Quando si recensisce un prodotto dedicato alla fascia più estrema di utilizzatori, cioè quella degli overclocker professionisti, quelli cioè che maneggiano elio o azoto liquido dalla mattina alla sera come fosse gazzosa, sorge più di un problema.
Il primo è che non possiamo utilizzare il sample avuto con raffreddamenti estremi, al fine di non renderlo inutilizzabile per un caso fortuito. L’azienda produttrice, in questo caso Asus, lo rivuole giustamente indietro per darlo da testare ad altre riviste. Secondo problema, correlato al primo, è che con raffreddamenti ad aria o a liquido AIO le differenze prestazionali con altre schede madri di fascia più bassa difficilmente saltano all’occhio. Terzo ed ultimo problema, è il cercare di far comprendere al lettore medio che questa tipologia di schede non è particolarmente indicata per l’utenza comune, sebbene sui forum e nei gruppi di discussione spesso si legga il contrario.
Alla luce di ciò, andiamo a descrivere cosa è in grado di offrire questa Asus Maximus IX Apex, offerta di punta su Socket 1151 e chipset Z270, dedicata agli overclocker professionisti … tenendo bene a mente le problematiche appena esposte.
Pagina ufficiale della Asus Maximus IX Apex
La scheda è giunta in redazione in una scatola nei tipici colori rosso accesi del brand ROG (Republic of Gamers) di Asus. Questa è di dimensioni decisamente generose, pari circa al doppio di quelle dalla Asus STRIX Z270X Gaming recensita giusto un mese fa.
All’interno troviamo una serie di accessori, più o meno utili a seconda della tipologia d’utente:
- I/O Shield
- 4 x Cavi SATA 6Gb/s
- 1 x Set di viti M.2
- 1 x DVD dei Driver
- 1 x SLI BRIDGE (2-WAY-L)
- 1 x Q-Connector
- 1 x Cavo 10-in-1 ROG
- 1 x Adattatore DIMM.2 per due SSD M.2 di tipo2242/2260/2280/22110
- 1 x Adesivo 3D per case
- 1 x Foglio A4 strapieno di adesivi ROG
- 1 x Adattatore per l’installazione facilitata della CPU
- 1 x Sottobicchiere ROG
- 1 x Manuale d’uso in lingua inglese
La scheda, sebbene sia in formato ATX, presenta un disegno particolare, in quanto tre angoli presentano delle estensioni a freccia che vanno a comporre un layout decisamente evocativo. Questa disegno, dato che limita la superficie su cui disporre la componentistica, rende il PCB della scheda – già ricco di per sé – decisamente più “affollato” rispetto ad una scheda madre tradizionale.
Tra le prime cose che saltano all’occhio, una volta presa in mano la scheda, vi sono sicuramente gli switch dedicati agli overclocker che fanno uso di raffreddamenti estremi, i generosi dissipatori in alluminio, la presenza delle porte PS/2 per tastiera e mouse (Le porte USB potrebbero smettere di funzionare o funzionare male quando si effettuano overclock a basse temperature o con frequenze spinte del BCLK, ndA), e la presenza di due soli slot DIMM DDR4 (Quando si “bencha seriamente” si utilizzano al massimo due moduli di RAM, in quanto è la configurazione che garantisce il miglior compromesso tra bandwidth, frequenze e latenze. Come abbiamo detto nell’introduzione, non è una scheda per tutti).
Adesso andiamo ad analizzare la componentistica della Maximus IX Apex che è visibile senza dover smontare i dissipatori in alluminio.
Cominciamo parlando di quello che troviamo attorno al Socket 1151. Possiamo constatare che sono 8 le fasi di alimentazione dedicate alla CPU e due alle RAM (Extreme Engine Digi+) che sfruttano componentistica di primo livello, realizzata da International Rectifier (Controllata di Infineon) ed On Semiconductor. Troviamo dieci MicroFine Alloy Chokes, dieci MOSFET di NexFET e diversi condensatori solidi 10K Black Metallic "Made in Japan". L’utilizzo in combinazione dei MicroFine Alloy Chokes e dei condensatori solidi 10K Black Metallic permette teoricamente di superare i 60A per ogni fase di alimentazione! Si tratta di una configurazione espressamente studiata per overclock sotto azoto o elio liquido, in quanto sproporzionata per un semplice overclock dailyuse.
Spostandoci alla sezione DDR4, possiamo osservare la presenza di due soli slot RAM. Come scritto in precedenza, gli overclocker professionisti utilizzano al massimo due moduli di RAM per garantirsi i timing più bassi e le frequenze più alte. L’utilizzo di 3 o più moduli RAM stressa eccessivamente l’IMC integrato on Die, cosa che limita anche il TDP dedicabile all’innalzamento della frequenza dei core.
Vicino ai due slot DDR4 possiamo osservare lo slot dedicato all’adattatore per gli SSD M.2. Questo è stato ideato da Asus per migliorare le latenze ed allo stesso tempo garantire una migliore ventilazione degli SSD M.2, notoriamente molto calorosi. Inoltre, in questo modo è teoricamente possibile sfruttare tolotti appositamente realizzati per raffreddare questi SSD o i kit di raffreddamento ad aria per le ram (Ad esempio quelli di Corsair), nel caso si fosse interessanti ad overclockarli.
Qui possiamo osservare i quattro slot PCI-E 16x meccanici, di cui tre rinforzati per supportare il peso delle schede video più pesanti (O perché dotate di raffreddamenti ad aria voluminosi, o perché equipaggiate con tolotti). Ricordiamo che la Maximus IX Apex supporta configurazioni SLI fino ad un massimo di due schede, e sistemi CrossFire fino ad un massimo di quattro schede.
Tra il secondo ed il terzo slot PCI-E 16x possiamo notare il chip marchiato “Republic of Gamers” 035-A2 16356A, il quale si occupa di gestire alcune regolazioni tramite l’OC Panel esterno (Disponibile a parte, non in bundle). Tra il primo ed il secondo slot PCI-E 16, invece, possiamo osservare sei switcher AsMedia ASM1480 per la gestione delle linee PCI-E 3.0 (Fino ad un massimo di 24 linee). In questo modo si possono utilizzare fino a tre schede video, ad ognuna delle quali saranno dedicate 8 linee PCI-E 3.0.
In basso, sul bordo del PCB, è possibile osservare il chip Nuvoton NCT6793D, il quale si occupa del monitoring delle tensioni, dalla velocità delle ventole e delle temperature.
Qui possiamo osservare i due connettori d’alimentazione ad 8 Pin (Il sistema d’alimentazione, per essere sfruttato appieno, mostra quindi una configurazione 24+8+8 Pin). Per un utilizzo tradizionale basta collegare sono un solo connettore 8 Pin, oltre – naturalmente – a quello 24 Pin.
In questo angolo possiamo osservare, oltre all’immancabile batteria tampone, i connettori per il case (Power On, Reset, ecc), il BIOS Switch (Bottone rosso) per richiamare in maniera semplice ed automatica diversi preset, ed i pettini USB. Si può anche notare la presenza di quattro sole porte SATA III (Come già detto, non è una scheda per un utilizzo “tranquillo”). In ultimo, va menzionata una sezione dedicata agli utilizzatori di sistemi a liquido, che permette di gestire in maniera centralizzata il proprio impianto (ROG Water-Cooling Zone).
Qui possiamo osservare la sezione audio dedicata, gestita dal chipset Realtek S1220A e dal convertitore audio ESS ES9023P “Sabre”, una soluzione già vista in diversi prodotti di fascia alta e dall’ottima resa.
Eccoci giunti al piatto forte, la sezione dedicata agli overclcoker più incalliti. Oltre ai classici pulsanti di start e reset, ed al monitor a led a due cifre per la diagnostica, troviamo diversi switch, pulsanti e led che ci aiuteranno nel gestire le nostre sessioni di overclock più concitate. Ad esempio, è presente un sensore che controlla lo stato di condensa sulla scheda madre, e che provvederà ad accendere un apposito LED in situazioni a rischio, oppure uno switch che abiliterà dei setting se si fa uso di azoto o elio liquido. Ma è solo una chicca tra le tante. Come ha scritto l’overclocker ceco Flak3r in questo approfondito post sul forum ufficiale ROG di Asus (Che invito tutti a leggere!), si tratta di una scheda espressamente studiata per chi fa uso di raffreddamenti estremi: “Apex is motherboard for LN2 with all stuffs inside. Even the original design was so geeks that the motherboard did not have all audio tracks. Because for hardcore overclockers is audio useless thing. Signal interference. But afterall, the board looks like looks and has it audio part SupremeFX”. La sezione audio, addirittura, non era neppure prevista nei piani originali!
In questa ultima foto, di questa pagina, possiamo notare il chip di rete Intel I219-V (1Gbps). Al momento si tratta con tutta probabilità della migliore soluzione per il collegamento Ethernet dedicata ai videogiocatori, in quanto è in grado di garantire sia basse latenze sia un’occupazione della CPU minima.
Ed ecco la Maximus IX Apex a nudo, con i due dissipatori smontanti. Per smontarli occorre essere in possesso di un cacciavite con testa Torx (Misura T25).
Attraverso questa foto è possibile osservare l’estremo ordine del layout della componentistica sul PCB. Per migliorare l’agibilità degli slot PCI-E 16x non è stato inserito alcuno slot M.2 tra questi, mentre ogni switch e pulsante è stato dislocato il più lontano possibile dalla zona del Socket.
In questa visione della parte inferiore della scheda, possiamo osservare come solo il primo slot PCI-E 16x sia dotato di sedici linee, mentre gli altri 3 slot, sebbene siano meccanicamente dei PCI-E 16x , garantiscono “solo” 8 linee PCI-E 3.0.
Per la gestione delle porte USB 3.1 di seconda generazione, Asus si affida al AsMedia ASM2142, in quanto il chipset Z270 non supporta nativamente lo standard USB 3.1 (Si ferma all’USB 3.0). Poco più sopra troviamo un altro chip di AsMedia, l’ASM1543, il quale si occupa di gestire lo standard USB 3.1 Type-C.
In questa foto possiamo osservare il chipset Z270, prodotto sui 22nm 3D-Gate, e poco sopra il chip AURA, dedicato alla gestione dei numerosissimi led onboard, i quali possono essere controllati via software al pari di quanto abbiamo visto con la STRIX Z270F Gaming.
La Maximus IX Apex, come ripetuto più volte, non è una scheda par tutti, e molte delle feature integrate sono qui a dimostrarlo. Ad esempio, sono stati integrati sul PCB una serie di sensori per avvertire della formazione di condensa (Nemico storico degli overclocker!), evento non impossibile quando si utilizzano sistemi di raffreddamento estremo.
La Maximus IX Apex è una scheda dedicata agli overclocker, ma questo non significa che Asus non strizzi l’occhio agli utenti Enthusiast, quelli che solitamente sono pieni di soldi ma difficilmente riescono anche solo a impostare l’overclock automatico della CPU. Per questo motivo è stata implementata una gestione avanzata dei LED integrati.
CPU | Intel Core i7-7700K |
Scheda Madre | Asus Maximus IX Apex |
RAM | 2x4GB Patriot Viper DDR4-3000 |
SSD | Kingston SSDNow300 120GB |
Scheda Video | Intel HD630 |
Alimentatore | Chieftec ECO 600W |
Sistema Operativo | Windows 10 Professional |
Driver Video | 15.45.10.4542 |
Software | AIDA64 Engineer 5.80 WinRAR 64Bit 5.40 Cinebench R15 |
Metodologia di Test
La nostra metodologia operativa prevede quanto segue:
- Sul sistema sono stati installati solo i componenti necessari quali CPU, memoria RAM, scheda video ed hard disk
- L'hard disk di sistema è stato formattato, sono stati poi installati il sistema operativo, i driver per le periferiche ed i software di analisi
- Ogni test è stato ripetuto per tre volte e nel caso in cui valori di qualcuno di essi mostri una varianza troppo elevata il test stesso viene nuovamente ripetuto ma non prima di aver individuato le cause dell'errore
- Fra un test e l'altro il sistema viene riavviato
- Il Sistema Operativo è stato settato in modalità "Prestazioni Equilibrate"
- il BIOS installato è l'ultimo disponibile
Nei nostri test in overclock, con raffreddamento ad aria (CoolerMaster EVO 212), abbiamo raggiunto i medesimi risultati ottenuti con la STRIX Z270F Gaming, e questo conferma quanto una scheda come la Maximus IX Apex siano eccessiva per l'utenza comune. Abbiamo inoltre provato a scendere con il vCore, per trovare la minima tensione necessaria per mantenere stabile la CPU a frequenza default (nel nostro caso, 1.1v) durante il benchmark Cinebench R15.
Per testare un’ulteriore funzione, quella relativa alla possibilità di overclockare indipendentemente ogni core della CPU con KabyLake, abbiamo cercato la massima frequenza possibile del core numero 0 lasciando il vCore default. Ci siamo fermati a 5,2 GHz.
Grazie ad AIDA64 possiamo osservare, al pari di quanto fatto con la STRIX 270F Gaming, che la cache L3 dell’i7-7700K perde di bandwidth una volta superata una certa frequenza (La stessa cosa si può osservare con l’i7-6700K, in questo approfondimento).
Dal benchmark di Cinebench r15 possiamo osservare come non toccando le tensioni, ed aumentando la frequenza del core numero 0 dell’i7-7700K è possibile ottenere un leggero incremento prestazionale.
Lato consumi, abbiamo sfruttato la Maximus IX Apex per testare l’i7-7700K undervoltato. Come è possibile osservare, a fronte di un aumento delle prestazioni del +13% (Da Def @ 5GHz), i consumi sono praticamente esplosi: +39%!
Arrivati alle conclusioni, cosa possiamo dire di negativo su questa scheda? Che le porte SATA III sono poche? Che ha solo due slot DDR4? Che non ha una sezione audio a livello di schede di fascia leggermente più bassa (Come la STRIX Z270F Gaming)? No, nulla di tutto questo, perché la Maximus IX Apex non è una scheda per niubbi, ma per overclocker professionisti (Spero si sia capito, dopo averlo ripetuto per diverse pagine, eheh).
L’unica vera critica che possiamo muovere ad Asus riguarda proprio la paura di perseguire questa strada fino in fondo. Studiata per essere una scheda espressamente dedicata agli overclocker, Asus ha poi deciso di inserirvi alcune feature care agli utenti enthusiast ed ai videogiocatori: LED in ogni dove, un sistema audio d’alto livello integrato, targhette personalizzabili e alcuni oggetti in bundle di cui si poteva fare a meno (Gli adesivi? Il sottobicchiere?).
A parte questo, la Maximus IX Apex si è rivelata per quello che è: probabilmente la migliore soluzione Socket 1151 dedicata agli overclocker. La componentistica è di livello eccelso, le scelte di layout sono azzeccatissime, il BIOS è completissimo, ed il prezzo non è eccessivo (Siamo attorno ai 300 Euro).
Alla luce di tutto ciò, non possiamo non assegnare a questa scheda il nostro premio più ambito.