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Conclusioni

Per differenziare la propria offerta ed allo stesso tempo uscire dalla genericità di un prodotto per calarlo su esigenze specifiche, Kingston ha pensato di creare più serie di SSD. In questo modo riesce a segmentare il mercato anche con modelli dal costo differente. Se con quelli della serie V+200 ci siamo trovati di fronte ad SSD pensati per il business con prestazioni si elevate ma non al top, la serie HyperX serve per rispondere esattamente ad una esigenza di massima velocità.

Per risparmiare sui costi ed offrire al cliente un prodotto dal prezzo relativamente contenuto ma con prestazioni identiche a quelle dei modelli top di gamma, il produttore americano ha progettato gli SSD HyperX 3K che fanno uso di moduli di memoria NAND flash garantiti per 3000 p/e (cicli di cancellazione e programmazione), un valore che potrebbe sembrare basso ma che con un normale utilizzo e grazie a speciali algoritmi che fanno sì che tutte le celle siano scritte in maniera uniforme, permette di raggiungere una vita media del disco superiore ai 5 anni. Chi è alla ricerca di un prodotto da usare un sistemi "mission critical" oppure che muovono una gran mole di dati quotidianamente dovrà invece guardare ai modelli HyperX che usano memorie flash da 5K p/e.

Come avrete intuito, o meglio avete visto nelle pagine precedenti, le prestazioni del Kingston HyperX 3K da 240GB sono molto alte, superiori in quasi tutti i casi a quelle degli altri modelli recensiti sinora. Questo è possibile grazie all'utilizzo congiunto di un controller di ultima generazione SandForce SF-2281 e di chip di memoria Intel a due die impostati per funzionamento in modalità sincrona secondo lo standard ONFi 2.2. Tali chip sono connessi agli 8 canali del controller in modalità RAID per ottenere una banda molto elevata.

La capacità nominale del Kingston HyperX 3K testato è pari a 240GB e deriva da 16 chip da 16GB ciascuno per un totale di 256GB. La capacità formattata è di 223,57GB, ovvero ben 16,5GB in meno rispetto a quanto dichiarato. La parte che manca, indicata come fattore di over-provisioning, viene usata per garantire prestazioni superiori e affidabilità maggiore (l'algoritmo utilizzato dal controller usa tale spazio come buffer per le operazioni di scrittura e l'assegnamento delle celle).

L'utente paga, però, un costo al GB effettivo più alto di quello che sarebbe il costo per GB nominale:

  • Costo del disco sul mercato italiano (Luglio 2012): circa 235 Euro
  • Costo del disco per GB nominali: 0,98 Euro
  • Costo del disco per GB effettivi: 1,05 Euro

Oltre alle prestazioni, il disco Kingston ha anche una sua anima estetica che non è possibile non prendere in considerazione. La sua livrea, però, ha un prezzo da pagare in termini di peso e di spessore che ne permettono un uso agevole in qualunque sistema desktop o notebook ma va verificato se utilizzabile all'interno di notebook slim.