Quando furono buttate giù le caratteristiche di Jalapeno, Rogers e suoi ingegneri si fecero probabilmente questa domanda: “Cosa avrebbe dovuto avere tale CPU per ritagliarsi una buona fetta di mercato?”. Quello che venne elaborato fu veramente qualcosa fuori dagli schemi, per l'epoca.
Jalapeno, così fu chiamata la nuova architettura, prima di tutto avrebbe dovuto mantenere lo Socket ZIF. La cartuccia introdotta da Intel era eccessivamente costosa per il mercato a cui si sarebbe rivolto Jalapeno, ed inoltre sarebbe stata inutile per il pubblico a cui ambiva: gli Enthusiast e gli uffici. I primi sarebbero stati in grado di gestire CPU con i classici pin, i PC dei secondi sarebbero stati aggiornati, nel caso, da tecnici specializzati.
La stessa Intel venne in aiuto di Cyrix per questo punto. Nel 1997 Cyrix vinse una causa contro Intel, quest'ultima accusata di aver utilizzato il Reverse Engeneering sulle CPU della casa texana. Tale vittoria risultò in uno scambio di brevetti tra le due società, ed incluse l'utilizzo comune dei Socket sviluppati. Cyrix avrebbe potuto utilizzare lo Socket 370 con un esborso minimo in royalities, senza doverne svilupparne uno proprio.
Proseguendo, la base del nuovo Core sarebbe stato l'MII in sviluppo, così da semplificare al massimo i lavori. L'unica modifica di rilievo sarebbe stata l'integrazione della Cache L2 on Die. Un grande traguardo per Cyrix, che avrebbe permesso alla CPU un notevole Boost prestazionale. I principali concorrenti dell'epoca, il Pentium II di Intel, ed il futuro K7 di AMD, avevano la Cache L2 esterna al Die.
Ma il piatto forte di Jalapeno sarebbe stata l'integrazione On Die di una GPU 3D all'ultimo grido!
Processor Architecture: From Dataflow to Superscalar and Beyond (Di Jurij Šilc,Borut Robič,Theo Ungerer), 1999
Lo studio della CPU era appena agli inizi, quando nel novembre del 1997 la società fu acquisita da National Semiconductor. Dopo aver visionato i progetti di Jalapeno, NS decise di proseguirne lo studio. Le potenzialità di mercato si prospettavano enormi.
Tra la fine del 1998 e l'inizio del 1999 cominciarono ad essere divulgate le prime informazioni ufficiali su Jalapeno. Tra le testate anglosassoni gli speciali in proposito praticamente non si contano. Le aspettative attorno a questa CPU erano altissime.
Come già scritto, il Core della CPU avrebbe avuto quale base l'MII del 6x86MII, che tanto successo stava avendo sul mercato nel 1998, grazie anche ad un prezzo di commercializzazione molto aggressivo (sotto i 100 dollari). Cyrix prima, e NS poi, abbracciarono la politica di vendere le proprie CPU a quei prezzi cui Intel non si sarebbe mai avvicinata. Per la casa di Santa Clara vendere le CPU sotto i 100 dollari era pura eresia, per Cyrix e NS il price target era di 60 dollari. Due filosofie diverse. Anche per questo fu sviluppato Jalapeno.
Dopo aver testato la possibilità di attuazione del progetto tramite le CPU MediaGX, basate su Core 5x86, grazie ad hardware dedicato On Die (XpressGRAPHICS, XpressAUDIO e XpressRAM), lo sviluppo di Jalapeno subì una velocizzazione.
Jalapeno sarebbe dovuto essere qualcosa non soltanto di migliore, ma addirittura un qualcosa di estremo. Avrebbe avuto una GPU capace di accelerare grafica tridimensionale, di decodificare via hardware i flussi MPEG-2, e di garantire tutte quelle feature richieste dai videogiocatori dell'epoca: alpha blending, anisotropic filtering, anti-aliasing e molto altro. Parlando di numeri, secondo gli ingegneri della casa texana, la GPU integrata sarebbe stata in grado di generare fino a 3 milioni di poligoni al secondo, poco meno della potenza generata da una Voodoo 3 2000 (prezzo di 130 dollari), all'epoca tra le migliori schede per videogiocatori nel rapporto prezzo/prestazioni.