Riportiamo qui di seguito la lettera scritta da Jyrki Raina, Segretario di IndustriALL Global Union, il sindacato che unisce tutti i lavoratori che operano nel comparto dei semiconduttori al mondo, ai rapprensentanti dei Sindacati italiani che in questo momento stanno trattando con Micron per evitare che alcuni lavoratori dell'azienda statunitense vengano licenziati.

 

 

To Giuseppe Farina, General Secretary of FIM-CISL,
To Maurizio Landini, General Secretary of FIOM-CGIL,
To Rocco Palombella, General Secretary of UILM ITALY

 

I am writing to you on behalf of IndustriALL Global Union, which represents 50 million workers in the mining, energy and manufacturing sectors in 140 countries, promoting global solidarity and taking up the fight for better working conditions and trade union rights around the world, to express our full support of the struggle by the unions at manufacturing and research sites of Micron Semiconductor Italia to safeguard employment and preserve the industrial role of Micron Italia.
We deplore the company’s intransigent stance in implementing a restructuring plan, without any consultation with the unions, which involves redundancies. In addition, we find it unacceptable that the company is not even considering an alternative to the restructuring plan.
We fully support your actions against Micron Semiconductor Italia to find a fair and just solution for the workers through negotiations, which should also involve the government agencies and the parent company–Micron Italia is part of Micron Technology, Inc., which is based in the USA.
Furthermore, we strongly believe that the company has a fundamental responsibility to protect the livelihoods of the Micron workers in Italy and their families in the community. It is imperative that the company submit immediately a new plan to maintain the employment level and to increase investments in the electronics industry in Italy. We stand firm in solidarity with you at Micron Semiconductor Italia in your fight to overturn the company’s unilateral decision to initiate the procedure to dismiss workers, and its refusal to meet with union representatives.

In solidarity,
Geneva, 19 March 2014

 

Questa situazione si è venuta a creare in quanto Micron Semiconductor vorrebbe tagliare parte dei posti di lavoro in Italia, dopo che l'anno scorso ha venduto la FAB di Avezzano alla fonderia tedesca Lfoundry. L'azienda statunitense, infatti, ha constatato che i costi di gestione in Italia sono eccessivamente elevati, in tutti gli ambiti: eccessivo costo del lavoro, eccessivo costo dell'energia, mezzi logistici insufficienti e sindacati eccessivamente intransigenti.

Questi fattori hanno convinto la dirigenza di Micron a voler investire altrove, in stati più aperti a condividere gli investimenti e i vantaggi. La stessa ST Microelectronics, italo-francese, si è vista abbandonata dal Governo italiano, il quale ha venduto le proprie azioni della società

Quello che sta colpendo Micron, è la stessa cosa che è accaduta a FIAT recentemente: i sindacati cercano di costringere acriticamente un'azienda a mantenere la propria forza lavoro, senza venire incontro alle sue esigenze, solo perché ha delle strutture produttive in Italia. Non è un caso che FIAT si stia trasferendo, piano piano, negli Stati Uniti.

A tal proposito guardiamo cosa ha avuto GlobalFoundries per aprire la FAB 8 nello stato di New York, ed al contempo cosa ha dovuto dare (link all'articolo): è stato un dare ed un avere tra azienda e stato. Nel caso di Micron, si vuole che la sola azienda statunitense sia a pagare tutto. E' possibile attirare aziende straniere con questo modus operandi?