Architettura GPU Fiji PRO e memorie HBM
La Radeon R9 Fury propone la stessa combo GPU Fiji con memorie HBM della Fury X, ma il chip grafico è stato leggermente depotenziato mediante la disattivazione di 8 blocchi CU (compute units). Di conseguenza il numero di stream processor è sceso da 4096 a 3584 e quello delle TMU da 256 a 224. Nulla è cambiato, invece, sul versante back-end (64 ROP) e le memoria HBM on-package (4GB in totale) continuano ad avere un bus complessivo da 4096-bit.
Il front-end propone una configurazione 4 ACE più 2 HWS (Hardware Schedulers). I due HWS svolgono la stessa funzioni dei 4 ACE (computing task e processi ad elevato parallelismo) ma risultano più flessibili e maggiormente votati alle applizioni HSA (contribuiscono a rendere più "autonomo" il modo in cui l'hardware riceve comandi e le esecuzioni pianificate).
Sulla carta Fiji PRO è un chip più bilanciato di Fiji XT. Quest'ultimo ha troppe CU (64) distribuite su un'architettura ancora a 4 Shader Engine, una configurazione che costituisce un collo di bottiglia in relazione all'elevatissima potenza messa in campo dalle stesse CU.
Ricordiamo che Fiji è il più grande chip mai realizzato da AMD. E' costruito ancora con il processo produttivo a 28nm ed integra ben 8.9 miliardi di transistor distribuiti su una superficie di 598mm2. L'architettura di base è la GCN 1.2 (indicata da AMD come GCN3).
Una delle grandi novità introdotte con l'architettura Fiji è la tecnologia HBM (High Bandwidth Memory) in sostituzione delle classiche memorie GDDR5. Le HBM sono installate direttamente vicino alla GPU tramite uno strato di interposer e, oltre a ridurre l'ingombro ed i consumi energetici, offrono un netto incremento della banda passante grazie all'ampio bus ottenuto impilando 4 device DRAM per canale.
Attualmente Fiji è limitata ad un massimo di 4GB HBM per ASIC (512Gbps di bardwidth) a causa del particolare memory controller implementato da AMD (e non, come erroneamente si ritiene, a causa dell'utilizzo delle HBM di prima generazione, nDA).