Al pari di quanto abbiamo visto per l'esterno, anche l'interno della LinkStation 441D si presenta molto curato, con le lamiere ben lavorate e levigate ed un assemblaggio svolto a regola d'arte. L'acciaio inossidabile utilizzato garantisce una solidità strutturale invidiabile, nonostante il peso del NAS sia tutto sommato contenuto (senza dischi), essendo pari a 2,3 kg.
Invece di utilizzare delle guide adibite all'inserimento e bloccaggio dei cestelli degli HDD, Buffalo ha preferito traforare la parte inferiore e superiore della struttura, anche e soprattutto per migliorare il ricircolo d'aria. I cestelli degli HDD sono in plastica, e questo naturalmente non permette uno scambio di calore diretto tra gli HDD e la struttura metallica del NAS. La dissipazione del calore, quindi, grava completamente sulle spalle della ventola da 120 mm.
In ultimo, andiamo ad analizzare la scheda stampata che integra la componentistica del NAS. Il SoC utilizzato per gestire il tutto è il solito Marvell ARMADA 370, già visto all'opera nella LinkStation 421DE, coadiuvato sempre da 512MB di DDR3 prodotti da Hynix e caratterizzato da una frequenza di funzionamento pari a 1,2 GHz. Si tratta di un SoC Dual Core (ARMv7), integrante un CTRL per due canali SATA II, due porte Ethernet 10/100, due porte USB 2.0 e due canali PCI-E 2.0.
Poiché questo SoC sarà chiamato a gestire fino a quattro porte SATA nel LS441D, Buffalo è stata costretta abbinarlo al Marvell 88SE9215, un host controller in grado di sfruttare un canale PCI-E 2.0 per garantire la presenza di due ulteriori porte SATA II/III. Non supportando neppure le porte USB 3.0, Buffalo ha dovuto aggiungere un ulteriore chip, il Renesas D720202. A gestire la porta Gigabit Ethernet, in ultimo, troviamo un ennesimo chip di Marvell, l'88E1518.