Come abbiamo avuto modo di leggere, i ragazzi di Arkane Studios, ed in particolare Austin Grossman, scrittore di Dishonored, hanno tratto ispirazione dalle città dell’Inghilterra della seconda rivoluzione industriale: grandi conglomerati di case e fabbriche, fatte di mattoni, razionali nella planimetria e senza alcuno spiraglio di verde.
Per realizzare una città come Dunwall non basta comunque leggere qualche romanzo, bisogna almeno effettuare una, anche modesta, ricerca storica, soprattutto visiva. Questa ricerca può essere effettuata attraverso i dipinti, ed un esempio ne è Gustave Doré, con il suo “Over the city by railway”, tratto dalla raccolta intitolata “London: A Pilgrimage”, o attraverso le descrizioni presenti in romanzi, come il già citato Hard Times di Dickens, o Il ventre di Parigi, di Zolà. Gli stessi games designer di Dishonored hanno girato per varie città inglesi, tra cui Londra, con la macchina fotografica al collo per prendere spunto dagli edifici ottocenteschi ancora presenti. Il lavoro è stato ottimo, tanto che anche i poliziotti che incontreremo in ogni livello sono tremendamente somiglianti a quelli di metà ‘800.
“Over the city by railway”, di Gustave Doré
A tutto questo i game-designer hanno aggiunto un tocco, più o meno pesante a seconda dei gusti, di steampunk: sarà possibile vedere ed utilizzare macchinari a vapore o funzionanti tramite energia elettrica, e non mancheranno, addirittura, delle torrette automatiche dotate di mitragliatrici, dei mezzi di locomozione completamente blindati e soldati con tute meccaniche: uno scenario molto vicino a quello della “Guerra dei mondi”. Aggiungiamoci un pizzico di magia ed ecco il contesto in cui si muoverà Corvo Attano, il nostro alter ego.
Polizia metripolitina di Toronto nella seconda metà del XIX Secolo
Dunwall quindi può essere considerata una città semi-realistica con qualche spruzzata di steampunk, ma del protagonista non abbiamo ancora parlato. A chi potrebbero essersi ispirati per Corvo? Lo stesso Austin Grossman ha affermato che Corvo somiglia a Gordon Freeman, ma solo in un aspetto: la silenziosità. Entrambi i protagonisti non parlano. Per Grossman però vi è una differenza in questo, come spiega in un’intervista a vg247: “The difference between Dishonored and how it works in Half-Life 2 is that it’s a lot more personal. I think you get that involvement because the character has personal relationships with people from the beginning. And it’s very clear that people have fucked with you in a very personal way. I’m biased, of course, but I think Dishonored grips you much more viscerally, more emotionally”. Sinceramente trovo questo chiarimento abbastanza scadente, ma d’altra parte i creativi sono famosi per avere anche delle opinioni decisamente bizzarre.
Vespero, assassino nel mondo di Warhammer Fantasy
Continuando, se avete giocato a Warhammer 40k, non potrete non notare una certa somiglianza con l’Assassino Imperiale Eversor, anche dal punto di vista del design: anch’esso ha una maschera a forma di teschio, è un assassino letale, capace di combattere contro molti nemici contemporaneamente, con una pistola o una spada in una mano ed un guanto artigliato nell’altra, e che agisce senza parlare. Le sue azioni parlano per lui, e per l’Imperatore. Non somiglia un po’ a Corvo? Anche un altro personaggio della Games Workshop somiglia a Corvo, Vespero, soprattutto nel vestire. Ma per il vestiario è in debito anche con i vari Assassin’s Creed.
I volti dell'Ammiraglio Havelock e di Treavor Pendleton quando apprendono del mutismo di Corvo
E il background di Corvo? E’ originale? Di storie come la sua se ne sono sentite tante, quindi ne riporterò una, di un manga giapponese del 1970, Lone Wolf and Cub. In questo manga, Ogami Ittō, assistente personale dello Shogun quale boia imperiale (carica tra le più prestigiose), viene accusato ingiustamente di tradimento e, per evitare la morte, diviene un assassino a pagamento, in cerca di vendetta verso chi lo ha compromesso. Ma somiglia anche al più sopra citato Gordon Freeman: da solo, contro un’organizzazione dagli obiettivi poco etici, aiutato da una masnada di rivoluzionari e con una serie di poteri. A Gordon erano dati dalla tuta e dalla Gravity Gun, a Corvo dalla maschera e dalla magia.
Anche i personaggi di contorno sembra siano stati riciclati da altri film, videogiochi o libri. La ricerca di Emily ricorda vagamente l’avventura grafica “The city of the lost children”, il capo gang Slackjaw sembra un parente stretto di Bill il Macellaio di “Gangs of New York”, mentre i gemelli Pendleton saranno fratelli anche di Hugo Weaving, divenuto famoso impersonando l’agente Smith in Matrix? O ancora, la missione del ballo in casa Boyle ricorda quanto realmente accaduto a Gustavo III di Svezia, ferito durante un ricevimento in maschera il 16 marzo 1792. La stessa situazione che vivremo a Dunwall, dal punto di vista politico e della malattia, ricorda la città di Battledale, nell'ambientazione dei Forgotten Realms, di Dungeon & Dragons.
Slackjaw, a sinistra, e Bill il Macellaio
In conclusione, dell’ambientazione non si può certo parlar male, tutto è ben fatto, e si vede che dietro vi è una certa ricerca storica, seppur di basso livello (è pur sempre un gioco arcade steampunk), mentre per quanto riguarda la trama e il design dei personaggi forse si poteva far di più: spunti veramente originali non ve ne sono e il tutto, spesso, sa di già visto o letto.