Chi ci segue da tempo, da un'era precedente la fondazione di Bits And Chips (questa frase sembra tratta da un libro di Asimov …), forse si ricorderà del mio speciale su SMAU 2011, pubblicato sulle mai troppo celebrate pagine di DinoxPC. Quell'articolo ci permise di fare una simpatica chiaccherata con Pierantonio Macola, Amministratore Delegato di SMAU. Da allora ci siamo ripromessi di evitare SMAU, ed il perché lo si potrà comprendere da questa frase di Bertrand Russel: “Nessuna soddisfazione basata sull'inganno perpetrato verso noi stessi è solida e, per quanto sgradevole possa essere la verità, è meglio affrontarla una volta per tutte, per abituarcisi, e costruire la nostra vita in armonia con essa” (La conquista della felicità, Bertrand Russel, TEA, Milano, 2009, Pag. 111). Quest'anno, però, ho deciso di rompere il fioretto grazie a Francesca Anzalone, che ho conosciuto a SMAU Bologna e che mi ha fatto subito un'eccellente impressione. Francesca si è occupata dell'organizzazione della manifestazione e dell'ufficio stampa, e devo dire che la sua presenza si è fatta sentire. Durante questi giorni non sono riuscito ad incontrarla (l'ho sempre vista occupata, ed ho preferito evitare di interferire con il suo lavoro). Se mai dovesse leggere queste righe, ecco qui il mio saluto: “Ciao, Francesca!”. ;)
Al pari di quanto ho fatto per il CeBIT, per il momento vorrei descrivervi la mia esperienza di vita in quel di Milano, di come ho trovato la città, di chi ho incontrato, delle due fiere d'ottobre e via di questo passo. La mia gioventù è stata segnata da Jerome K. Jerome, dal suo Tre uomini in barca (per tacer del cane) e dai diari di viaggio in Italia di tanti illustri scrittori (Goethe, Stendhal, De Sade, ecc), quindi scusatemi se questa mia mania non incontrerà i vostri gusti: basterà attendere qualche giorno per leggere articoli dal taglio molto più professionale, su quanto abbiamo visto a SMAU. Per il momento, quindi, dovrete accontentarvi di questo piccolo diario di viaggio, forse più adatto ad un blog. Guardate però al lato positivo/professionale del pezzo: non sono presenti foto di ragazze seminude ... o forse è un punto a suo sfavore? ;)
Il mio viaggio per Milano non è partito proprio con il piede giusto: la mattinata del 21 era fredda ed umida, ed il treno che mi avrebbe dovuto portare nel capoluogo lombardo in leggero ritardo. Ritardo che di 5 minuti in 5 minuti è diventato poi di un'ora e mezza. Invece di partire alle 7.25 son partito alle 9.00. Se il buongiorno si vede dal mattino …
Arrivato a Milano mi sono subito diretto verso la metropolitana per raggiungere l'albergo il prima possibile al grido di “Il mio regno per una doccia calda!”. Durante questo primo breve viaggio nel sottosuolo lombardo ho posto particolare attenzione al modo di fare dei milanesi, sulla base della mia esperienza passata: corrono ancora sulle scale mobile per giungere prima al lavoro, come notai 4 anni fa? Non tanto frequentemente come mi ricordavo, forse perché i milanesi “duri e puri” sono sempre meno o, meglio, sono ormai abbondantemente “diluiti” tra una folla variopinta. V'è però un loro vezzo che ancora noto difficile a morire: chiedete ad un milanese - di qualsiasi "colore" - un'informazione e questo vi guarderà come se voleste rapinarlo di tutti i suoi averi (se poi IL milanese è UNA milanese … lasciamo perdere).
Per risparmiare qualche soldo, visto che B&C è tutto fuorché un portale ricco (ed il perché lo abbiamo spiegato qui), ho scelto un albergo un po' fuori mano. Sinceramente su GoogleMaps non mi sembrava così distante dalla stazione Metro più vicina: mi sono dovuto sorbire per tre giorni una camminata di 20 minuti a passo veloce sia all'andata sia, naturalmente, al ritorno. Questa condizione sfavorevole si è poi trasformata in un vera fortuna, in quanto lungo la strada ho incrociato il ristorante che avrei frequentato durante i miei tre giorni di permanenza a Milano. Non ho mai citato nessuna attività commerciale su B&C, ma questa volta voglio fare un'eccezione. Ringrazio i proprietari del ristorante "Alla Toscana ...” sia per l'eccellente cibo sia, soprattutto, per l'ambiente davvero caloroso ed accogliente. Non avrei mai pensato di sentirmi come fossi nella mia saguigna Romagna ... a Milano! A proposito, durante l'ultima visita mi sono dimenticato di salutare un membro dello staff: ciao Nico, e scusami della svista!
Tornando a parlare dei milanesi, una mattina in metropolitana, mentro ero diretto allo SMAU, ho incontrato il classico milanesaccio (nel senso buono) tutto lavoro ed efficienza, il quale durante il tragitto (dalla Stazione Brera della Metro, passando dalla Stazione Portello fino all'ingresso di SMAU) si è continuamente lamentato di come, in ordine:
- la Metro sia stata disegnata male, e che dovrebbe essere ricostruita per velocizzare il tragitto da casa sua all'entrata dello SMAU;
- la Stazione Portello della Metro è VERAMENTE TROPPO lontana dall'entrata di SMAU, ed in particolare le sue testuali parole sono state: “Vogliono forse farci diventare dei podisti professionisti?”;
- le istruzioni sul sito di SMAU per raggiungere la Fiera sono veramente mal scritte, e solo un demente consiglierebbe la Stazione Portello invece della Stazione Lotto M5, secondo lui più vicina (a nulla è valso fargli notare la distanza delle due stazioni sulla cartina).
In ultimo vorrei descrivervi brevemente il mio viaggio di ritorno, sempre in treno. Dopo aver preso posto sul mio sedile precedentemente prenotato, si siede di fronte a me una donna sui 40 anni alquanto piacente, che però ha solo l'abbonamento (nessun posto prenotato, quindi). Dalla sua chiaccherata via telefono (con la figlia, suppongo) vengo a sapere che avrebbe avuto una serata abbastanza gravosa: avrebbe dovuto fare la spesa, sarebbe dovuta andare a prendere la nonna (quindi, sua madre), avrebbe dovuto cucinare la cena, e molto altro, dopo essere scesa ad una città a circa 50 minuti da Milano. Il tutto dopo una giornata di lavoro bella piena in ufficio. Questo mi ha ricordato quanto fa anche mia madre, ancora oggi, ma a 60 anni di età. Quando due stazioni dopo Milano è salito il ragazzo con il posto prenotato, e la signora si è dovuta alzare, sono stato davvero lento di riflessi (mentali) non lasciandole subito il sedile. Ho tentato in seguito di convincerla a prendere il mio posto (il mio viaggio sarebbe durato 3 ore), ma inutilmente. La donna, stoicamente, mi ha fatto notare che è abituata a questo, essendo pendolare. Guardando le sue scarpe con il tacco 10, nella sua situazione, avrei invece accettato subito! Ho poi scelto di ritirarmi in buon ordine, evitando ulteriori offerte, perché le persone vicine stavano cominciando a pensare che ci stessi provando. :(
Perché ho scritto tutto questo? Perché mi sono accorto di come l'essere gentili sia spesso, se non sempre, visto come un mezzo per avere qualcosa in cambio. Quanta malizia ...
Sempre sul medesimo treno, per tutto il tragitto, ho avuto di fianco a me una ragazza decisamente carina, portatrice di occhiali e poco truccata (si direbbe “acqua e sapone”). Stava tornando a casa dopo una settimana passata presso il polo universitario milanese. All'altezza di Forlì si è ritirata in bagno, per poi uscirne completamente stravolta! Per una serata estemporanea in discoteca con le amiche, la ragazza si è truccata in treno trasformandosi in una specie di pagliaccio: le labbra lucide lasciarono il posto a due labbroni rossi degni di Moira Orfei, mentre gli occhiali scomparvero per lasciare il posto ad un, ora ben riconoscibile, naso aquilino (la montatura degli occhiali camuffava la sua importante gobba). A volte non riesco proprio a capire come le ragazze possano truccarsi così pesantemente. Per me, invece, è stato un vantaggio, in quanto ho tirato un sospiro di sollievo per non averle chiesto in precedenza il numero di telefono.
Per evitare di incorrere nelle passate poco spiacevoli esperienze, per il momento vediamo di descrivere lo SMAU attraverso quanto gli ruota attorno, piuttosto che direttamente. Partiamo allora dalle persone che vi lavorano … gratis. I ragazzi che formano la spina dorsale dell'organigramma di SMAU, cioè quelli che forniscono informazioni ai visitatori, che gestiscono le entrate nei workshop, che sono alla reception e via di questo passo, sono studenti dell'Istituto Tecnico Turistico locale (qui a Cervia, per gli amici, è ancora l'Alberghiero). Il loro compenso non sarà monetario, ma saranno loro elargiti crediti scolastici (la stessa situazione si ritrova a SMAU Bologna). Non siamo ai livelli del Meeting di Rimini, da noi raccontato qui, ma forse questo “sfruttamento legalizzato” andrebbe ripensato, in quanto rispetto a 4 anni fa il personale “adulto” si è ridotto notevolmente. Lascio a voi lettori eventuali pensieri a riguardo, io mi limito a riportare i fatti.
Cambiando discorso, anche durante questo SMAU ho cercato di convincere alcune aziende a rilasciarci un'intervista, sia per farle conoscere, sia perché effettivamente quanto hanno da dire, noi di B&C lo troviamo interessante (questo nostro modus operandi è ben osservabile dall'incredibile numero di interviste che trovate sul portale). Ho riso come un matto quando diversi dirigenti, anche di grosse aziende, mi hanno risposto: “Quanto volete per l'intervista?”. Evidentemente quanto siamo venuti a sapere (farsi pagare per scrivere articoli prezzolati) è una pratica ormai consolidata presso le testate italiane. Alcune aziende, poi, non mi hanno neppure creduto quando ho affermato che noi di B&C realizziamo queste interviste gratuitamente, invitandomi a mettermi in contatto con il loro reparto markting e legale. Incredibile, in Italia per fare un'intervista amichevole si richiede l'intervento di un avvocato!
Ultima considerazione relativa a SMAU riguarda le hostess. Non decanterò la loro bellezza (in alcuni casi davvero notevole!). Parlerò, invece, del loro compenso. Siamo rimasti fermi a 4 anni fa: 50 euro al giorno. Questo è venuto fuori da un mio sondaggio in loco. Voglio però raccontarvi un aneddoto particolare. Ad una coppia di ragazze, vestite in modo discinto, in minigonna e con tacco 15, ho chiesto: “Anche voi prendete 50 euro l'ora?”. Un lapsus incredibile! Ho detto “l'ora” invece di “al giorno”! Però le due ragazze, non scomponendosi minimanente, mi hanno risposto: “Per 50 euro l'ora non ci muoviamo neppure di casa!”. Non capendo se mi stessero perculando o fossero effettivamente serie, me ne andai pensieroso ... che fossero escort di lusso?
Andrea di AVM (con cui ho fatto amicizia a SMAU) gentilmente mi ha regalato un pass per il GamesWeek e, nonostante non fosse nelle mie intenzioni andarci, vi ho comunque fatto un salto venerdì 23. Con tutto il rispetto per i ragazzi post-2000 (sono sicuro che alcuni normali ne esistono, in quanto li conosco personalmente), il GamesWeek è il ritrovo dei Binbiminchia per antonomasia, e forse anche per questo le hostess sono pagate molto bene, sui 65 euro al giorno (contro i 50 euro medi dello SMAU). Per 3 giorni queste povere ragazze hanno dovuto sostenere orde di bambocci con gli ormoni a mille - giravo con il deodorante per ambienti in mano, per non sentire il tanfo dei loro fenormoni! - che fremevano per fare una foto insieme a loro (particolarmente oberata di lavoro era l'hostess allo stand di Forza Motorsport 6, circondata non solo da dodicenni, ma anche dai loro padri!).
Un po' di tenerezza mi ha fatto lo stand di TGM, semi deserto, con un Raffo completamente privo di qualsiasi seguito di fan. Sono lontani i tempi in cui TGM, PC Game Parade e K erano le riviste di riferimento del mondo gaming italiano, e gli articoli erano scritti come Dio comanda. A tal proposito hanno prodotto in me un effetto demoralizzante gli enormi serpentoni di folla (composta dai sopracitati binbiminkia) che inseguivano i propri idoli, cioè gli youtuber più idioti del pianeta, da un padiglione all'altro. Un'immensa orda di teenager pettinati e vestiti come fossero dei cloni. Idiocracy incoming … ?
In ultimo, mi è risultato alquanto simpatico lo stand ROG di Asus, un luogo dove i bambini di 10-12 anni potevano giocare senza problemi ai titoli 18+. Quando ho chiesto ad una hostess Asus del perché permettessero questo, ho ricevuto questa risposta: “Se non lasciassimo giocare i bambini, lo stand sarebbe deserto”. Ah, mi stavo quasi per dimenticare del notebook ROG GX700: una tamarrata più estrema ancora non l'avevo vista dal vivo! MSI ha tentato di avvicinarvisi con il GT80 Titan, ma ancora non ha superato Asus. :)
Il GamesWeek in quattro parole? Il ritrovo dei binbiminkia.
E la descrizione dei prodotti che avete visto allo SMAU? E le interviste ai protagonisti? E le news informatiche? Dov'è tutta questa roba? Suppongo che molti di voi si stiano chiedendo tutto ciò, dopo aver finito di leggere le pagine precedenti, ed avete ragione. I contatti che siamo riusciti a stringere in questi tre giorni, però, sono stati talmente numerosi ed interessanti che abbiamo deciso di sfruttarli per articoli monografici ed interviste approfondite. SMAU, al contrario di quanto potrebbe essere trapelato fin qui, può essere non solo un luogo ameno (al contrario del Gamesweek, ameno al 100%), ma anche un luogo dove è possibile trovare aziende e persone preparate ed interessanti. Proprio come la nostra Francesca Anzalone ha tenuto a sottolineare durante questi giorni.
Lo SMAU ed il GamesWeek, quindi, per il momento ci sono serviti semplicemente per scrivere questo articolo scanzonato, più di costume che d'altro, ma che speriamo sia stato di vostro gradimento. Sebbene di informatico abbia poco, mi auguro che vi abbia dato uno spaccato abbastanza simpatico della realtà milanese e delle due fiere, nel caso il prossimo anno ci vogliate andare. Le risate, ne sono sicuro, vi accompagneranno durante tutto il viaggio.