Come già anticipato nelle battute iniziali di questa recensione, questo nuovo Need For Speed: Payback sta praticamente dividendo in due gli appassionati della saga, e di conseguenza risulta scontato dire che possiede due differenti chiavi di lettura.
Da un lato troviamo gli appassionati dei titoli di corse in cui regna la guida arcade (Spesso e volentieri i giocatori su console), a cui piace sin da subito mettersi alla guida di diverse auto, da modificare seguendo il trend del momento (Il sistema delle card) ed immortalare tramite il discreto tool fotografico integrato, senza curarsi della fisica di guida e rendimento dell'auto, infatuati dalle derapate controllate, sempre bisognosi di una qualità grafica d'effetto e, da qualche anno a questa parte, alla ricerca di un qualcosa che emuli la famosa serie cinematografica Fast And Furious.
"Vent'anni fa, quando abbiamo fatto il primo Gran Turismo, la gente sapeva cosa succede quando si cambia un filtro dell'aria o aumenta il rapporto di compressione dell'auto. I nuovi utenti non hanno più questa conoscenza perché non sono interessati alle macchine, quindi abbiamo semplificato (alcune aree del gioco) in modo da poter fare la stessa cosa che facevi in passato, ma è più facile da usare per le persone che vogliono mettersi alla guida di un auto".
- Kazunori Yamauchi, creatore e produttore della serie Gran Turismo.
Dall'altra invece ci sono quegli appassionati che son cresciuti con la serie Need For Speed, che ben tollerano un modello di guida arcade - fin quando non si esagera - ed una trama ispirata ai film del momento.
Questi giocatori si sentono spaesati nel momento in cui gli viene proposto un confusionale sistema di card per modificare l'auto, soffrono di tachicardia quando si denota la derapata da cabinato anni '90 e l'innalzamento di pressione nel momento in cui alcune improbabili auto superano dei bolidi senza curarsi della fisica, della traiettoria e della logica in generale, dato il loro improbabile comportamento in gara (Il famoso "effetto elastico").
A tutto ciò bisogna aggiungere un comparto grafico di buon livello ma macchiato da alcune non indifferenti lacune, una mancanza di congruenza con la realtà (Una Audi S5 "non arranca" a 170kmh, come una classica auto della polizia non può fare i 300kmh) e l'impossibilità di personalizzare il setup dei tasti sul controller.
Per concludere, senza dilungarmi troppo, sono convinto che Need For Speed: Payback sia un ottimo titolo - da 8/10 - per la prima categoria di giocatori sopra descritta, i quali beneficeranno di un ampio e ricco scenario da dominare in tutte le sue sfaccettature, tramite diversi bolidi da personalizzare.
Allo stesso tempo però si potrebbe trattare di un titolo - da appena 6/10 - per tutti quei giocatori che, come il sottoscritto, sono legati ad alcuni storici titoli della serie, come Need For Speed: Underground 2. Giocatori che ormai da troppo tempo attendono un valido ritorno alle origini.