Il mio viaggio per Milano non è partito proprio con il piede giusto: la mattinata del 21 era fredda ed umida, ed il treno che mi avrebbe dovuto portare nel capoluogo lombardo in leggero ritardo. Ritardo che di 5 minuti in 5 minuti è diventato poi di un'ora e mezza. Invece di partire alle 7.25 son partito alle 9.00. Se il buongiorno si vede dal mattino …
Arrivato a Milano mi sono subito diretto verso la metropolitana per raggiungere l'albergo il prima possibile al grido di “Il mio regno per una doccia calda!”. Durante questo primo breve viaggio nel sottosuolo lombardo ho posto particolare attenzione al modo di fare dei milanesi, sulla base della mia esperienza passata: corrono ancora sulle scale mobile per giungere prima al lavoro, come notai 4 anni fa? Non tanto frequentemente come mi ricordavo, forse perché i milanesi “duri e puri” sono sempre meno o, meglio, sono ormai abbondantemente “diluiti” tra una folla variopinta. V'è però un loro vezzo che ancora noto difficile a morire: chiedete ad un milanese - di qualsiasi "colore" - un'informazione e questo vi guarderà come se voleste rapinarlo di tutti i suoi averi (se poi IL milanese è UNA milanese … lasciamo perdere).
Per risparmiare qualche soldo, visto che B&C è tutto fuorché un portale ricco (ed il perché lo abbiamo spiegato qui), ho scelto un albergo un po' fuori mano. Sinceramente su GoogleMaps non mi sembrava così distante dalla stazione Metro più vicina: mi sono dovuto sorbire per tre giorni una camminata di 20 minuti a passo veloce sia all'andata sia, naturalmente, al ritorno. Questa condizione sfavorevole si è poi trasformata in un vera fortuna, in quanto lungo la strada ho incrociato il ristorante che avrei frequentato durante i miei tre giorni di permanenza a Milano. Non ho mai citato nessuna attività commerciale su B&C, ma questa volta voglio fare un'eccezione. Ringrazio i proprietari del ristorante "Alla Toscana ...” sia per l'eccellente cibo sia, soprattutto, per l'ambiente davvero caloroso ed accogliente. Non avrei mai pensato di sentirmi come fossi nella mia saguigna Romagna ... a Milano! A proposito, durante l'ultima visita mi sono dimenticato di salutare un membro dello staff: ciao Nico, e scusami della svista!
Tornando a parlare dei milanesi, una mattina in metropolitana, mentro ero diretto allo SMAU, ho incontrato il classico milanesaccio (nel senso buono) tutto lavoro ed efficienza, il quale durante il tragitto (dalla Stazione Brera della Metro, passando dalla Stazione Portello fino all'ingresso di SMAU) si è continuamente lamentato di come, in ordine:
- la Metro sia stata disegnata male, e che dovrebbe essere ricostruita per velocizzare il tragitto da casa sua all'entrata dello SMAU;
- la Stazione Portello della Metro è VERAMENTE TROPPO lontana dall'entrata di SMAU, ed in particolare le sue testuali parole sono state: “Vogliono forse farci diventare dei podisti professionisti?”;
- le istruzioni sul sito di SMAU per raggiungere la Fiera sono veramente mal scritte, e solo un demente consiglierebbe la Stazione Portello invece della Stazione Lotto M5, secondo lui più vicina (a nulla è valso fargli notare la distanza delle due stazioni sulla cartina).
In ultimo vorrei descrivervi brevemente il mio viaggio di ritorno, sempre in treno. Dopo aver preso posto sul mio sedile precedentemente prenotato, si siede di fronte a me una donna sui 40 anni alquanto piacente, che però ha solo l'abbonamento (nessun posto prenotato, quindi). Dalla sua chiaccherata via telefono (con la figlia, suppongo) vengo a sapere che avrebbe avuto una serata abbastanza gravosa: avrebbe dovuto fare la spesa, sarebbe dovuta andare a prendere la nonna (quindi, sua madre), avrebbe dovuto cucinare la cena, e molto altro, dopo essere scesa ad una città a circa 50 minuti da Milano. Il tutto dopo una giornata di lavoro bella piena in ufficio. Questo mi ha ricordato quanto fa anche mia madre, ancora oggi, ma a 60 anni di età. Quando due stazioni dopo Milano è salito il ragazzo con il posto prenotato, e la signora si è dovuta alzare, sono stato davvero lento di riflessi (mentali) non lasciandole subito il sedile. Ho tentato in seguito di convincerla a prendere il mio posto (il mio viaggio sarebbe durato 3 ore), ma inutilmente. La donna, stoicamente, mi ha fatto notare che è abituata a questo, essendo pendolare. Guardando le sue scarpe con il tacco 10, nella sua situazione, avrei invece accettato subito! Ho poi scelto di ritirarmi in buon ordine, evitando ulteriori offerte, perché le persone vicine stavano cominciando a pensare che ci stessi provando. :(
Perché ho scritto tutto questo? Perché mi sono accorto di come l'essere gentili sia spesso, se non sempre, visto come un mezzo per avere qualcosa in cambio. Quanta malizia ...
Sempre sul medesimo treno, per tutto il tragitto, ho avuto di fianco a me una ragazza decisamente carina, portatrice di occhiali e poco truccata (si direbbe “acqua e sapone”). Stava tornando a casa dopo una settimana passata presso il polo universitario milanese. All'altezza di Forlì si è ritirata in bagno, per poi uscirne completamente stravolta! Per una serata estemporanea in discoteca con le amiche, la ragazza si è truccata in treno trasformandosi in una specie di pagliaccio: le labbra lucide lasciarono il posto a due labbroni rossi degni di Moira Orfei, mentre gli occhiali scomparvero per lasciare il posto ad un, ora ben riconoscibile, naso aquilino (la montatura degli occhiali camuffava la sua importante gobba). A volte non riesco proprio a capire come le ragazze possano truccarsi così pesantemente. Per me, invece, è stato un vantaggio, in quanto ho tirato un sospiro di sollievo per non averle chiesto in precedenza il numero di telefono.