L'evoluzione che sta subendo il mondo dell'informatica e dell'elettronica permea ogni elemento che ne fa parte e aggettivi altisonanti che prima facevano immediatamente pensare ad una certa tipologia di prodotto, ora non bastano più. Quel che un tempo era "extreme", ora per emergere deve diventare ancor più "extreme" in quanto le feature di base di un prodotto come una VGA o una scheda madre vengono mutuate dal modello più costoso per raggiungere quello low-end. Certo ci sono delle differenze, ma non così importanti come in passato: i produttori guardano probabilmente molto di più alle economie di scala che non ad ottenere una forte segmentazione del mercato.
A beneficiarne sono soprattutto coloro che fanno del rapporto qualità / prezzo il loro principale obiettivo mentre chi desidera un prodotto high-end che sia realmente diverso, indipendentemente dal costo, spesso resta quasi deluso, vedendo l'amico che con molto meno riesce ad ottenere quasi gli stessi risultati. Ma è davvero sempre così?
Con la Rampage IV Extreme ASUS vuol tentare di dire basta a questa situazione anche se il produttore parte decisamente avvantaggiato: non esistono piattaforme per CPU Socket LGA 2011 per sistemi low-end, tanto che prodotti di questo genere hanno un "limite minimo" di prezzo ben superiore a quello della media del mercato delle schede madri. La nuova proposta dell'azienda taiwanese mette assieme, dunque, ingredienti di prima qualità per "potersi fregiare" di un prezzo che si aggira addirittura sui 400 euro: al PCB Extended ATX abbina tutto quello che è il top della tecnologia attuale, nulla escluso, e feature che nascono direttamente da esperienze di overclock sul campo grazie alla collaborazione con il noto overclocker Shamino.
La ASUS Rampage IV Extreme è una scheda madre basata sul chipset Intel X79 compatibile con i processori "Extreme" di ultima generazione Sandy Bridge-E Socket LGA 2011 che offre all'utente la possibilità di installare fino a 8 moduli di memoria DDR3, quattro VGA PCI Express x16 per configurazioni 4-way SLI o CrossFireX ed otto dischi SATA 3, pieno controllo sull'overclock, anche da remoto, sistema di gestione a video dei parametri vitali della motherboard e delle VGA connesse ed ulteriori strumenti utili per coloro che usano sistemi di raffreddamento estremi. Sulla carta si tratta della migliore scheda madre per overclocker professionisti!
Prima di vedere in dettaglio tutte le caratteristiche di questo prodotto, diamo uno sguardo alla sua dotazione accessoria, quantomai ricca. All'interno della confezione ASUS ha inserito:
- un completo manuale utente
- una guida per il modulo ROG Connect
- un DVD con drivers ed applicazioni
- numerosi cavi SATA (per la precisione quattro SATA 2 e quattro SATA 3 con connettore a 90 gradi)
- tre ponticelli per configurazioni SLI, 3-way SLI e 4-way SLI ed uno per la controparte AMD CrossFireX
- una mascherina ATX
- un cavo ROG Connect
- un Q-connector per una più facile installazione dei cavi da portare sul frontale del case
- un set di cavi ProbeIt
- una OC Key con relativo cavo
- un set di 12 etichette per identificare i cavi
- un pad per X-Socket
Nel DVD allegato troverete, oltre ai drivers, varie applicazioni:
- Kaspersky Anti-Virus
- ASUS TurboV EVO Utility
- ASUS PC Probe II
- ASUS Update
- ASUS AI Suite II
- ASUS AI Charger+
- Daemon Tool Pro Standard
- ASUS WebStorage
Specifiche scheda madre e chipset
Tutte le schede madri per processori Intel LGA 2011 sono basate sull'unico chipset compatibile oggi sul mercato, modello Intel X79. Questa limitazione tutto sommato non costituisce un tallone d'Achille visto che il chipset stesso riesce quasi ad offrire quanto di meglio si possa chiedere al mercato e ad una piattaforma desktop di fascia alta.
E' bene ricordare, inoltre, che i chipset attuali svolgono compiti molto meno gravosi di quelli che un tempo venivano loro affidati, visto che molta della circuiteria è stata spostata all'interno della CPU. Non sono così lontani gli anni in cui i chipset erano chiamati così perché includevano due chip distinti e contenevano la logica per il controller delle memorie e quello PCI, un bus di comunicazione aggiuntivo e così via.
Un diagramma a blocchi delle connessioni e delle feature espletate dal chipset X79 è visibile qui di seguito:
Nella tabella seguente abbiamo invece messo a confronto le caratteristiche del chipset X79 con quelle di altri modelli:
Caratteristiche tecniche chipset | ||||
AMD 990FX | Intel X58 | Intel Z68 | Intel X79 | |
Processore | Bulldozer | Nehalem | SB | SBE |
Socket | AM3+ | LGA1366 | LGA1155 | LGA2011 |
Chipset interconnect | Alink Express III 4GB/s | DMI | DMI | DMI |
Linee PCIe | 38 PCIe 2.0 | 32 PCIe 2.0 | (CPU) | 40 PCIe 3.0(CPU) |
Multi VGA | CF, 2x16 | CF, SLi, 2x16 | CF, SLi(CPU) | CF, SLi(CPU) |
Southbridge | SB950 | ICH10(R) | N/D | N/D |
Linee PCIe 2.0 | 4 | 6 | 8 | 8 |
Porte PCI 2.2 | 2 | 4 | No | No |
Audio | HDA | HDA | HDA | HDA |
Uscite video | No | No | Si | Si |
Gigabit Ethernet | 1 | 1 | 1 | 1 |
Porte SATA 2 | No | 6 | 4 | 4 |
Porte SATA 3 | 6 | No | 2 | 2 |
eSATA | Si | No | Si | Si |
RAID | 0,1,5,10 | 0,1,5,10 | 0,1,5,10 | 0,1,5,10 |
USB 1.1 | 2 | No | No | No |
USB 2.0 | 14 | 12 | 14 | 14 |
USB 3.0 | 0 | No | No | No |
Rispetto al modello Z68 per piattaforme Sandy Bridge, il chipset X79 non offre innovazioni interessanti: d'altro canto è noto che esso non sarebbe dovuto nascere con le limitazioni con cui è arrivato sul mercato e che Intel potrebbe rilasciarne una versione aggiornata che includa il supporto SAS e migliori ulteriormente quello PCI Express.
Seguono le specifiche tecniche della scheda madre.
Specifiche tecniche schede madri | ||||
Intel DX79SI | ASUS Sabertooth X79 | Sapphire X79N | ASUS Rampage IV Extreme | |
Tipo | ATX | ATX | ATX | E-ATX |
Socket | Socket 2011 | Socket 2011 | Socket 2011 | Socket 2011 |
CPU | Core i7 SB-E | Core i7 SB-E | Core i7 SB-E | Core i7 SB-E |
Chipset | Intel X79 | Intel X79 | Intel X79 NVIDIA nF200 bridge |
Intel X79 |
Memorie | 8 DIMM DDR3 Max. 64GB DDR3 fino a 2400 MHz Non-ECC Quad Channel Memory Supporto XMP |
8 DIMM DDR3 Max. 64GB DDR3 fino a 1866 MHz Non-ECC Quad Channel Memory Supporto XMP |
4 DIMM DDR3 Max. 32GB DDR3 fino a 1600+ MHz Non-ECC Quad Channel Memory |
8 DIMM DDR3 Max. 64GB DDR3 fino a 2400 MHz Non-ECC Quad Channel Memory Supporto XMP |
Slot di espansione | 3x PCIe 3.0 x16 (x16, x8, x8) 2x PCIe 2.0 x1 1x PCI |
2x PCIe 3.0 x16 (dual x16) 1x PCIe 3.0 x16 (x8 mode) 2x PCIe 2.0 x1 1x PCI |
2x PCIe 3.0 x16 (x16, x8) 4x PCIe 2.0 x16 |
4x PCIe 3.0 x16 (x16; x16 + x16; x16 + x8 + x16; x16 + x8 + x8 + x8) 1x PCIe 3.0 x16 (x8 mode) 1x PCIe 2.0 x1 |
MultiVGA | NVIDIA 3-Way SLI AMD Quad-GPU CrossFireX |
NVIDIA 3-Way SLI AMD Quad-GPU CrossFireX |
AMD Quad-GPU CrossFireX | NVIDIA 4-Way SLI AMD Quad-GPU CrossFireX |
Porte S-ATA | 2x SATA 6Gb/s 4x SATA 3Gb/s Raid 0, 1, 5, 10 |
2x SATA 6Gb/s 4x SATA 3Gb/s Raid 0, 1, 5, 10 Marvell PCIe 9128 2x SATA 6Gb/s ASMedia ASM1061 1x Power eSATA 6Gb/s 1x eSATA 6Gb/s |
2x SATA 6Gb/s 4x SATA 3Gb/s Raid 0, 1, 5, 10 Marvell PCIe 9128 2x SATA 6Gb/s Raid 0,1 Marvell PCIe 9172 2x eSATA 6Gb/s |
2x SATA 6Gb/s 4x SATA 3Gb/s Raid 0, 1, 5, 10 ASMedia |
LAN | 2x Gigabit LAN Intel 82579V Wi-Fi 802.11 b/g/n* Bluetooth* |
1x Gigabit LAN Intel 82579V | 2x Gigabit LAN Marvell 88E8057 | 1x Gigabit LAN Intel 82579V
Bluetooth V2.1+EDR |
Audio | Audio Intel HDA 7.1 + 2 channel | Audio Realtek ALC898 8-Channel High Definition Audio | Audio Realtek ALC892 8-Channel High Definition Audio | Audio Realtek ALC898 8-Channel High Definition Audio |
Porte IEEE 1394 | 2x IEEE 1394a | 1x IEEE 1394 VIA 6315N | N/A | N/A |
Porte USB | 4x USB 3.0 ASMedia 14x USB 2.0 |
6x USB 3.0 ASMedia 14x USB 2.0 |
6x USB 3.0 ASMedia 10x USB 2.0 |
8x USB 3.0 ASMedia 12x USB 2.0 |
Fasi di alimentazione | N/D | CPU: 8 + 2 fasi DRAM: 2 + 2 fasi |
N/D | CPU: 8 fasi VCCSA: 3 fasi DRAM: 2 + 2 fasi |
Dimensioni (cm) | 30.5 x 24.4 cm | 30.5 x 24.4 cm | 30.5 x 24.5 cm | 30.5 x 27.2 cm |
Pannello posteriore | 2x LAN RJ45 1x IEEE 1394a 2x USB 3.0 6x USB 2.0 1x S/PDIF out ottico 5x jack audio 1x tasto back-to-bios |
1x PS/2 1x Power eSATA 3 1x eSATA 3 1x IEEE 1394a 1x LAN RJ45 4x USB 3.0 6x USB 2.0 1x S/PDIF out ottico 6x jack audio 1x Wi-Fi antenna 1x tasto USB BIOS Flashback |
1x PS/2 2x eSATA 3 2x LAN RJ45 4x USB 3.0 6x USB 2.0 1x S/PDIF out ottico 1x S/PDIF out coassiale 6x jack audio 1x BT antenna |
1x Bluetooth 1 x PS/2 keyboard/mouse 2x eSATA 3 1x LAN RJ45 4x USB 3.0 8x USB 2.0 1x S/PDIF out ottico 5x jack audio 1 x Clear CMOS 1 x ROG Connect switch 1 x RC Bluetooth switch |
Come vedete la scheda ha molto da dire, sia dal lato connettività che da quello espandibiltà, considerando che la si sta comunque mettendo a confronto con prodotti high-end. La dotazione di porte sul pannello di I/O è accompagnata da una altresì ricca dotazione di connettori interni che permettono di gestire ulteriori quattro porte USB 3.0 e quattro USB 2.0, otto periferiche SATA (quattro SATA 6Gb/s e quattro SATA 3Gb/s) ed otto ventole indipendenti. Sono poi presenti diversi switch e sensori dei quali parleremo più avanti nell'articolo.
Layout della scheda
Le dimensioni della Rampage IV Extreme, o meglio il suo formato, la rendono molto più quadrata alla vista rispetto ad altre schede madri ATX. ASUS ha lasciato inalterata la lunghezza (poco più di 30 cm) mentre ha aumentato la larghezza di circa 5 cm rispetto alle soluzioni full ATX. Questo ha permesso di integrare comodamente gli otto slot per le memorie lasciando spazio per integrare circuiteria, connettori e pulsanti opzionali. Nonostante l'abbondanza di spazio, il PCB risulta essere congestionato dalla abnorme quantità di componenti tanto da lasciare quasi un'impressione di disordine complessivo.
Il socket è stato posizionato all'incirca al centro della scheda nel senso della larghezza e prevede slot, dissipatori e componenti tutt'attorno. A destra e sinistra troviamo 4+4 slot di memoria mentre a sopra e sotto sono stati disposti due radiatori in alluminio interconnessi mediante heatpipe ed utili per raffreddare la circuiteria di alimentazione suddivisa in 8+3 fasi (per la sola CPU). L'installazione di grossi dissipatori potrebbe, in questo caso, creare qualche problema.
La componentistica usata per il circuito di alimentazione non poteva che essere di ottima qualità e basata su componenti allo stato solido. I controller delle singole fasi (driver MOS) sono stati saldati nella parte sottostante del PCB e sono termicamente collegati al resto del sistema grazie ad una piastra di alluminio avvitata in contrapposizione.
Per permettere a chi già disponeva di un ottimo dissipatore per la piattaforma high-end di precedente generazione di non buttarlo via ma soprattutto per sopperire alla effettiva mancanza di un ampio ventaglio di scelta di modelli compatibili LGA 2011, ASUS fornisce un comodo kit che garantisce l'installazione su questa scheda madre di dissipatori LGA 1366.
A differenza di quanto siamo abituati a vedere nelle schede madri di ultima generazione, ASUS ha scelto di posizionare i connettori di alimentazione aggiuntiva vicini al bordo superiore (nella foto è il bordo sulla destra), cosa che potrebbe richiedere una certa pazienza nel collegamento se l'installazione viene effettuata direttamente all'interno del case (questo bordo è vicino al pannello superiore del case oppure dell'alimentatore qualora questo sia posizionato in alto). Si noti come per il buon funzionamento del sistema, ma soprattutto per garantire la corrente necessaria in overclock, siano stati integrati due connettori ATX 12V, uno da 8-pin e l'altro da 4-pin.
Per poter collegare termicamente tutti i moduli del sistema di dissipazione, ASUS è stata costretta a fare delle "belle curve". La heatpipe che collega il modulo vicino alla CPU e quello posizionato dietro il pannello di I/O passa praticamente attorno ai connettori delle memorie.
Il sistema di dissipazione include 4 moduli di cui tre passivi ed uno dotato di una piccola ventola. La connessione termica mediante heatpipe fa sì che i benefici ottenuti dal blocco attivo posizionato sul chipset vengano condivisi anche dagli altri. I blocchi che raffreddano la circuiteria di alimentazione sono attaccati alla scheda madre utilizzando una coldplate che, almeno in un caso, si trova a dover raffreddare anche alcuni componenti posizionati sul lato saldature del PCB.
Tutto l'armamentario dedicato agli overclockers è stato posizionato in pochi centimetri quadrati di PCB, fra gli slot delle memorie ed il bordo esterno, condividendo anche l'angusto spazio con il connettore di alimentazione ATX a 24-poli e con quello per le porte USB 3.0 aggiuntive.
In questo fazzoletto di scheda troviamo gli immancabili tasti di accensione e reset del sistema, un microswitch Go-Button, un dip-switch a 4 canali per l'attivazione o disattivazione degli altrettanti connettori PCI Express x16, un piccolo switch che permette di attivare la modalità Slow Mode, i punti di misurazione (Probe-It) delle tensioni, un doppio display a sette segmenti che indica lo stato del sistema ed una serie di LED relativi alla tecnologia VoltMinder LED II. Tutte le funzioni legate all'overclock le vedremo con un certo dettaglio nelle prossime pagine.
In un'altra zona della scheda, all'angolo opposto per essere precisi, è stato posizionato un tasto che permette di passare da un bios all'altro visto che la Rampage IV Extreme dispone di due bios che possono essere usati indistintamente come backup oppure per avere immediatamente a disposizione due diverse configurazioni.
L'espandibilità della scheda è a dir poco ottima vista la presenza di 4 connettori PCI Express 3.0 x16 per schede grafiche (quelli rossi) i quali permettono la realizzazione di configurazioni multi VGA SLI e CrossFireX includendo fino a 4 schede (la configurazione elettrica in tal caso è di tipo x16/x8/x8/x8), un connettore PCI Express 3.0 x16 connesso a sole 8 linee elettriche (quello grigio antracite) ed un connettore PCI Express x1.
La disposizione dei connettori PCI Express x16 rossi è stata pensata per garantire la massima spaziatura possibile fra le VGA installate in un setup SLI o CrossFireX. Utilizzando ad esempio 3 schede grafiche, queste possono essere installate sul primo connettore rosso, sul connettore grigio e sull'ultimo connettore rosso avendole così distribuite su tutto lo spazio a disposizione. ASUS ha ben pensato di spostare i connettori PCIe non specificatamente dedicati alle schede video vicino a quelli PCIe x16 secondari in modo da garantire la possibilità di inserire ulteriori periferiche di espansione almeno con configurazioni a singola o doppia VGA.
Il setup di una configurazione a più schede grafiche non può prescindere dal fornire tensione anche all'ulteriore connettore a 6-pin come quelli presenti sulle schede grafiche e posizionato in prossimità del primo connettore PCI Express x16. Se la vostra configurazione prevede una singola scheda grafica non sarà necessario alimentare questo connettore. Per lo stesso motivo è disponibile anche un ulteriore connettore floppy a 4 pin.
Molto curata la sezione audio che, pur facendo capo ad un comune controller Realtek ALC898 con supporto per configurazioni 7.1-Channel, prevede condensatori ed altri componenti di buona qualità. Il controller di casa Realtek offre una soluzione multi-channel HDA che supporta anche contenuti protetti di tipo DVD audio, Blu-ray e HD DVD ed include 10 DAC che permettono il playback simultaneo su sistemi 7.1 più ulteriori 2 canali stereo indipendenti, due ADC per la registrazione da line in ed un convertitore stereo digitale per microfono con funzioni di Acoustic Echo Cancellation (AEC), Beam Forming (BF) e Noise Suppression (NS). Il produttore afferma che il chip è in grado di raggiungere un SNR di 110dB per i DAC e 104dB SNR per gli ADC.
La sezione di storage è affidata ad otto connettori Serial ATA, quattro di tipo SATA 3.0 e quattro SATA 2.0. Per evitare il passaggio di cavi al di sopra del PCB, tutti i connettori sono stati disposti sul bordo esterno e orientati in senso orizzontale.
Il pannello di I/O è decisamente ricco e non solo di connettori. A partire dalla sinistra troviamo un connettore per vecchie tastiere / mouse PS2 che può essere utilizzato anche per gestire il sistema con doppia tastiera (collegandone una PS2 e l'altra USB), otto porte USB 2.0 (quella bianca serve per flashare il bios al volo dal tasto ROG Connect), un controller Bluetooth, due porte external Serial ATA 6Gbit/s, quattro porte USB 3.0, un connettore Gigabit LAN, cinque jack audio ed una uscita audio SPDIF ottica.
VGA Hotwire
Quando si eseguono sessioni di overclock estremo tentando di tirare fuori dalla propria VGA il massimo possibile, le operazioni di modifica della tensione del chip grafico e di misurazione della stessa avvengono utilizzando principalmente un trimmer saldato sulla scheda stessa ed un multimetro i cui puntali devono andare a toccare un paio di punti certamente non comodi da individuare. Mettendo assieme questi due fattori con l'ingombro dei componenti di un sistema di raffreddamento ad azoto liquido (tolotto e ventola) e con i vapori sviluppati si capisce come, simili operazioni, diventino molto più complesse da eseguire di quanto non lo siano normalmente.
Fonte immagini: Shamino
La mano di Shamino in questo caso la si vede eccome tanto da aver ideato un sistema che, senza nemmeno doversi avvicinare alla scheda grafica, permette di regolarne e controllarne le tensioni di funzionamento. Il tutto attraverso il bios della scheda madre. L'idea è stata quella di creare un resistore variabile digitale ed un multimetro anch'esso digitale e renderli disponibili sulla scheda madre attraverso dei semplici pin che vanno collegati alla scheda grafica esattamente dove sarebbe stato necessario collegare il trimmer analogico o i puntali del multimetro.
I due header dedicati alla funzione VGA Hot-wire prevedono ciascuno 6 pin per controllare e modificare le tensioni del chip grafico, delle memorie e del PLL. Possono essere utilizzati per gestire queste tre tensioni su due schede grafiche usando il pin rosso per modificare la tensione (va collegato nel punto dove solitamente si collega il trimmer, sul pin di Feedback o di Vsense del controller della tensione della VGA) e quello nero per collegare il punto usato in precedenza per la rilevazione delle tensioni (dove veniva fatto toccare il puntale del multimetro). Non è necessario collegare alcun cavo di massa in quanto scheda grafica e scheda madre sono già collegate allo stesso circuito di massa. Il sistema di monitoraggio riesce a gestire tensioni fino a 3,30V.
Per effettuare le nostre prove ci siamo serviti di una scheda grafica ASUS HD 7970 Direct CU II Top che già dispone dei punti di saldatura a vista.
L'abbiamo collegata alla scheda madre con un semplice cavetto intrecciato dotato del tipico connettore da pannello frontale del case:
A questo punto è stato sufficiente entrare nel bios, nella sezione Extreme Tweaker -> VGA Tweakers Paradise e godere di tutto questo ben di Dio. In questo modo la modifica ed il monitoraggio delle tensioni di funzionamento della VGA sono operazioni da bambini! Come se non bastasse, le stesse possibilità sono disponibili anche attraverso le applicazioni ASUS TurboEVO ed OC Key.
In aggiunta le schede grafiche installate sul sistema possono essere facilmente disattivate grazie ad una serie di microswitch indicati come PCIe x16 Lane Switch che, senza dover scollegare fisicamente le VGA, permettono di escluderle risparmiandovi tempo e fatica durante le sessioni di overclock ed - ovviamente - in presenza di configurazioni multi VGA.
Supporto per le basse temperature
Chi intende overcloccare il proprio sistema utilizzando tecnologie di raffreddamento estreme come quelle ad azoto liquido ma anche ghiaccio secco, troverà di notevole utilità un paio di funzioni presenti in questa scheda madre.
La modalità LN2 può essere attivata da un ponticello presente in prossimità del doppio display a sette segmenti che permette di caricare un apposito profilo grazie al quale la scheda madre meglio risponde alle pratiche di overclock nel caso di utilizzo di azoto liquido. Comunque sia benefici si possono ottenere anche con sistemi di raffreddamento che permettono di ridurre la temperatura di funzionamento sotto i 10 °C.
Quando la modalità LN2 è stata attivata dal ponticello, nel pannello Extreme Tweaker del bios ci sarà una chiara indicazione.
Abbinata alla modalità LN2 troviamo quella indicata come Slow Mode. Questa può essere attivata dallo switch adiacente il ponticello LN2 Mode e funziona solo se LN2 Mode è attiva. La sua utilità è quella di evitare che la CPU vada in crash durante il passaggio da temperature più elevate a quelle più basse o viceversa quando la sua frequenza di funzionamento è impostata su valori molto elevati. Nelle sessioni di benchmark con azoto liquido si verifica spesso che una CPU sia stabile, raggiunta una determinata frequenza, solo in un piccolo range di temperature. Al di sopra o al di sotto di queste si verificano instabilità.
Per evitare che questo accada è necessario ridurre la frequenza di funzionamento della CPU e riportarla sul valore massimo al raggiungimento della temperatura favorevole. Purtroppo questo compito si rivela davvero complesso se non impossibile perché la temperatura della CPU varia - ad esempio - durante l'avvio del sistema operativo. Perciò o la si riesce a tenere esattamente sui valori "fortunati" oppure occorre trovare una strada alternativa.
La tecnologia Slow Mode ci viene incontro proprio in questo. Attivandola viene immediatamente ridotta la frequenza di funzionamento della CPU: perciò, una volta trovata la massima frequenza raggiungibile ad un determinato valore di temperatura ed impostata da bios, è possibile attivare Slow Mode, bootare nel sistema operativo e, appena raggiunto quel determinato valore di temperatura disattivare Slow Mode e benchare. Come se non bastasse questa modalità offre un valido supporto nelle operazioni di contorno che gli overclocker professionisti si trovano ad eseguire, ovvero nel salvataggio degli screenshot e nella loro validazione. Basta catturare lo screenshot alle massime condizioni di funzionamento, attivare Slow Mode e salvarlo / validarlo con tutto il tempo a disposizione. In questo modo si evitano quelle situazioni in cui la stabilità del sistema si riesce a mantenere solo per pochi istanti e perciò non si riesce a registrare il record raggiunto.
R4E Sub-Zero Sense
Se da una parte è vero che questa scheda madre ha un costo molto elevato, dall'altra è bene precisare che essa contiene alcuni strumenti integrati che permettono non solo di risparmiare tempo e fatica ma anche diversi euro. E' il caso ad esempio del sensore di temperatura sottozero R4E posizionato vicino ai connettori Serial ATA.
Tale sensore permette di misurare le temperature prelevate con una o due sonde K per mostrarle ancora una volta nel bios oppure direttamente in Windows all'interno del pannello OSD. Grazie al doppio connettore è facile tenere sotto controllo, ad esempio, le temperature della CPU e della GPU senza dover acquistare costosi termometri digitali.
Misurazione delle tensioni e reset
Una feature che è ormai divenuta appannaggio di molte schede madri anche di fascia media è quella dell'esposizione di alcuni punti per la misurazione in tempo reale delle tensioni di funzionamento di tutti i principali componenti. La misurazione avviene mediante un multimetro e permette di rilevare eventuali cali di tensione ed i valori effettivamente applicati che possono differire da quelli impostati da bios.
Con la Rampage IV Extreme ASUS si porta avanti anche per quel che concerne questa caratteristica.
La tecnologia Voltiminder V2 offre i tradizionali punti di misurazione sui quali è possibile connettere delle comode sonde alle quali poi collegare i puntali del tester. Ma non solo: vicino ad ognuno dei punti è stato saldato un LED che indica, nel caso di problemi di avvio, quale tensione non è stato possibile impostare in modo corretto.
E ancora, quando viene utilizzata la tecnologia VGA Hotwire, direttamente dalla scheda madre è possibile misurare le tensioni di Core, Memorie e PLL delle due VGA collegate.
Reset rapidissimo
La ben nota funzione di Reset CMOS, utile a resettare i parametri del bios qualora il sistema non voglia saperne di avviarsi a causa dell'impostazione di valori errati è stata anch'essa oggetto di discussione in casa ASUS. Su questa scheda madre il produttore ha dunque integrato un tasto di Clear CMOS all'interno del pannello di I/O ma soprattutto ha creato una nuova funzionalità indicata come Q-Reset (attivabile dal microswitch posizionato dietro il tasto di Clear CMOS) che in maniera istantanea resetta il bios, spegne il sistema e lo riavvia! Tutto con una singola pressione. L'unico problema resta solo nel fatto che esso non è in grado di azzerare alcune impostazioni specifiche delle tensioni.
ROG OC Key e ROG Connect
Si tratta di un piccolo dispositivo da collegare fra l'uscita della scheda grafica e l'ingresso del display: esso permette di tenere sotto controllo il sistema attraverso un monitor che mostra i dati direttamente sullo schermo ed allo stesso tempo permette di effettuare modifiche al sistema mediante la tecnologia TweakIt anch'essa di tipo OSD. OC Key supporta solo display con ingresso DVI o HDMI ed una risoluzione massima di 1900x1200. E' inoltre possibile utilizzare un monitor DVI separato per la sola visualizzazione del menu OSD collegando ad esso la OC Key (che in tal caso non sarà connessa all'uscita della scheda grafica principale).
L'utilizzo di un sistema di questo genere ha i suoi vantaggi principalmente nel fatto di riuscire a monitorare i parametri in tempo reale e senza la necessità di installare alcun software.
Per controllare i parametri del sistema è necessario collegare una tastiera sulla porta PS2 oppure sulla porta USB bianca. A questo punto la tecnologia OSD Keyboard Control permette di agire anche con sistema in standby semplicemente tenendo premuto per tre secondi il tasto ROG Connect Button per mostrare i valori dei parametri fisici sullo schermo anche nella fase di pre POST o quando si è all'interno del menu del bios.
Il numero di parametri da monitorare può essere modificato agendo sulla voce Monitor Type ed è possibile regolare il livello di trasparenza della finestra OSD oppure ingrandirla.
La tecnologia ROG Connect non è una novità per la casa taiwanese che ormai la utilizza da un po' di tempo. Essa garantisce il controllo del sistema principale attraverso un computer secondario, generalmente un notebook, collegato sulla porta USB bianca e sul quale sia stato installato l'apposito software.
Tale tecnologia è attivabile dal tasto ROG Connect presente sul retro della scheda madre nel pannello di I/O. Questo tasto, oltre all'attivazione di quanto detto (abilitata quando il tasto risulta illuminato) permette di:
- Flashare la ROM del BIOS direttamente da un dispositivo USB connesso sulla porta ROG Connect USB (ancora quella di colore bianco). E' necessario che il file nel disco USB si chiami R4E.ROM e tenere premuto il tasto ROG Connect per 6 secondi. L'operazione di flashing termina quando il LED non lampeggerà più.
- Attivare il supporto per OC Key (che però disattiva la tastiera) che permette di effettuare modifiche in real-time sul sistema senza l'ausilio di alcun software
Le tecnologie ROG Connect ed OC Key possono essere utilizzate contemporaneamente: basta connettere il cavo ROG Connect dal PC host al notebook, attivare il tasto ROG Connect ed avviare l'applicazione sul notebook stesso. Una volta che tutto è partito e funzionante basta nuovamente premere ancora per un paio di secondi il suddetto tasto per far apparire il menu OSD.
Il bios
A differenza di quanto accadeva in passato quando gli appassionati e gli overclockers erano disposti a mettere le mani direttamente sulla scheda madre agendo su ponticelli, interruttori e collegamenti vari, oggi la fonte primaria di accesso alle opzioni per la modifica dei parametri di funzionamento è nel modo più assoluto il bios. Tanto più se questo è stato appositamente progettato da mani molto esperte.
La ASUS Rampage IV Extreme riesce ad esprimere il massimo potenziale da questo componente integrando sia le voci di base che quelle di interesse per gli utenti più esperti.
Il menu Main racchiude solo alcune voci informative circa memorie e CPU e la possibilità di selezionare la lingua e la data.
Nel menu Extreme Tweaker troviamo la maggior parte delle voci degne di nota. Le prime tre permettono di caricare altrettanti profili di bios preimposati (Normal OC Profiles è utile per un daily overclock, Extreme OC Profile (Low Current) garantisce il supporto per overclock estremi cercando però di non sovraccaricare la CPU di corrente al fine di preservarne la vita media, Extreme OC Profile (High current) è indicato ancora per overclock estremi garantendo anche correnti elevate alla CPU) mentre la voce "Ai Overclock Tuner" permette di sbloccare tutte quelle seguenti (quando impostata su "Manual").
- CPU Level Up: permette di impostare velocemente i parametri della CPU per farla funzionare alle stesse condizioni di un modello superiore
- BCLK Frequency: permette di impostare la frequenza di base del sistrema
- CPU Strap: indica la frequenza alla quale si avvia la CPU prima di raggiungere quella effettiva
- ClockGen Full Reset: permette, quando attivato, di spegnere e accendere il sistema alla frequenza di BCLK selezionata. Impostando tale voce su "disable" il bios non deve eseguire un riavvio completo nel caso in cui vengano apportate delle modifiche al BCLK. Disattivando questa voce è anche possibile modificare al volo (senza dover riavviare il sistema) il BCLK dal sistema operativo.
- CPU Clock Gen Filter: permette di modificare la capacità del condensatore di filtro del generatore di clock al fine di ottenere segnali più puliti. Questa capacità dovrebbe essere variata in base alla frequenza impostata.
- Memory Frequency: utile ad impostare il moltiplicatore per regolare la frequenza delle memorie
- DRAM Timing Control: è un sottomenu che permette di impostare i timings delle memorie
- DIGI+ Power Control: ci troviamo sempre di fronte ad un sottomenu ma questa volta utile a regolare le opzioni inerenti le correnti e le modalità di funzionamento del modulo VRM
- GPU/DIMM Post:
- Extreme OV: è uno switch che una volta attivato permette di accedere a valori di tensione superiori a quelli che altrimenti sarebbe possibile ottenere.
- BCLK Skew: permette di impostare un leggero ritardo o anticipo sul clock. Agendo su questo parametro assieme al PCIE CLK Skew è possibile mantenere perfettamente in sincronia i segnali di clock e dunque migliorare le potenzialità di overclock specie quando si agisce sulle frequenze di BCLK e delle memorie.
In questa sezione del bios sono presenti anche numerose voci per regolare le tensioni di funzionamento della CPU, delle memorie, del PLL e del chip PCH. Infine altri sottomenu permettono di regolare voci molto specifiche come possiamo vedere più avanti
CPU Tweakers Paradise: in questo sottomenu è possibile agire sulle voci relative alla sincronizzazione del clock (PCIE CLK Skew e CPU I/O Skew) oltre che sulla potenza del segnale di clock che gestisce l'I/O.
Memory Tweakers Paradise: sincronizzazione dei segnali di clock su ogni canale delle memorie e regolazione delle tensioni di riferimento in maniera indipendente sono le operazioni che questo sottomenu permette di effettuare
PCH Chipset Tweakers Paradise: chi pensa di poter avere problemi con i controller integrati nel chipset può trarre un grosso giovamento regolandone con precisione tensioni e sincronia per ognuno di essi.
VGA Tweakers Paradise: questo sottomenu, già visto in precedenza, si attiva solo quando sono state effettuate le corrette connessioni VGA Hotwire e permette di controllare le tensioni dei singoli componenti della scheda grafica.
Il tab Advanced contiene diversi sottomenu dai quali è possibile regolare il funzionamento della CPU, del chipset, dei controller USB e Serial ATA.
Le voci presenti in questi sottomenu sono quelle tipiche di una scheda madre Socket LGA 2011. Ecco alcune di esse:
- Hyper-threading: permette di attivare o disattivare la tecnologia Intel Hyper-threading delle CPU Sandy Bridge-E
- Active Processor Core: permette di decidere quanti core della CPU lasciare attivi
- CPU Power Configuration: è un ulteriore sottomenu che contiene alcune voci per gestire il moltiplicatore della CPU, le opzioni di risparmio energetico ed il Turbo
- PCIE_X16_x Link Speed: permette di impostare lo standard PCI Express per ognuno dei connettori presenti sulla scheda madre
- SATA_x Hot Plug: permette di attivare la modalità hot plug per ogni singolo connettore Serial ATA disponibile sulla scheda madre
Il tab Monitor contiene anch'esso una serie di sottomenu e la voce Anti Surge Support che permette di attivare le funzioni di protezione UVP ed OVP. Oltre ad aver separato il monitoraggio dei parametri in tre diverse pagine (tensioni, temperature e ventole), ASUS ha realizzato una sezione apposita per il controllo della velocità delle ventole.
La sezione di Boot contiene voci per gestire alcuni parametri di avvio (lo stato del numlock o il logo), la modalità preferita di setup del bios e la lista di priorità delle periferiche di boot.
Infine nel tab Tool troviamo alcune interessanti utility per il flash del bios, per controllare i parametri SPD delle memorie, per gestire i profili, la tecnologia BIOS FlashBack ed il file di configurazione della modalità Go Button.
Sistema e metodologia di prova
Le prove sulle schede madri sono eseguite con scrupolo e attenzione, in quanto questo componente rappresenta la base per qualunque sistema PC.
- Installiamo i componenti necessari sulla scheda madre, verifichiamo il corretto funzionamento hardware ed impostiamo il bios con i valori di default (a meno che non sia diversamente specificato)
- Installiamo il sistema operativo di fresco, tutti i necessari drivers forniti dal produttore, le eventuali utility da analizzare ed infine software e file di test.
- Ogni test viene ripetuto per tre volte e se il valore di qualcuno di essi mostra una varianza troppo elevata viene di nuovo ripetuto (dopo avere rilevato la specifica causa che ha inficiato il risultato)
- Alla fine di ogni sessione di prova il sistema viene riavviato
- I risultati dei test vengono controllati rispetto a numeri di riferimento per indagare su eventuali valori anomali.
Sistema di prova | |
Processore | Intel Core i7-3960X (3,3GHz, Turbo 3,9GHz, 1,5MB L2, 15MB L3, six core) |
Memoria | 8 GB DDR3 2000 (4 x 2GB) @ 1600MHz |
Hard Disk | WD Caviar Blue 320GB 7200RPM SATA3 |
Scheda video | NVIDIA GeForce GTX 570 |
Scheda audio | Integrata |
Alimentatore | Corsair 620W |
Sistema operativo | Windows 7 64-bit |
Di seguito trovate una descrizione dei test che eseguiamo e di come li eseguiamo.
Benchmark sintetici
- Fritz Chess Benchmark: questo è un tool che misura la potenza del processore di sistema utilizzando il motore per la creazione di giochi di scacchi "Fritz 9 engine". Il risultato del test è espresso in nodi per secondo medi. Il software è fortemente ottimizzato per girare in ambienti multicore ed è capace di attivare fino ad 8 thread contemporaneamente.
Grafica 3D
- 3DMark06 (versione 1.1.0 Professional): ci permette di valutare le prestazioni grafiche 3D offerte dal sistema. Nel suo computo sono inclusi, in particolare, la CPU, la memoria di sistema ed il controller grafico.
- World In Conflict (RTS): si tratta di uno strategico in tempo reale, che unisce a questo tipo di giochi una visuale simile a quella degli sparatutto in prima persona e che fa degli effetti particellari e della fisica le sue armi migliori.
- Call of Juarez (3D Shooters): titolo ambientato nel vecchio west ma realizzato per le API DirectX 9. Grazie ad un porting è disponibile anche per piattaforme DirectX 10 delle quali sfrutta molto effetti di luce e delle tecniche di "dense vegetation".
- Crysisz (3D Shooters): si tratta di uno sparatutto che ha fatto un'epoca e che risulta sicuramente leggero per le moderne schede grafiche, dunque fortemente dipendente dall'architettura di base legata a CPU, memorie e chipset. Il test utilizza le API DirectX 10 ed è eseguito con il motore a 64-bit.
- HAWX 2 (simulazione): un titolo di nuova generazione che utilizza un motore DirectX 11 e presenta una certa dipendenza dalla CPU e dalla piattaforma sottostante.
Utilizzo generico
- PovRay (versione 3.6 e versione 3.7): il tool Persistence of Vision Raytracer (PovRay) permette di creare grafica tridimensionale di elevata qualità. Al suo interno troviamo una scena standard creata proprio per effettuare benchmark sulla CPU che sfrutta la maggior parte delle feature disponibili con questo software. Per rendere ripetibili i nostri test utilizziamo sempre le impostazioni di default del file .ini.
- Cinebench (versione 10 e versione 11): suite di test multi-piattaforma basato sul software di animazione CINEMA 4D ampiamente utilizzato da studi e case di produzione per la creazione di contenuti 3D. Grazie ad esso possiamo valutare le performance del sottosistema CPU seppure l'influenza di chipset, memorie e scheda grafica installate nel sistema non può essere trascurata. Il software esegue un test di rendering capace di sollecitare uno o tutti i core del processore disponibili.
- 7-Zip (versione 9.15 beta): con questo noto software di compressione dati eseguiamo due diversi benchmark. Il primo viene realizzato utilizzando il tool integrato che restituisce una indicazione sui MIPS (million instructions per second) che il sistema è in grado di offrire (potete confrontare i risultati ottenuti con quelli ufficiali e con quelli del vostro sistema). Il secondo invece prende in considerazione una situazione reale nella quale viene richiesto al sistema di comprimere in formato 7z una cartella da 5,36GB contenente 4.379 file di diversa dimensione e tipologia (immagini, testo, html, video, foto, applicazioni) e 536 sottocartelle e poi di decomprimere la stessa. L'operazione di compressione ha una forte dipendenza dalla memoria cache della CPU e dalla memoria RAM installata nel sistema. Quella di estrazione dipende molto, invece, dalla capacità della CPU di gestire le operazioni su interi. In tutti i casi, il software sfrutta abbastanza bene tutte le risorse (core) di CPU a disposizione.
- Auto Gordian Knot (versione 2.55): software utile per effettuare backup di DVD o comunque operazioni di transcodifica video nei formati DivX ed XviD. Per le nostre prove utilizziamo il codec XviD che il tool installa di default ed eseguiamo il ripping di un completo DVD (Codice Swordfish) che per l'occasione abbiamo memorizzato su un disco fisso e lo "comprimiamo" in modo da farlo entrare su due CD.4
- Handbrake (versione 0.9.5): un software di transcodifica video open-source multipiattaforma e multithreaded con il quale effettuiamo una conversione video di un intero DVD (Codice Swordfish) in formato adatto per i dispositivi Apple iPod, iPhone e iPad.
- Mainconcept H.264 (versione 1.6.1): tool di codifica video in grado di creare stream ad alta definizione compatibili con lo standard H.264.
Rendering, compressione e calcolo
Di seguito i grafici relativi ai test di rendering, compressione e calcolo cui abbiamo sottoposto le schede madri Socket LGA 2011 in prova per valutarne le effettive capacità di sfruttare la potenza della CPU Core i7-3960X.
Le tre schede madri ASUS incluse in questa comparativa sono, nel benchmark Fritz Chess, le più potenti riuscendo a tirar fuori dalla CPU potenza sufficiente per superare i 14600 knodi/s. Le altre schede devono accontentarsi di un migliaio di punti in meno.
Quanto appena visto lo ritroviamo anche in Cinebench 10 ove le operazioni di rendering single- e multi-core sono ancora dominate dal trittico ASUS. La Rampage IV Extreme è più o meno sugli stessi valori delle proprie sorelle.
Ai valori di rendering molto simili ottenuti in modalità OpenGL (sfruttando la VGA discreta GeForce GTX 570) si abbinano numeri abbastanza differenti nell'esecuzione del rendering di Cinebench 11 via CPU. E ancora una volta a riuscire a dare maggior spinta sono le tre schede madri ASUS con il modello Rampage IV Extreme in cima alla classifica.
Anche con PovRay 3.7 la situazione resta in netto favore per le schede madri firmate ASUS, Rampage IV Extreme in testa.
Con 7-zip accade esattamente il contrario di quanto abbiamo sinora raccontato: il benchmark integrato mostra un valore di MIPS complessivi per la Rampage IV Extreme inferiore a quello delle sue concorrenti Sapphire ed Intel, pur restando su valori superiori rispetto a quelli delle sorelle P9X79 e Sabertooth X79.
Ma nel momento in cui andiamo a tradurre tali numeri in velocità di esecuzione sul campo (compressione ed estrazione di file) e aggiungiamo al mix anche le prestazioni del controller delle memorie e del controller disco (che si occupano in questo caso di effettuare i trasferimenti di dati) le tre schede madri ASUS riconquistano il trono e garantiscono tempi inferiori a quelli delle due soluzioni Sapphire ed Intel.
Codifica video e gaming
Seguono alcuni grafici riportanti i risultati di operazioni tipiche di codifica video e di gaming 3D.
Nuovamente al top di questa nostra piccola classifica assieme alle sorelle basate sullo stesso chipset, la Rampage IV Extreme dimostra di essere sempre il modello da battere.
Come non continuare sulla stessa linea anche nelle operazioni di codifica video con XMPEG? Il tempo impiegato in questa operazione pone infatti la Rampage IV in seconda posizione dietro la Sabertooth X79.
E così anche con Hanbrake nella conversione di un intero DVD in formato adatto per tablet Apple iPad.
Con i videogiochi, in particolare con Crysis, la ASUS Rampage IV Extreme mostra prestazioni in linea con quelle delle altre soluzioni.
Buoni i livelli di FPS raggiunti invece con World in Conflict ove notiamo numeri in linea con quelli delle altre due soluzioni ASUS ma ben superiori a quelli ottenuti con la Sapphire X79N e con la Intel DX79SI.
Consumi
Una scheda madre come la Rampage IV Extreme non è certo destinata ad essere il componente cuore di un sistema a basso consumo, un HTPC o un computer da ufficio. Difficilmente un utente che acquista una scheda madre di questo genere pone l'efficienza energetica del suo computer al primo posto fra i parametri di scelta. Ciononostante abbiamo voluto verificarne i consumi per capire se fossero in linea o meno con quelli di altri prodotti simili. I valori riportati sono quelli riguardanti l'intero sistema, misurati alla presa di corrente, così come specificato nella sezione "Sistema e metodologia di prova".
In modalità desktop 2D la Rampage IV Extreme dimostra di essere la scheda meno ottimizzata con consumi leggermente superiori alla sorella P9X79 che pure mostra assorbimenti di una certa importanza.
Quando sottoponiamo la scheda madre ad un certo carico la situazione relativa resta la stessa, ovvero quella di un prodotto dai consumi non ottimizzati. Resta comunque al pari con la sorella P9X79 Deluxe.
Conclusioni
Con la scheda madre Rampage IV Extreme, ASUS ha voluto creare un prodotto destinato principalmente agli utenti che fanno dell'overclock non solo una passione ma anche una professione. Nata dalla collaborazione con uno dei più famosi overclocker mondiali, questa scheda offre soluzioni uniche che non sono disponibili né in prodotti concorrenti né in modelli della stessa casa.
Le feature accessorie destinate a migliorare l'approccio all'overclock estremo sono tante e tali da far passare in secondo piano le caratteristiche principali: quelle sono date quasi per scontato visto il genere di scheda madre con cui stiamo trattando ed il suo costo d'acquisto!
Per integrare tutto il necessario ASUS parte da un PCB di grosse dimensioni in standard E-ATX sul quale dispone, oltre al socket LGA 2011 ed al chipset X79, 8 slot DIMM, 6 connettori PCI Express, 8 connettori SATA, sezione di alimentazione a 8 + 3 + 4 fasi, controller per audio 7.1 channel, gigabit LAN, Bluetooth, USB 3.0 e poi per una infinità di funzionalità da overclockers.
Layout. Nonostante le dimensioni "eccessive" il numero di componenti integrati sul PCB è davvero elevato e questo porta ad ottenere una distribuzione che appare in un certo senso disordinata. I componenti sono disposti nella maniera tipica secondo dettami ATX mentre forte attenzione è stata riposta al posizionamento dei connettori PCI Express x16 che permettono di ospitare da una a quattro VGA lasciando le eventuali schede sempre il più distanziate possibili fra loro.
Bios. Il bios di questa scheda è una vera macchina da guerra. Basato sulla tipica interfaccia proposta da ASUS con i suoi prodotti di ultima generazione, include funzionalità e pannelli che definire speciali potrebbe essere riduttivo! Al suo interno sono presenti voci che permettono non solo di modificare i parametri di funzionamento dei componenti integrati sulla scheda madre stessa ma addirittura di agire su tensioni e frequenze delle VGA collegate, controllare le temperature mediante sonde specifiche ed utilizzare strumenti particolarmente utili per gli overclocker professionisti.
Prestazioni. Questa scheda madre ci ha stupito molto più per le feature accessorie che per le prestazioni ma non perché queste non siano elevate, anzi lo sono eccome, ma solo perché da un prodotto di questo calibro è il minimo che ci si possa aspettare!
Funzioni di overclock. Superlative! Basta solo un aggettivo per descrivere le feature che la Rampage IV Extreme offre a coloro che vogliono cimentarsi nella pratica di overclock a qualunque livello desiderino farlo. Gli strumenti classici chiaramente non mancano ma a questi sono state affiancate funzionalità progettate per gestire sistemi di raffreddamento estremi e dunque anche sessioni di overclock estreme. Questa è la scheda madre che probabilmente tutti gli overclocker professionisti vorrebbero avere per le mani durante le loro gare e i tentativi di battere record mondiali.
Espandibilità. Eccezionale anche sotto questo punto di vista, la scheda offre quattro slot PCI Express x16 3.0 che possono essere configurati come x16 + x16 oppure x16 + x8 + x16 oppure x16 + x8 + x8 + x8 per permettere configurazioni NVIDIA 4-Way SLI ed AMD Quad-GPU CrossFireX. Sono poi presenti due altri connettori PCIe, porta Gigabit LAN, Bluetooth, audio 8-channel, venti porte USB fra pannello posteriore e header su PCB (otto USB 3.0 e dodici USB 2.0)
Dischi. Dischi e periferiche ottiche possono essere collegati ad otto connettori SATA (quattro SATA 2.0 e quattro SATA 3.0) oppure esternamente a due porte eSATA 6Gbit/s. Due dei connettori interni a 6Gbit/s e le due porte esterne sono gestite da controller dedicato mentre le altre sono governate dal chipset Intel X79 che offre anche la possibilità di configurazione in modalità singolo disco o Raid 0,1,5,10.
La ASUS Rampage IV Extreme risulta, a nostro avviso, uno dei migliori prodotti in circolazione per chi vuole fare del tweaking insano al proprio sistema. Una soluzione che, dato anche il suo prezzo d'acquisto, è adatta solo per pochi eletti che potranno avere tutto, ma davvero tutto, a portata di mano.