Conclusioni
Sapphire non smette mai di stupirci quando si tratta di sviluppare versioni custom ad alte prestazioni basate sulle GPU di AMD.
Se con la Radeon R9 280X e la 270X la casa di Sunnyvale non ha introdotto nessuna novità, a parte il PT-boost per Pitcairn ed il supporto Eyefinity-3 senza DisplayPort*, le versioni Toxic allestite del produttore di Hong Kong sono decisamente più allettanti perchè alzano le performance di Tahiti e di Pitcairn ad un nuovo livello.
+150 MHz su entrambe le GPU sono un ottimo biglietto da visita, cosi come i 400 MHz in più per le memoria video, ma quello che sorprende maggiormente è la qualità costruttiva e la stabilità di queste due schede. Le GPU sono in perenne boost-clock con qualsiasi gioco/applicazione (cioè non scendono mai sotto i 1150MHz di clock). Per garantire questa modalità di funzionamento, Sapphire le ha overvoltate di fabbrica (+41mV per Tahiti e + 44mV per Pitcairn) ed ha spostato il limite del PowerTune del 10%. Ad aiutare il tutto ci pensano le poderose sezioni di alimentazione che fanno uso di induttanze "Black Diamond", Superfet con copertura in alluminio e condensatori allo stato solido prodotti da aziende giapponesi leader nel settore, insieme al nuovissimo sistema di raffreddamento Tri-X a tre ventole asimmetriche. Siamo abituati a vedere questa componentistica su schede video di fascia enthusiast, da 500 Euro e passa, qui invece le ritroviamo su due prodotti di fascia medio-alta.
Il Tri-X cooler non è un campione di silenziosità assoluta (da questo punto le soluzioni DC2 triple-slot di Asus sono ancora inarrivabili) ma non risulta mai troppo fastidioso anche sotto carico prolungato. Come capacità di dissipazione invece non è secondo a nessuno. Originale ed efficiente è la soluzione per il trasporto del calore dalla base di contatto GPU ai due radiatori, ci sono cinque "tubi di calore" organizzati in: una ulta-pipe da 10mm, due super-pipe da 8mm e due heatpipe tradizionali da 6mm di diametro.
Sul fronte dei consumi: bene la R9 270X Toxic, che consuma meno della diretta rivale GTX 760, mentre la R9 280X Toxic fa registrare valore più alti di qualsiasi GPU Nvidia basata su core GK104 full-unlocked, ma questo purtroppo è l'unico tallone d'achille dell'architettura Tahiti.
Anche se queste schede sono già tirate quasi al limite dal produttore, causa consistente overclock di fabbrica, abbiamo scoperto che con il giusto tool è possibile spremerle ulteriormente e raggiungere valori molto interessanti. Nel nostro caso siamo riusciti a portare la 280x Toxic quasi a livello della GTX 780. Non male, eh?
Visto quanto di buono fatto da Sapphire con queste due soluzioni personalizzate a questo punto siamo curiosi e non vediamo l'ora di scoprire cosa realizzerà il produttore di Hong Kong con l'interpretazione custom (Toxic) della nuovissima Radeon R9 290X.
*i due monitor collegati alle porte DVI devono essere identici, cioè avere gli stessi timing