Quanti di voi si sono trovati nelle condizioni di voler gettare dal balcone il proprio notebook, a causa della sua estenuante lentezza, oppure costretti a sostituire un hard-disk meccanico deceduto improvvisamente?
A me è capitato, circa un mesetto fa, di trovarmi nella situazione sopra descritta, nel momento in cui utilizzavo un ormai vecchio, ma tutto sommato ancora valido per l'utilizzo SoHo, notebook Acer Aspire 5742G.
Trattandosi di un classico "muletto da battaglia", utilizzato per specifiche ma non primarie necessità, non avevo realmente alcuna intenzione di spendere una cifra elevata per ripararlo.
Così, con l'intenzione di donargli nuova linfa vitale ma spendendo il meno possibile, mi sono diretto su Amazon.it per acquistare il più economico e valido - stando alle recensioni trovate nei commenti - SSD disponibile.
Tra questi ho trovato un'unità prodotta da DREVO, azienda che sta prendendo sempre più piede sugli eShop grazie a prodotti validi ed economici. Questo SSD ha una capacità di 60GB e sembra garantire una buona velocità in lettura, ma più limitata in scrittura. Il DREVO in questione è venduto al prezzo di appena 31€.
Ho deciso dunque di "correre il rischio", e sono pronto a scommettere che siete curiosi quanto me di scoprire se si tratta di un valido acquisto. Vediamo di cos'è capace questo economico SSD!
Il drive SSD X1 da 60GB di DREVO è arrivato nei nostri laboratori all'interno di una piccola confezione di cartone nero opaco. Questa è caratterizzata dal solo logo del produttore sul frontale, ritraente una sorta di cavallo attraversato da un fulmine, mentre sul posteriore qualche informazione sommaria su caratteristiche tecniche e garanzia a caratteri chiari.
Al suo interno abbiamo trovato in maniera ben riposta:
- libretto per la garanzia ed alcune brochure;
- il drive protetto da una busta antistatica;
- un adesivo con il logo dell'azienda.
Il drive visto dalla utility CrystalDisk Info, che offre 55GB netti (Su 60GB che è il taglio di vendita) a disposizione dell'utente:
Come altri prodotti dell'azienda, il drive in questione gode di una garanzia pari a 3 anni.
Tra le caratteristiche tecniche citiamo la compatibilità con il sistema DevSleep, il quale permette di disattivare completamente l'interfaccia SATA per un migliore risparmio energetico, oltre alle funzioni S.M.A.R.T., APM, TRIM ed NCQ.
Maggiori informazioni sono disponibili sul sito ufficiale, a questa pagina.
Il drive X1 di DREVO è caratterizzato dal classico from-factor per hard-disk da 2.5", ed è protetto da una robusta cover in alluminio di colore grigio scuro.
Questa misura 100 * 69.7 * 7mm, quindi adatta anche per equipaggiare i notebook più sottili in commercio.
L'interfaccia utilizzata per connettersi alla motherboard è la SATA III (6GB/s), capace di garantire una banda passante teorica massima pari a 600MB/s. Sul retro troviamo lo sticker con impressi diversi dati, tra cui le varie feature offerte ed il numero di serie del modello.
Sui bordi del drive non troviamo le classiche 4 viti da rimuovere per accedervi all'interno, bensì dei dentini ad incastro da allentare. Questa pratica danneggerà in maniera evidente il sistema, così da far decadere la garanzia (Ovviamente consigliamo di non eseguire tale pratica, ndA).
Ecco cosa vi aspetta qualora pensiate di darvi uno sguardo:
Come ci si poteva aspettare, all'interno troviamo un PCB decisamente più piccolo del normale (Pratica ormai piuttosto comune a tutti i produttori di unità allo stato solido).
Il retro del PCB, il primo che appare alla vista una volta rimosso il coperchio, è completamente spoglio.
La parte frontale invece ospita tutto quel che il drive offre: 4 chip di memoria NAND Flash MLC realizzati da Micron a 20nm, gestiti dal controller SM2246XT di Silicon Motion (clicca qui per maggiori informazioni), il medesimo presente su alcuni drive portatili di SanDisk.
Si tratta sostanzialmente di un controller ultra low cost lanciato al Computex 2015, che non gestisce alcun chip DRAM dedicato al Buffer (Il che si traduce in minori costi di produzione), bensì integra al suo interno una SRAM dalle capacità ben più ridotte del solito. Questa scelta, generalmente, porta a prestazioni - sopratutto in scrittura - inferiori rispetto ai controller "standard".
Possiamo dunque dire che la componentistica utilizzata è di discreta qualità, seppur con qualche anno alle spalle (Sempre meglio di NAND Flash e controller scadenti e/o sconosciuti).
Come già anticipato, la prova di questo economico SSD viene effettuata sfruttando l'ormai anziano notebook Acer Aspire 5742G.
Questo, nella variante da me posseduta, dispone di una CPU Intel Core i3 370M, un dual-core con HT che opera alla frequenza di 2.4GHz, accoppiata a 4GB di memoria RAM DDR3 CL7 @1066MHz e GPU ATI/AMD HD5470M con VRAM da 512MB GDDR3, saldata sulla motherboard.
Il chipset HM55 al quale il sistema si appoggia supporta l'interfaccia SATA II (3GB/s), capace di garantire una banda passante teorica pari a 300MB/s.
Tutto ciò non permetterà all'unità in prova di raggiungere la massima velocità di lettura offerta di circa 500MB/S, mentre non ci sono problemi per la bassa velocità in scrittura che in un certo senso lo pensalizza (Semplificando il discorso, ricordiamo che i chip NAND funzionano come se fossero in RAID, quindi essendocene meno su tale unità è normale osservare degli scarsi risultati, soprattutto se appaiati ad un CTRL NAND di facsia entry level).
Come se non bastasse, giusto per peggiorare la situazione, ho intenzionalmente scelto di non attivare la modalità SATA AHCI, la più recente e più raccomandata per i drive ad alte prestazioni, in qaunto è quella settata di default.
Immedesimandomi dunque in un utente inesperto, capace appena di eseguire una formattazione con ripristino dell'OS, ma dotato comunque di una certa manualità, ho lasciato la modalità IDE da BIOS, installato il sistema (Windows 10 PRO), caricato i driver necessari per il funzionamento di tutti i componenti, installato alcuni software di diagnostica e test.
I test sono stati dunque effettuati con SSD "carico" al 70% circa, a due mesi dall'installazione dell'OS e software vari.
Per prima cosa ho monitorato la velocità di avvio del sistema, caratteristica ormai chiave per la vita di oggigiorno, ossia uno dei primi motivi per cui l'utente è portato ad utilizzare una unità allo stato solido come drive principale. Il risultato è stato il seguente:
- circa 15 secondi dalla pressione del tasto di accensione per raggiungere la lockscreen;
- circa 15 secondi per digitare la password, eseguire il login e raggiungere il desktop (30 secondi circa complessivi);
- circa 15 secondi per avere il sistema pronto all'uso, con tanto di controlpanel di AIDA64 caricato e funzionante (circa 45 secondi complessivi).
Considerata la situazione sfavorevole nella quale abbiamo messo il drive, possiamo ritenerci più che soddisfatti.
N.B. ricordiamo che il notebook offre la sola interfaccia SATA II (3GB/s) e non è stata abilitata la modalità AHCI da BIOS, percui è normale osservare prestazioni in lettura non proprio entusiasmanti, oltre che in linea con i dati suggeriti dal produttore.
Passiamo ora ai benchmark reali, la classica suite composta da AIDA64, AS SSD Benchmark e CrystalDiskMark.
I risultati in lettura sequenziale ottenuti oscillano tra i 190MB/s e 220MB/s circa, scrittura sequenziale molto vicina a quella promessa, tempi di accesso alle memorie relativamente brevi (circa 0.35ms) e carico sulla CPU contenuto.
Per conclundere, diamo uno sguardo alle temperature, consideranto che la temperatura media della stanza in cui operava il notebook risultava attorno ai 18°C. Il drive integra un sensore al suo interno e tramite AIDA64 abbiamo rilevato una temperatura massima di esercizio - durante l'esecuzione dei benchmark - che oscillava tra i 25°C ed i 30°C.
Risultati dunque "ottimi considerando le circostanze". Nonostante la velocità in scrittura sia pari a quanto ottenibile da un classico HDD meccanico da 5400RPM, l'elevata velocità in lettura ed il tempo di accesso alle memorie relavitamente basso hanno permesso al notebook di "resuscitare".
Il sistema è ora abbastanza scattante, oltre che piacevole da utilizzare. L'acquisto è risultato azzeccato. Il DREVO X1 60GB risulta essere la soluzione economica giusta per migliorare PC ormai vetusti.
Avete una configurazione che necessita di una spinta in più, utilizzando il disco meccanico come solo archivio per dati e videogame? Bene, investite questi 31€ circa, installando nei 55GB messi a disposizione l'OS ed i programmi più utilizzati (Come la suite Office e similari), senza pensarci un attimo.
Avete qualche € in più da spendere, ma non abbastanza per permettervi il taglio da 120GB? DREVO offre la versione PRO del drive X1 nel taglio da 64GB a soli 2€ in più, caratterizzata si da una velocità in lettura un tantino ridimensionata, rispetto alla versione standard (400MB/s contro 500MB/s), ma allo stesso tempo una velocità in scrittura praticamente triplicata (300MB/s contro 90MB/s).