulta un po' più elevato il valore di Long Indling (Sleep), pari a 8W.
Dopo aver testato le prestazioni del Buffalo LS441D, veniamo alla descrizione dei due reali e consistenti punti di forza dell'offerta della casa giapponese. Il primo è sicuramente il software di gestione, disponibile tramite browser.
La configurazione del NAS è di una semplicità disarmante, in quanto in un paio di click, dopo aver impostato la password personale, sarà già possibile usufruire di tutte le funzionalità offerte dalla LinkStation: potremo configurare i dischi in RAID (di base, nella versione con gli HDD in bundle, è impostato il RAID 5), creare cartelle, decidere quali utenti potranno accedervi, se dovranno essere protette tramite password, se vi si potrà anche scrivere o se gli utenti vi potranno solo leggere i file salvati, e molto altro ancora.
Sarà possibile sfruttare la funzionalità di condivisione con iTunes dei file audio salvati sul NAS, sarà possibile condividere una stampante USB attraverso la rete sfruttando la funzionalità "Built-in FTP and print servers", sarà possibile scaricare direttamente sul NAS i torrent grazie al client Bittorrent integrato, si potrà sfruttare la funzionalità Apple Time Machine per gestire il backup su più Mac in contemporanea, e molto altro ancora.
E se tutto ciò non fosse sufficiente, il LinkStation 441D giunge a noi con cinque licenze di NovaBACKUP, un software che permette di effettuare il backup dei propri dati su HDD esterni, su PC e su altri NAS. Un'aggiunta di classe, che potrebbe risultare molto utile soprattutto nei piccoli uffici.
Ottimo anche il supporto per quanto concerne le App Mobile, in quanto Buffalo rende disponibile la propria App di controllo per tutti i maggiori S.O. Mobile: Android, iOS e Windows Phone. Questo permette di poter sfruttare il NAS ovunque ci si trovi, qualsiasi smartphone si possegga: non solo sarà possibile scaricare o caricare file, ma sarà possibile configurare gli array RAID, cambiare le password, gestire i privilegi d'utilizzo, e molto altro.
Il Buffalo LinkStation 441D, nella versione enclosure da noi provata, si è dimostrato un NAS dall'eccezionale rapporto qualità/prezzo. Sebbene prestazionalmente non riesca a raggiungere vette elevatissime, dal punto di vista delle funzionalità offerte, della facilità d'uso e del prezzo si è rivelato decisamente solido.
Gli utenti casalinghi/consumer apprezzeranno certamente la facilità di utilizzo, tanto che anche un completo neofita potrà sfruttare le numerose possibilità offerte senza grosse difficoltà. I software forniti a corredo sono chiari e scevri di punti oscuri, mentre il tool di gestione disponibile via browser, grazie all'estrema razionalizzazione, si è dimostrato di facile navigazione: trovare l'opzione o la funzionalità ricercata non è mai stato tanto semplice. Gli utenti prosumer, che possono essere ad esempio gli impiegati di piccoli uffici, troveranno sicuramente molto utili le cinque licenze del software Novastor NovaBACKUP fornite in bundle.
Anche dal punto di vista dell'installazione fisica dei dischi il tutto è di una facilità disarmante, in quanto è praticamente impossibile arrecare danni accidentali all'unità (bisogna proprio farlo apposta!). Come se non bastasse, nel caso si acquistasse una delle versioni con gli HDD in bundle, questi arriveranno già installati e configurati in RAID 5, con il NAS pronto all'uso (basterà creare le cartelle e decidere quali utenti potranno accedervi). In ultimo menzioniamo l'ottima garanzia, la quale copre per due anni sia il NAS sia gli HDD forniti in bundle. Sarà direttamente Buffalo a gestirla per entrambi i prodotti.
Gli unici appunti che mi sento di muovere a Buffalo sono due: l'utilizzo di economici cestelli in plastica per gli HDD, e l'utilizzo di un SoC ormai antiquato (anche se ancora sufficiente per le necessità di buona parte dell'utenza). Speriamo che la prossima serie di NAS LinkStation possa migliorare questi due aspetti. Nel mentre, godiamoci questo NAS e le sue (quasi) infinite possibilità.