La testata ElectronicsWeekly ci ha reso partecipi, con un articolo riguardate il recente SoC Medfield, di come funzionino le cose nelle fonderie Intel.
La rivista inglese ha posto un quesito molto interessante ad alcuni top manager della casa di Santa Clara: Perché Medfield è stato prodotto a 32 nm solo dopo 18 mesi l'introduzione di questo processo produttivo, e la versione a 22 nm sarà prodotta solo nel 2013?
Una domanda stringente e, forse, scomoda alla luce di varie considerazioni.
Prima di tutto, ARM e TSMC stanno già producendo a 28 nm e i 20 nm saranno pronti per la fine di quest'anno, quindi si può intuire il vantaggio che potrebbe accumulare il duo sopra citato nei confronti di Intel. Secondariamente, Intel sta già producendo a 22 nm e quindi potrebbe realizzare un die shrink di Medfield senza grossi problemi.
Perché dunque Intel non si concentra subito nella produzione di Atom a 22 nm?
La risposta è tanto semplice quanto incredibile.
Ogni polo produttivo di Intel, composto da una o più fonderie, è capitanato da un top manager, e questa persona deve realizzare notevoli utili, sia per mantenere il posto sia per aumentare il proprio stipendio (i manager, negli USA, più utili realizzano, più guadagnano loro stessi).
Questi manager preferiscono puntare su quei prodotti che permettono di realizzare utili maggiori, come ad esempio i processori per desktop per socket 1156 e 2011, o i processori Xeon, i quali hanno un notevole valore aggiunto.
A tal proposito, Andy Grove, former Chairman and CEO di intel, ha raccontato un aneddoto che ha quali protagonisti lui stesso e Moore, ai tempi dell'abbandono del mercato delle Dram da parte di Intel: “Men and women lower in the organisation, unbeknownst to us, got us ready to execute the strategic turn that saved our necks. Over time more and more of our production resources were directed to the emerging microprocessor business, not as a result of any specific strategic direction by senior management, but as a result of daily decisions by middle managers. Bit by bit they allocated more and more of our silicon wafer production capacities to those lines which were more profitable, like microprocessors, by taking production capacity away from the money-losing memory business. By the time we made the decision to exit the memory business”.
Non è stata una decisione unilaterale dell'azienda quella di uscire dal mercato delle Dram, ma un evento forzato dalle decisioni della maggior parte dei top manager, i quali si sono buttati nei settori più redditizi.
Oggi, per Atom, sembra si stia assistendo al medesimo evento: questi manager snobbano una piccola CPU dal costo risibile, appena 20$, per produrre processori ben più redditizi.
Non è da escludere che Intel abbia avuto dei problemi con Medfield dal punto di vista architetturale, ma una cosa è certa, se davvero quanto è stato affermato corrisponde a verità, potrebbe già essere un miracolo il vedere qualche dispositivo con il SoC Intel nel prossimo futuro.