La trama ed il gameplay:
Come in altri casi, The Evil Within non è di certo un titolo che viene scelto da un videogamer per la qualità grafica ma, come sappiamo tutti, per il gameplay e l'atmosfera che caratterizzano il genere survival-horror. Senza dimenticare la trama, dato che gli sviluppatori hanno deciso di non introdurre alcuna modalità multiplayer.
Come abbiamo detto nella prima pagina di questa recensione, ci troviamo ad affrontare un'avventura che avrà luogo in una realtà disturbata e caratterizzata da orride creature che popolano svariate location lugubri e spaventose.
Tutto inizia con una intro dove appaiono il protagonista principale, ossia il detective Sebastian Castellanos, insieme ai suoi colleghi Julie Kidman, Joseph Oda e l'autista Oscar Connelly, i quali ricevono una richiesta di soccorso da parte della centrale di Polizia al fine di capire cosa stava succedendo al Beacon Mental Hospital, dato che tutte le volanti inviate sul posto non davano più segni di vita via radio.
Una volta arrivati assisteremo ad una scena decisamente particolare, ossia passeremo dallo spiazzale deserto antistante l'ospedale, dove riecheggiano le sirene delle volanti, all'interno dell'ospedale dove già nella reception troveremo accatastati una miriade di cadaveri sanguinanti.
L'unico sopravvissuto - ossia il dottor Marcelo Jimenez - lo troveremo nella stanza della security mentre pronuncia il nome di un suo assistito andato disperso (un tizio di nome Leslie Whiters). Nella stessa stanza, attraverso le telecamere, vedremo tre agenti affrontare un essere malvagio e nefasto di nome Ruvik, il quale darà loro una morte subitanea. Ruvik viene citato dallo stesso dottore, poco prima di perdere conoscenza.
Ci risveglieremo a testa in giù ed appesi al soffito, in una stanza situata nei locali sotterranei dell'ospedale, piena di cadaveri sanguinanti conciati allo stesso modo, mentre nel frattempo una creatura disgustosa si diletta nello smembramento di un cadavere.
Non appena ci saremo liberati, affronteremo questo primo capitolo - nel quale ci verrà spiegato al meglio come affrontare l'intero titolo - con lo scopo di riuscire a raggiungere la superficie. Naturalmente, non possiamo rivelarvi altro per non rovinarvi la sorpresa.
Lo stile di gioco secondo il quale potremo affrontare la storia è essenzialmente quello stealth; passeremo infatti diverso tempo a nasconderci o raggirando i nemici precedentemente distratti, indice appunto del concetto di "sopravvivenza". Spesso e volentieri, fuggire risulterà la nostra unica speranza di sopravvivenza.
Avremo comunque con noi una Revolver ed altre armi da fuoco - quasi sempre a corto di munizioni - oltre che una torcia e diverse armi manuali, come accette e simili, per affrontare i molteplici tipi di nemici, spesso e volentieri delle vere orde, i quali risultano gestiti da una AI di livello discreto (tutto dipende comunque dalla difficoltà di gioco che selezioneremo), ma che con il passare delle missioni diventerà un tantino prevedibile.
Per ogni scenario che visiteremo vi saranno uno o più tipi di nemici, quali esseri deformati, una sorta di zombie per intenderci, e perlopiù armati, senza dimenticare i vari boss di fine livello. Troveremo sparse per i livelli diversi tipi di trappole da disarmare e/o masse di cadaveri da incendiare, al fine da evitare il loro successivo, e problematico, risveglio.
Andando avanti nel gioco acquisiremo dei punti di esperienza, grazie ai quali potremo migliorare le capacità psico-fisiche del protagonista oltre che a migliorare le armi attraverso l'aumentata capacità dei caricatori, una mira più precisa, una migliore capacità di danno, et similia.