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Nicely aspettò più di una settimana che qualcuno del servizio assistenza Intel lo richiamasse, ma le sue speranze furono presto disilluse. Nessuno si fece vivo. Così il buon professore cominciò ad inviare email e a fare telefonate ai propri colleghi matematici e fisici, sia per spiegare loro il problema incontrato, sia per sapere se anche altri lo avevano rilevato. La cosa si ingigantì tanto che la discussione finì per arrivare nella community “comp.sys.intel”. Presto diverse centinaia di persone furono in grado di riproporre perfettamente l'errore trovato da Nicely: non era la configurazione del buon matematico ad essere buggata, ma lo erano le CPU Pentium di prima generazione.

La faccenda uscì presto dai confini della community sopra citata, per giungere alle testate informatiche più importanti, come Electrical Engineering, appena un mese dopo la fatidica telefonata. Intel si scusò per l'accaduto, affermando che il bug era conosciuto da giugno, e propose di sostituire le CPU buggate a quegli utenti che necessitassero di una FPU pienamente funzionante.

Il coro di sdegno degli utenti Intel si levò rumorosissimo, e si scagliò contro l'arroganza della società di Santa Clara: perché avrebbero dovuto ricevere una CPU nuova solo alcune persone, e non tutte quelle che avevano comprato una CPU Pentium? Chi avrebbe deciso che un utente era di serie A ed uno di serie B?

A gettare benzina sul fuoco ci pensarono alcuni utenti con alcune storielle satiriche e barzellette, come per esempio:

A: Hai sentito del nuovo piano di Intel riguardo lo stipendio dei propri dipendenti?
B: Sì, puoi percepire lo stipendio ogni venerdì, ma a patto di mostrare che ti serva davvero.

A: Perché le CPU Pentium non le hanno chiamate 586?
B: Perché la somma di 486 e 100 nei primi Pentium avrebbe dato il risultato di 585,99999.

A: La sigla Pentium è acronimo di cosa?
B: Perfect Enough for Nine out of Ten Instructors at the University of Montana. Oppure: Pratically Every Now Thinks it's Useless for Math.

A: Un ingegnere Intel entra in un bar e ordina da bere. Il barman lo serve e gli dice: “Sono cinque dollari”. L'ingegnere Intel butta sul bancone una banconota da 5 dollari e risponde: “Tieni il resto!”.

 

Network World n.50, Dicembre 1994. Questa rivista, come molte altre, iniziarono a pubblicare battute, spedite dai lettori, relative al bug del Pentium

 

Le invettive rivolte ad Intel in quella community non si fermarono a giochi e semplici battute, arrivando a toccare in certi casi vette di violenza inimmaginabile per degli accademici. La situazione, comunque, sembrava ormai stabilizzata a fine novembre, e la dirigenza Intel credeva di aver superato la tempesta, cavandosela con la sostituzione di qualche migliaio di CPU.

Il 22 novembre, il giorno del Ringraziamento, arrivò come un fulmine a ciel sereno una telefonata direttamente ad Andy Groove, in quel momento all'Università di Stanford: saputo del bug, la CNN aveva mandato al quartier generale di Intel una troupe per realizzare un servizio da mandare in onda sulla rete nazionale. Il bug, fino a quel momento conosciuto da qualche migliaio di professori e nerd, sarebbe esploso tra l'utenza consumer, la quale non si sarebbe fatta problemi a portare avanti una class action miliardaria.

La situazione stava diventando esplosiva!