Lo scorso luglio ricevemmo la notizia che le CPU Broadwell-EP/EX erano sparite dalle ultime roadmap di Intel, ma il perché non siamo riusciti a scoprirlo. Poco male, penseranno alcuni, in quanto tali CPU saranno commercializzate quest'anno.
A prima vista, quindi, le informazioni che abbiamo ricevuto sembra fossero false … ma è veramente così? Il giornalista giapponese Yusuke Ohara, esperto di CPU e GPU, sembra essere concorde con quanto siamo venuti a sapere circa 6 mesi fa.
Analizzando i consumi garantiti dai nodi 22nm FinFET e 14nm FinFET di Intel, e i consumi delle CPU Haswell, Broadwell e Skylake a varie frequenze, Ohara arriva a supporre che Intel abbia aumentato il numero di stadi di pipeline di Skylake rispetto ad Haswell per raggiungere frequenze abbastanza elevate. I 14nm, infatti, sembrano non essere in grado di garantire le medesime frequenze dei 22nm a parità di architettura (Le CPU Broadwell hanno frequenze decisamente inferiori alle CPU Haswell, sebbene Broadwell non sia altro che un affinamento di Haswell, secondo la rodata strategia del Tick-Tock). Non solo, ma Broadwell, a basse frequenze (sotto i 2,5 GHz), consuma decisamente meno rispetto a Skylake e, soprattutto, Haswell (attualmente in vendita).
Intel, dopo un periodo di leggera incertezza, cioè se procedere o meno con la commercializzazione delle CPU Broadwell-EX/EP, ha alla fine deciso di metterle in produzione. Perché? Perché nel mercato server un fattore importante riguarda i consumi, e le CPU Broadwell ad alto numero di core (24C/48T) potranno sicuramente avere un buon successo di vendite.