IBM ha recentemente dichiarato che il futuro dell'intelligenza artificiale (AI) è open, sottolineando l'importanza dell'apertura e della collaborazione nel settore dell'IA. L'azienda ha affermato che per realizzare il pieno potenziale dell'AI sarà necessario adottare un approccio aperto e trasparente che favorisca la condivisione delle risorse, delle conoscenze e delle tecnologie tra le varie aziende che operano nel settore, le quali per il momento si stanno iinvece concentrando solo sul proprio brand: "The problem is that enterprises are missing what is truly amazing about AI by focusing too much on the “name brand” models themselves, rather than the incredible architecture they use to represent data", ha affermato Darío Gil, Senior Vice President and Director of Research.

Secondo IBM, l'AI open è un paradigma in cui le risorse e le tecnologie devono essere accessibili a tutti, consentendo a chiunque di sfruttare il potere dell'IA per risolvere problemi complessi e sviluppare nuove soluzioni innovative. Questo approccio dovrebbe favorire la collaborazione tra diverse organizzazioni, settori e comunità, consentendo di accelerare lo sviluppo dell'intelligenza artificiale e di massimizzare il suo impatto sulla società, soprattutto in ambito Medico.

Inoltre, l'AI open dovrebbe favorire la trasparenza nell'utilizzo dell'IA, garantendo che le decisioni e i risultati generati dai sistemi di intelligenza artificiale siano comprensibili e giustificabili. Questo è particolarmente importante in settori sensibili come la sanità, la finanza e la sicurezza, dove è fondamentale garantire la correttezza e l'equità delle decisioni basate sull'AI. Al momento, ad esempio, è quasi impossibile sapere come operano gli algoritmi che operano nei mercati finanziari.

IBM ha quindi sottolineato che l'adozione di una AI open richiederà un impegno concreto da parte di tutti gli attori coinvolti nel settore in oggetto, comprese le aziende, le istituzioni accademiche e i soprattutto governi. Sarà necessario creare e promuovere standard aperti e collaborativi, favorire la condivisione delle piattaforme e dei dati, e incoraggiare la partecipazione e l'accesso equo alle risorse e alle tecnologie dell'AI, affinché tutto avvenga nella massima trasparenza. Dario Gil, a tal proposito, ha così concluso il suo intervento: "The future of AI is open — no matter what some say”.